PROLOGO

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Ricordati di me nelle notti oscure/ ti osserverò dalle tenebre,

Ricordati di me quando il vento ulula forte / ti bacerò attraverso di esso,

Ricordati di me prima di dormire/ tormenterò i tuoi sogni.

(Dalla leggenda di Wolly Wood)


Non c'è peccato peggiore dell'amore, perché è per amore che si fanno le cose più oscure. Per amore distruggiamo noi stessi e gli altri. Questo è vero perfino oggi, nell'era dell'antinnocenza, in cui più che il Principe Azzurro si cerca un affascinante bad boy, in cui le principesse con i loro voluminosi abiti sono andate fuori moda. Nell'epoca in cui le struggenti storie d'amore sembrano finite e Cupido pare essere andato in vacanza permanente. Nel mondo in cui l'amore vive sui social, in cui l'apparenza è tutto. Io però sono rimasta indietro, in un mondo di dame e cavalieri, in un regno di spade e ventagli. Io voglio ancora sognare.

C'è una leggenda che riesce a farmi battere forte il cuore. Viene raccontata a Red Moon, il mio piccolo paese, in pratica è l'unica cosa degna di nota in questo luogo dimenticato dal mondo. Si tratta della storia di Wolly Wood, il cui volto mascherato sorride dalle antiche fiabe. Nessuno sapeva da dove venisse, alcuni sostenevano addirittura che fosse una creatura fatta della stessa sostanza degli incubi. Un essere che si muoveva tra i mondi, un immortale che si accontentava di dolci baci al sapore del sangue e di fughe nella notte più buia. Poi una notte incontrò una ragazza dalla pelle bianca come la luna. Si chiamava Fleur e non poteva esporsi alla luce del sole, perché altrimenti sarebbe diventata cenere. No, non era una vampira, però era molto simile a quelle pallide creature della notte. Fleur usciva solo al calar delle tenebre e spesso passeggiava nel bosco, assaporando il suono del silenzio e il delicato profumo dei fiori. Fu proprio così che Wolly Wood la vide. Lui la notò subito, non aveva mai visto una creatura più bella, ma soprattutto non aveva mai creduto che un essere potesse essere tanto simile a lui. Vide in Fleur la stessa luce oscura che brillava nel proprio cuore. La corteggiò ogni notte, passando sotto la sua finestra. La tentava, le raccontava di luoghi lontani, che lei aveva visto solo nei sogni. E alla fine, come nella migliore fiaba, Fleur s'innamorò follemente di lui. Fu l'inizio di una passione oscura.

Lui la condusse, attraverso la sua cripta, in un regno che lei non aveva mai visto prima, un luogo senza tempo né stagioni, che profumava di tuberosa, il fiore che portava un folle desiderio d'amore. Le promise ciò che nessuno al mondo avrebbe potuto prometterle. Le garantì l'immortalità in cambio del suo amore, le giurò che il sapore del sangue non era poi così disgustoso, le mentì sostenendo che l'eternità non è poi così opprimente. In cambio non chiedeva altro che il suo amore, l'unica cosa che un essere come lui non aveva mai avuto. Fleur ne fu rapita. Non amava che lui, così simile a lei.

E poi venne il giorno in cui Wolly Wood dovette andarsene.

-Non starò via molto- le promise e le donò un anello celtico, un anello dell'amore, che si sarebbe incastrato alla perfezione con il proprio -tornerò da te-

Lei gli giurò che lo avrebbe atteso fino alla fine del mondo e anche oltre, se fosse stato necessario. Non sapeva che spesso l'amore non basta e che certi giuramenti non possono essere mantenuti. Passarono i giorni, i mesi, le stagioni. Dopo ben un anno Wolly non era ancora tornato. La povera Fleur vedeva il volto dell'amato in quello dei passanti, sentiva i suoi leggeri passi nella notte, ascoltava la sua voce nell'ululato del vento.

E poi tutti iniziarono a dire a Fleur che il suo Wolly era fuggito con un'altra. Ci fu perfino chi giurò di averlo visto con una bellissima fanciulla dagli occhi color del mare. La gente del paese, che aveva sempre odiato Wolly Wood, credeva così di salvare la ragazza dal suo influsso.

Fleur finì per credere a tutte quelle bugie. Quando tempo dopo le fu proposto di sposare un altro giovanotto lei si arrese all'evidenza e accettò quella follia. Non sapeva quanto grande fosse l'amore di un mostro. Non sapeva che l'amore non muore mai.

Lo scoprì il giorno prima delle nozze, quando l'anello celtico le ferì il polpastrello che cominciò a sanguinare copiosamente. Fleur seppe in quell'attimo che Wolly Wood sarebbe tornato da lei, che non l'aveva dimenticata. La cosa la terrorizzò e la rassicurò allo stesso tempo.

Wolly Wood tornò quella notte stessa, desideroso d'amore e di vendetta. Fleur lo attendeva sveglia, l'abito da sposa addosso. Riconobbe la sua voce che la chiamava. Sapeva che lui era tornato per lei, per potarla via con sé. Il polpastrello ferito le pulsava dolorosamente e gocce vermiglie ricominciarono a cadere sul pavimento di legno. La ragazza si affacciò alla finestra, era pallida e stanca. Wolly la fissava con quel suo sguardo senza età, la maschera che gli copriva il volto, il mantello che frusciava nella brezza notturna. Fleur lasciò che lui salisse, la prendesse e la conducesse via. Si abbandonò tra le sue braccia, avvolta dal profumo della tuberosa. Chi si affacciò alla finestra quella notte giurò di aver visto un uomo che camminava per strada, portando in braccio una fanciulla vestita da sposa.

La trasportò fino alla cripta. La tomba sarebbe stata il loro talamo nuziale, come nella migliore storia gotica. Wolly la depose nella bara, con la stessa cura che avrebbe avuto con una bambola di porcellana. Fu in quel momento che se ne accorse. Fleur non respirava. Era morta, uccisa dalla gioia di aver rivisto il suo solo amore. Il suo delicato cuore non aveva sopportato tanto.

Parole umane non descrivono il dolore di Wolly. Gridò, fuori di sé, e decise che avrebbe ritrovato Fleur, che avrebbe riconosciuto la sua anima ovunque essa fosse finita. Prima di andarsene cosparse la tomba di tulipani gialli, simbolo di amore disperato.

Wolly continuò così quella sua eterna pantomima, dove lui interpretava solo un mostro crudele, desideroso di vittime. Una storia sostiene che un giorno tornerà da lei, che cavalcherà i secoli per raggiungerla e che la riconoscerà anche se il corpo non sarà più lo stesso. Dicono che lui vaghi ancora per questa terra, più simile a un morto che a un vivo. Per alcuni è un salvatore, disposto a difendere fanciulle in difficoltà, per altri è un tentatore, un essere sanguinario che non troverà mai pace perché ha perso l'unico essere che abbia mai amato.

Cosa insegna questa storia? Beh, prima di tutto che l'amore è pericoloso. Sia quello assoluto di Wolly, sia quello adorante di Fleur, perfino quello dei conoscenti della ragazza, che volendo salvarla dal male la condussero alla morte. In pratica l'amore uccide, però è meglio morire per amore che non amare affatto. Ovviamente io non sono Fleur, per cui probabilmente morirò senza mai dire a Ethan Bryne che, beh, sono innamorata di lui praticamente dalla prima volta in cui l'ho visto, forse addirittura dalla notte dei tempi,  quando ero solo un pallido spirito. Esagerata? Forse un po'. E poi c'è l'altro piccolo problema. Si fa per dire piccolo. Come Fleur anch'io se mi esponessi troppo a lungo alla luce del sole potrei sciogliermi. Non letteralmente, ma quasi. Tranquilli, non sono una vampira, anche se esserlo non sarebbe male.

Un'ultima cosa. Se starete ben attenti nelle notti in cui la luna si tinge di rosso potrete vederli. La dolce Fleur, nelle sue pallide vesti di fantasma, che piange. Il tenebroso Wolly Wood che la chiama disperatamente. Sono destinati a non incontrarsi fino a quando il cielo non perderà tutte le sue stelle. E alla fine di questa storia tutte le stelle cadranno dal cielo.


NOTE DELL'AUTRICE: 

Ciao!

Cosa ne pensate di questo prologo?
La storia di Wolly Wood è inventata, anche se è ispirata a molte leggende simili.
Per ora lascerò la lettera all'inizio della storia, poi vedrò se spostarla. Voi cosa ne pensate?

A presto!


Booktrailer:

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