La testa mi faceva male. Mi rigirai nel letto. Avevo passato il giorno prima in commissariato. I poliziotti avevano interrogato me ed Ethan più volte riguardo alla morte di Lauren. Lauren era morta. Non riuscivo a crederci. Chiusi gli occhi. Avevo perfino temuto che mi avrebbero arrestata. I miei genitori non erano stati molto felici quando avevano scoperto che ero uscita di nascosto. Non ero in punizione solamente perché aver ritrovato il corpo della mia migliore amica era una punizione più che sufficiente per loro. Deglutii. Non avevo più sentito Ethan. Speravo solo di non averlo messo nei guai.
-Avresti dovuto dire la verità- disse una voce. Lauren o perlomeno la mia allucinazione. Indossava una lunga vestaglia nera ed era scalza. -Tu sai che il bracciale non era mio-
-Lasciala stare- le rispose Luver. Un'altra allucinazione. Affondai il viso nel cuscino. Non volevo vedere. No, non potevo andare avanti così.
-Smettetela!- gemetti. Un dolore mi percorse tutto il corpo. No, un attacco no.
-Non agitarti- aggiunse Luver, la voce bassa e dolce, simile a quella di Ethan.
-Dovevi dire che era di Jennifer, lei è morta e tu lo sai- continuò Lauren.
-Non capisco, è stato un incidente- mormorai. Jennifer era caduta dal tetto di un hotel durante una gita scolastica. Io non ero presente, a causa del mio problema, ma Lauren mi aveva raccontato tutto. Sospirai. Era stato certo un incidente oppure no?
Lauren sospirò. -Come puoi esserne certa?-
Non potevo. -Devo parlare con Izzy-
-Lei non ti ascolterà- mi ricordò Lauren.
Un leggero bussare alla porta mi fece sobbalzare. -Vicky,- era mia madre.
Mi tirai su, il cuore in gola. Mi aveva sentito parlare? -Sì, mamma?-
-Tra un'ora dobbiamo essere in ospedale, per la visita-
La visita! Me n'ero dimenticata!
-Mi preparo subito- mi alzai dal letto a fatica. Avevo la nausea. Andai davanti all'armadio e misi una maglietta con sopra Cenerentola e un paio di jeans. Mi guardai un attimo allo specchio prima di uscire, quindi andai in sala da pranzo.
Notai, con una certa sorpresa che mia madre non era ancora pronta, ma indossava gli abiti da casa. Era appoggiata contro il tavolo, le braccia conserte, come se fosse in attesa di qualcosa.
-Eccomi- mormorai.
-Siediti, Vicky- indicò una delle sedie.
Annuii, il cuore in gola. Cosa stava succedendo? Mi sedetti, la sedia cigolò sotto il mio peso.
-Izzy mi ha detto del college- esordì subito mia madre, i capelli biondi che le ricadevano sul viso ovale.
-Ehm sì- avevo la gola secca. Mi dovevo preparare a un no.
-Io e tuo padre ne abbiamo discusso, ammetto che la tua fuga notturna non ha giocato a tuo favore-
Sì, era certamente un no.
-Lo sai cosa vuol dire ricevere una chiamata dalla polizia alle due di notte?-
Supposi che non fosse stato piacevole. Mi misi a giocherellare con i capelli. -Mi dispiace-
Mia madre sospirò e restò in silenzio per un tempo che mi parve eterno, prima di rispondere. -Tu e quel ragazzo vi vedete da molto?-
La domanda mi colse impreparata. Certo, mi era sembrato strano che non me l'avesse fatta prima, ma non aveva importanza. -Qualche giorno, veniva nel mio stesso liceo-
Lei annuì debolmente. -Sa del tuo problema?-
Scossi la testa, stringendo con forza una ciocca di capelli.
-Dovresti dirglielo-
-Non ce n'è stata l'occasione- mentii.
-Deve saperlo-
-Beh, se mi permetterai di vederlo glielo dirò-
Mia madre piegò le labbra in un sorriso. -Sì, puoi ancora vederlo, ma non di nascosto-
Saltai in piedi dalla gioia. -Grazie, grazie, grazie!-
-Aspetta! Prima voglio sapere tutto di lui-
Un brivido gelido mi percorse la schiena. Era meglio che non sapesse del riformatorio. -Certo-
-Magari potrebbe venire a cena una di queste sere-
-Ehm, non so, non sembrerebbe qualcosa di troppo formale? Io e lui... non stiamo davvero insieme-
-Suppongo che sia solo questione di tempo-
Avvampai.
-Ora vado a prepararmi- disse mia madre -Comunque per quanto riguarda il college... puoi andare-
Lanciai un grido di gioia. -Grazie, io non so cosa dire- ammisi, le lacrime agli occhi.
-Promettimi solo che farai attenzione e che starai vicino a Izzy, lei si è offerta di sostenerti-
Annuii, chiedendomi perché Izzy fosse così gentile. Meglio non pensarci.
-Bene, ora vado a prepararmi- disse mia madre, poi uscì dalla stanza.
Sorrisi e proprio in quel momento sentii il cellulare vibrare. Lo estrassi dalla tasca. Ethan. Era lui. Il mio cuore fece un balzo. Si trattava di un messaggio.
"Ciao, come stai?"
Semplice ed esplicito. Mi fece sorridere. Lo aprii e risposi.
"Meglio, grazie. Tu?"
Attesi la risposta, il cuore in gola. "Sì, sto bene... hai qualcosa da fare oggi?"
Bugia, dovevo dirgli una bugia. "Devo accompagnare mia madre a fare una commissione " scrissi.
"Allora sarà per un'altra volta "
"Già, a più tardi " gli risposi, il cuore che mi batteva forte. Ethan voleva ancora vedermi!
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Ho dovuto dividere questo capitolo in due parti perché era troppo lungo, così paradossalmente questo è rimasto breve.
L'ho dovuto ricontrollare in fretta, per cui mi scuso per eventuali errori.A presto
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Nelle luminose notti d'Oriente
Romance(COMPLETA) Non era forse quella la perfezione? Noi due sdraiati nel deserto a guardare le stelle. Noi a sognare quella vita perfetta che non avremmo mai potuto avere. Noi ad amarci, fino alla fine del mondo, fino a quando l'ultima stella del cielo s...