39. Lulu in casa

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Mi stringo nella tuta appena vedo Vince accostare nel viale di fronte al palazzo e cammino verso di lui

«Ciao» proferisco un po' imbarazzata stampandogli un bacio sulle labbra che lui non sembra ricambiare molto volentieri

«Che sta succedendo?» si porta una sigaretta in bocca e fa per accendere

Scuoto la testa con fare amareggiato cercando di schivare il suo sguardo torvo al momento «Niente; c'è questo che mi ha chiesto di entrare in un suo videoclip, gli ho detto no...poi non so come abbia fatto ad avere il mio numero e adesso è un continuo...» spiego velocemente con aria infastidita.

«Ma chi cazzo è?» sbotta «Ma adesso l'hai cancellato?» fa un tiro profondo mettendo gli occhi sul mio telefono e poi nuovamente su di me

Sembra letteralmente un pazzo esaurito, quasi da spavento. Sarà che ha l'espressione di chi non dorme da un po' e va avanti solo a fumare, sarà che l'ho beccato in un momento sbagliato...

«No, no...c'è qui il numero e tutto se vuoi vedere tu, non so...» faccio sbloccando il cellulare e tenderglielo

«Mh...ma chi è?» fa sedendosi comodo sul mezzo

«Ha detto di essere Plaza» faccio io «Mi ha già chiesto di 'sto video e gli dissi no, poi ha cominciato a cercare il mio numero a Teresa, le mie amiche di scuola e mi ha chiamata» spiego velocemente

«E che gli hai detto tu?» si acciglia

«Gli ho detto di non chiamarmi più che non m'interessa» scrollo le spalle «Adesso però calmati...non voglio che tu faccia casini» poggio una mano sulla sua gamba per cercare il suo sguardo

«Mo me lo vedo io a chiamarlo, sali ja che vieni con me a Rozzano» fa lui incitandomi

«Vi' ma tu stai con i ragazzi che devo fare io in mezzo a voi?» chiedo dubbiosa

«Te ne stai a casa con mia mamma» mette in moto e leva il cavalletto, allora non capisco se è ironico o dice sul serio

«Come con tua mamma? Ma sono in tuta cozy e..» cerco di deviare all'istante

«Meglio, così stai comoda in divano»

Risponde ferrato, facendomi battere il cuore a mille dall'ansietà. Vorrei scendere dal mezzo e tornarmene a casa mia anche se so che non è carino da fare...così cerco di focalizzare e respirare profondamente

Scendo giù dal mezzo quando mette i piedi a terra per reggermi il peso, siamo praticamente sotto la palazzina in cui abita lui e il mio stomaco ha ben recepito il mio stato di tensione tant'è che sembra mi si stia stringendo in pancia

«Ma seriamente mi porti in casa con tua madre?» domando preoccupata

«Sì, però prima devo fare una chiamata, e tu devi essere presente» spegne il mezzo e prende il cellulare ritornando al discorso di prima «Dammi il tuo telefono p' favor'» si caccia in bocca una sigaretta, l'ennesima

«Tiè» dico con un buffo accento imitando il suo

Vins prende a smanettare «È questo il suo?» mi mostra il numero dal mio registro chiamate ed io annuisco

Cala il silenzio dopo il suono dei tasti sullo schermo del suo telefono, poi due squilli «Pronto?» risponde lui

Si schiarisce la voce «Stamm' a sentì» esordisce «So' Paky, ma io e te non ci conosciamo proprio»

«Ah bro dimmi pure...»

«Stai infastidendo la mia tipa con 'sta storia del videoclip, ma qual è il problema?» sbuffa il poco fumo che gli rimane in gola con aria rabbiosa

«Ah bro ma è la tua tipa? Scusami non lo sapevo» fa l'altro mentre io in imbarazzo totale per l'accaduto

«No ma a priori, dovresti capire che se una dice no è no» ribatte Paky con un pizzico di malizia

«Sì vabbè però sai a volte fanno le sostenute» cerca di giustificarsi, mentre metto su un'espressione schifata

«Mah...comunque non so chi ti abbia dato il numero suo ma cancellalo» ordina Vince

«Sì sì, tranquillo anzi scusa ancora»

Il ragazzo davanti a me scrolla le spalle con aria soddisfatta e mette giù il telefono «Vedi che adesso non ti darà più fastidio» mette un braccio sulle mie spalle cominciando a camminare verso l'entrata della palazzina

«Vince ma adesso mi porti su? Cioè veramente io mi sento proprio in imbarazzo» esprimo io con insicurezza

«Ammò ti giuro che ho da fare, ti accompagno su poi però scusami ti devo lasciare, è solo fino alle dieci/dieci e un quarto» si giustifica

«Sì ma, cioè mi porti da tua mamma ma che le dico? Dai...»

«Ti presento, non so» suppone con un sorrisetto «Lulu, non mi dire che è perché hai la tuta?» fa assottigliando lo sguardo

Annuisco «Sai che è importantissima la prima impressione e ci tengo»

«Marò, ma smettila che sei così semplice e bella» mi regala una carezza in viso «Poi figurati ti fai il problema con mia madre che è cresciuta in rione» ride facendomi mettere su un sorriso rincuorato

Bussa al citofono e poco dopo risponde una voce sottile, pacata «Sì?»

«Ma', siamo noi» replica il moro davanti a me

Il portone vibra aprendosi così Vince lo spinge dando il passaggio, facendo poi strada per le scale. Ci sono graffiti dappertutto che incitano a Glory Glock, fatti sicuramente dai ragazzi messi insieme

Troviamo la porta già socchiusa che ci invita ad entrare, così Vince avanza ed esordisce «Bonaser'»

«Permesso...buonasera» soggiungo io standogli dietro

Chiudo la porta alle mie spalle e mi volto verso la signora dai capelli biondo scuro che mette su subito un'espressione sorpresa

«Mà, ti ho portato una persona» m'annuncia lui mentre sua madre posa sul bancone della cucina il canovaccio che tiene tra le mani per avvicinarsi a noi

Sorrido imbarazzata tendendole la mano, ma lei oltre a stringerla mi bacia sulle guance con calore «Ludovica, molto lieta»

«Piacere mio, Imma» si allontana ancora sorridente «Prendete il caffè?»

«Sì grazie» rispondo lanciando un'occhiata a Vince per capire dai loro sguardi com'è andata la prima impressione

Per quanto mi riguarda Vincenzo è la copia di sua madre fatto uomo, solo che lei ha i lineamenti molto più dolci, ha l'aria dolce e il viso pulito.
Emana tante energie positive a pelle e spero lei possa percepire lo stesso di me

P a k a r t a s|| PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora