40. L'ALBERO DELL'AMORE

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-Quando potrò togliermi questa benda?- chiesi. Le mani di Ethan erano strette intorno alla mia vita, protettive come sempre. Sentivo il profumo di fiori e di erbe e il delicato vento sul viso.

-Ancora un attimo-

Sentivo la luce del sole sfiorarmi la pelle scoperta e questo mi faceva sorridere. Avevo messo parecchia crema protettiva e avevo provato un nuovo farmaco. Speravo davvero di non avere sorprese, non volevo deludere Ethan.

-Un passo avanti- m'incoraggiò lui.

-Spero solo di non finire in un dirupo- scherzai.

-Non dirmi che non ti fidi-

Ridacchiai. -Mai fidarsi di nessuno- avanzai ancora.

-Ecco! Perfetto! Immobile- lo sentii sciogliere il nodo della benda dietro la mia nuca. Un attimo dopo potei vedere finalmente dov'ero. Mi trovavo in un ampio prato, ma la cosa più meravigliosa era l'albero che avevo di fronte. Era bellissimo e in fiore. Grandissimi fiori rosa. Il Cercis siliquastrum, compresi. L'albero dell'amore. Il mio cuore fece una capriola.

-Non è possibile- gemetti, guardandolo con la bocca aperta -questo non è il periodo della fioritura-

-Beh, a essere onesto non è un vero albero-

Mi guardai intorno e solo in quel momento compresi che ci trovavamo in un parco con animali finti. Vidi un enorme elefante, una giraffa, perfino un dinosauro e un unicorno. Bellissimi.

-Ho voluto un po' barare- continuò -ma questa è per una giusta causa- mi prese per mano e mi trascinò fin sotto l'albero. I tacchetti dei miei stivali affondarono nell'erba mentre lo seguivo. Mi sforzai di non rallentare, nonostante il forte dolore ai fianchi. Non dovevo rovinare quel momento. Quando arrivammo sotto i rami in fiore, mi lasciai cadere esausta, trascinando Ethan con me. Rotolammo, ridendo nell'erba profumata di promesse. Quando ci fermammo ansimando, lui sopra di me. Sentii il suo corpo caldo premere dolcemente. Il mio cuore batteva così forte che probabilmente lo sentivano fino alla città vicina. Spinsi via Ethan e mi ritrovai sopra di lui. Appoggiai le mie mani sulle sue spalle, ansimante, i miei capelli che ricadevano su di lui, sfiorandogli la fronte e le guance. Le mie gambe si cinsero intorno ai suoi fianchi.

-Una Valchiria- commentò Ethan, con il suo fantastico sorriso. Lo sguardo grigio brillava e potevo vedere gli anelli neri intorno alle sue iridi.

Risi. -Ti piacciono le Valchirie?- gli chiesi, il cuore che mi galoppava ancora più forte nel petto. Mi sentivo una ragazza normale, in una giornata normale, intenta a fare qualcosa di normale. Era una sensazione bellissima.

-Se la Valchiria in questione sei tu... beh, sì- guardò altrove, come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo. Lo fissai, chiedendomi come sarebbe stato bello baciare quelle sue labbra carnose.

-Mi hai parlato della leggenda di questo albero- gli ricordai.

-Oh sì, è il motivo per cui in Spagna lo chiamano l'albero dell'amore- disse -la storia vuole che chiunque si baci sotto questo albero sia destinato a stare insieme per sempre-

-Proprio per sempre?- chiesi.

-Un lunghissimo periodo, non pensi?- mi fece eco.

Mi finsi pensierosa. -Quindi non vuoi il per sempre?-

-Solo con la persona giusta-

Restai in silenzio per alcuni istanti, meditando sulla risposta. Alla fine sorrisi. -E com'è questa persona giusta?- domandai.

-Fammi riflettere... perfetta per me-

-Questa non è una risposta- protestai.

-Dovrai fartela andare bene-

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