60. ADDIO, CARA AMICA

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La chiesa era piena di gente. Avevo intravisto anche Karl ed Ellen, ma avevo fatto finta di nulla. Non avevo voglia di parlare con nessuno. Un delicato profumo d'incenso avvolgeva tutto. Mi dava uno strano senso di pace. Un'illusione, perché la pace non esiste. L'anima è sempre in tumulto. Presi posto in fondo, su una delle panche di legno. Dalla posizione in cui ero potevo vedere tutto l'ambiente. L'ampia navata, le vetrate con le bellissime figure che le decoravano. Quando Ethan mi aveva chiesto se volevo che mi accompagnasse avevo scosso la testa. Non ce n'era bisogno. Ci sono cose che si devono fare da soli. Affondai le unghie nel mio vestito nero.

-Posso?-

Mi voltai e, sorpresa, vidi Izzy. Era parecchio dimagrita nelle ultime settimane, ma non sembrava volersi arrendere. Nei suoi occhi brillava una forza che non avevo mai visto prima. Era la sua determinazione, che io ammiravo. –Cosa ci fai qui?-

Izzy si sedette senza attendere altro. L'abito blu scuro le frusciò intorno. –Sono venuta a farti da sostegno morale... non dovrebbe esserci il tuo ragazzo?- indagò.

Le sorrisi. –Ethan aveva un impegno e io non ho voluto che lo disdicesse- ammisi.

Izzy annuì lentamente. Indossava un lungo abito nero. –Hai fatto bene, in fondo ci sono momenti in cui gli uomini possono solo dare fastidio- fece una smorfia.

-Ethan non mi da mai fastidio- borbottai. Ero sincera.

-State insieme da poco- replicò, con quel suo tono da reginetta di bellezza che vuole sempre averla vinta.

Un tempo mi sarei offesa, ora mi limitai a stringermi nelle spalle.

-All'inizio sono tutti fantastici, poi escono i difetti- fece una smorfia.

-Lo so- l'assecondai.

-Tu ed Ethan però starete sempre bene insieme, è chiaro che vi amate-

Avvampai, le guance che andavano a fuoco.

-Oh, non fare la timida!-

Risi. –Mi sembra che tu stia molto bene-

-Sì, mi sento meglio- mormorò e io compresi che stava mentendo. Non stava meglio, ma non voleva che io fossi triste per lei. –Perché ti sei seduta in fondo? Questa cerimonia è in memoria di Lauren, la tua migliore amica, dovresti essere là davanti-

-Non me la sento- mormorai.

Lei sospirò. –Devo andare io a fare il discorso?-

-Lauren neppure ti sopportava- le ricordai.

-Veramente?- si finse sorpresa.

-Hai la memoria proprio corta- la presi in giro.

Izzy fece spallucce e per un attimo tornò la vecchia Izzy, l'odiosa reginetta della scuola.

-Grazie per essere qua-

-Cosa servono le cugine?- sospirò, quindi posò la sua mano sulla mia –E poi una volta eravamo amiche-

-Sì- le sorrisi –e potremo di nuovo esserle-

-La bara è vuota, vero?- chiese in un soffio.

Annuii debolmente. Non avevano trovato il corpo di Lauren. Il pensiero mi turbava. La mia amica forse non avrebbe mai trovato riposo.

Un movimento attirò la mia attenzione. Mi voltai e incontrai un sorriso contagioso.

-C'è posto?- mi chiese Ilary.

-Cosa ci fai qui?- domandai.

-Le amiche servono per questo, no?- domandò, con una punta d'ironia.

Non replicai e Ilary si accomodò accanto a Izzy. Mi trovai improvvisamente calma, vicina alle mie amiche.

La cerimonia fu lunga, ma la mia mente cominciò quasi subito a volare. Ricordi antichi spintonarono per farsi avanti. Sentii un groppo salirmi in gola. Le lacrime mi bruciavano negli occhi. Il lutto è composto da cinque fasi, mi ritrovai a pensare. Ero arrivata all'ultima, la sospirata accettazione? Oppure no? Non lo sapevo. Giocherellai nervosamente con una ciocca di capelli. Il pensiero, chissà perché, volò a Michael. Era stato ricoverato in ospedale. Quando fosse stato rimesso sarebbe finito in prigione per quello che aveva fatto.

La cerimonia durò circa un'ora. Un periodo di tempo in cui il mio cuore si spalancò e si straziò, sanguinando copiosamente. Quando finalmente terminò salutai Izzy e Ilary, quindi mi diressi verso casa.

Entrai nel giardino e... lo percepii, prima ancora di vederlo. Fu come se dita invisibili mi sfiorassero per avvertirmi che lui era lì. Il mio cuore barcollò quando il mio sguardo si perse nel suo.

Ethan mi sorrise. Il suo sorriso... capace di stringere e far fiorire la mia anima.

-Mi stavi aspettando?- chiesi in un soffio.

-Ti aspetto da sempre- puntualizzò lui. Il cappuccio della felpa nera era sollevato.

-Sei la mia anima gemella, il mio entanglement quantistico... lo pronuncio bene?-

Ethan rise, quindi avanzò e mi strinse tra le braccia. -Ciò che esce dalle tue labbra è sempre perfetto- replicò.

Io mi abbandonai nel suo abbraccio. La mia anima si sciolse come neve al sole. Ero sua, ora e per sempre.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

E siamo alla fine della storia. L'epilogo sarà molto breve. Cercherò di pubblicarlo il prima possibile.

A prestissimo (ho già un'altra storia pronta, nell'epilogo troverete qualche dettaglio in più).

Nelle luminose notti d'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora