Michael aveva un'espressione che non gli avevo mai visto. Era serio, molto serio. Izzy lo fissava con uno sguardo preoccupato. Era vestita peggio del solito, con un abito sbiadito e un paio di scarpe da ginnastica rovinate sui lati. Notai con sorpresa che non aveva neppure un filo di trucco e che non aveva i bracciali che le nascondevano la cicatrice sul polso.
-Perché non sopporti Ethan?- chiesi, raggiungendo Michael. Stavamo camminando fuori dal bowling.
-Non è un bravo ragazzo- fu la laconica risposta di Michael. Il suo sguardo lampeggiò.
-Pensi che mi accontenti di questo?-
-Immagino di no- sbuffò.
-Cosa intendevi prima quando hai parlato di una ragazza?- gli chiesi, avanzando. Gli posai una mano sul braccio per farlo fermare.
-Ethan usciva con una ragazza qualche tempo fa- disse lui, smettendo di camminare.
Un brivido gelido mi percorse la schiena. Certo che Ethan usciva con delle ragazze, perché non avrebbe dovuto? In fondo prima di conoscere me era normale che fosse uscito con delle altre. Inspirai, sperando che non si vedesse che avevo gli occhi lucidi. Aveva scritto anche all'altra le bellissime parole che aveva dedicato a me?
-Michael!- lo riprese Izzy, un tono di rimprovero che non aveva mai rivolto al suo ragazzo.
-Victoria lo deve sapere, vedi, Ethan ha avuto una relazione parecchio intensa con questa ragazza e io sono certo che non sia terminata-
Se avesse detto che il mondo stava per finire non avrebbe potuto farmi più male. –Io non ci credo- esclamai. No, non ci potevo credere.
-Izzy- chiamò Michael.
-Li ho visti insieme poco tempo fa- disse mia cugina. Studiai con attenzione il suo viso, ma non riuscii a comprendere se la sua era una bugia oppure no.
-Menti- l'accusai.
Izzy non rispose, il suo volto restò immobile. Mi sarei aspettata un sorriso vittorioso. Nulla. Imperturbabile.
-Victoria, devi ragionare, possiamo portarti le prove se vuoi, ci sono le fotoe... - intervenne Michael, i capelli scuri mossi dalla leggera brezza notturna –lo sai che faccio tutto per... -
Non lo lasciai terminare. Mi voltai e corsi via, prima che potessero vedere le lacrime che mi rotolavano lungo le guance.
Sentii il cellulare vibrare sul mio comodino, ma mi sforzai d'ignorarlo, lo sguardo fisso sul libro. Non che riuscissi davvero a leggerlo. Ero da ben dieci minuti sulla stessa pagina. Era Ethan che continuava a chiamarmi. Alla terza chiamata avevo tolto la suoneria. Avevo bisogno di tempo per riflettere. Lo sapevo che la cosa migliore sarebbe stata confrontarci, ma non volevo. Non in quel momento, in cui mi sentivo così disperata. Ripensai alla ragazza del profilo Facebook. Era bella. Mi morsi le labbra.
Un colpo attirò la mia attenzione. M'irrigidii e guardai verso la finestra che avevo lasciata accostata. L'anta si stava aprendo, gonfiando le tende. Dietro di esse potevo scorgere una figura. Sentii il cuore accelerare il battito. Wolly Wood, una creatura vestita di tenebre, uscita da una fiaba dell'orrore. No, dovevo essere razionale. Poteva essere un intruso, oppure un'allucinazione. Ecco la cosa peggiore, non riuscire a distinguere realtà e fantasia. E poi sentii la sua voce e seppi che era reale.
-Vicky, ti prego, Vicky-
Mi tirai su, lasciando cadere il libro sul letto. –Ethan- sussurrai.
Un secondo dopo vidi la tenda spostarsi e lui comparve, con il suo sorriso. Okay, ora stavo davvero per sentirmi mancare. Ed ero anche vestita malissimo. Avevo indossato una felpa grigia e un paio di leggins neri che non facevano sembrare le mie gambe ancora più magre di quanto in realtà già non fossero.
-Cosa ci fai qua?- gli chiesi, il respiro affannoso, le mani che mi tremavano.
-Non mi rispondevi- balzò dentro e atterrò sul pavimento con un tonfo –io dovevo vederti-
Scivolai giù dal letto e gli andai di fronte. Volevo fronteggiarlo e una parte di me l'avrebbe anche voluto rispedire di sotto. Come si permetteva a venire così, senza invito? –Non hai pensato che non volessi né sentirti né vederti?- gli gettai in faccia.
Il suo sguardo grigio s'incupì, ma il sorriso continuò a piegargli le labbra. –Ci ho pensato, certo, ma poi mi sono detto che dovevo fare un tentativo-
Un tentativo. Nessuno faceva tentativi con me. Deglutii. Dovevo rimanere dura, non farmi convincermi. –Vattene- mi costrinsi a dire, ma la mia voce non era convinta.
-Ci sei solo tu- sussurrò, facendo un passo verso di me.
-Izzy dice di averti visto con una ragazza- gli dissi, decisa ad affrontare il discorso.
Lui scosse la testa. –Quella ragazza... sì, siamo usciti insieme... io credevo di non poterti avere, così ho fatto uno sbaglio, eri troppo perfetta per me- i suoi occhi luccicarono. Lacrime? Possibile che fossero lacrime? –Ora però io ho te, cos'altro posso desiderare di più?-
-Non l'hai più vista, però, vero? È una cosa finita?- la voce mi tremava.
-Ogni tanto... non è come pensi però, la vedo semplicemente perché è un'amica di famiglia, non c'è nulla di più-
-Io... non lo so, non posso rischiare di spezzarmi il cuore, io... -
Ethan non mi fece terminare la frase. Balzò in avanti e mi cinse con un braccio la vita, mentre con l'altra mano mi accarezzava i capelli, conducendo dolcemente la mia testa verso le sue labbra. Ci baciammo, un lunghissimo e delicato bacio che mi fece dimenticare qualsiasi problema. Gli cinsi il busto con le braccia, il viso che mi andava in fiamme e il corpo che mi tremava. Giocammo a sfiorarci e a mordicchiarci le labbra. Mi strinsi forte a lui, le ginocchia piacevolmente molli. Quando Ethan sciolse un po' l'abbraccio, io mi abbandonai contro di lui. Non volevo che quel contatto finisse. No, doveva durare per sempre. Dalla finestra filtrava la luce della luna, che c'illuminava. Potevo quasi credere che fosse tutto un sogno.
-Io ti... - le parole gli morirono sulle labbra.
-Non riesci a dirlo- compresi. Eppure la cosa non mi ferì. Spesso si da troppo peso alle cose che si dicono.
-Sono incorreggibile- mi avvolse nel suo abbraccio, poi si piegò e mi passò un braccio sotto le ginocchia. Mi lasciai sollevare, appoggiando la testa contro la sua spalla. Chiusi gli occhi, godendomi la sensazione di essere portata fino al letto, dove mi posò con dolcezza, come se fossi una bambola di porcellana. Il fatto che mi trattasse come se fossi molto delicata non mi fece stare male, al contrario. Io ero importante per lui, molto importante. E lui lo era per me.
-Che ne dici se domani ci vediamo?- mi chiese in un sussurro.
-Domani sera- mi affrettai a dirgli –di giorno ho le lezione- non era una vera bugia, avevo davvero le lezioni, ma soprattutto volevo evitare di restare troppo esposta al sole. Il tempo volava quando stavo insieme a lui. Ero certa che mi sarei dimenticata di ripararli dal sole e che avrei fatto la fine di molti dei vampiri che popolavano la letteratura.
-Perfetto, ti passo a prendere allora-
-Non mi dici dove andremo?- indagai.
-Per rovinarti la sorpresa?- mi rispose.
-Così so come vestirmi-
-Vestiti come vuoi, intanto sei sempre bellissima-
Arrossii. Lui ridendo mi trasse nuovamente a sé e mi baciò. Tutto il mondo perse importanza. Se non era quella la felicità non sapevo proprio cosa fosse.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate della nuova scoperta?
A presto
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Nelle luminose notti d'Oriente
Romance(COMPLETA) Non era forse quella la perfezione? Noi due sdraiati nel deserto a guardare le stelle. Noi a sognare quella vita perfetta che non avremmo mai potuto avere. Noi ad amarci, fino alla fine del mondo, fino a quando l'ultima stella del cielo s...