50. UNA NOTTE D'ORIENTE

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Il buio era calato su di noi e aveva avvolto tutto. Solo a quel punto eravamo scesi dal fuoristrada. Mi guardai intorno, mentre Ethan accendeva le casse. Una musica che conoscevo bene invase l'aria.

Sorrisi. –La vie en rose- sussurrai. Indossavo un abito lungo e leggero.

-Certo, potremmo quasi definirla la nostra canzone... credevi che mi fossi dimenticato che ti piace?- chiese, avanzando verso di me –Deve essere tutto perfetto- mi porse la mano –vuoi ballare con me sotto il cielo d'Oriente?-

Avrebbe potuto essere il nostro ultimo ballo, pensai tristemente. La malinconia mi strinse la gola. Ovviamente non potevo permettere che lui lo capisse. Avrebbe dovuto portarsi dietro quel ricordo per sempre. Quando avesse ripensato a quel momento tra dieci, venti, trent'anni, lui avrebbe solo dovuto essere avvolto da una sensazione di struggente felicità. Sarei stata la sua Shahrazad, quel suo amore passato. Presi la sua mano, senza parlare. Lui mi strinse a sé con un movimento fluido. Finii tra le sue braccia, in un fruscio di vesti. Forse sbagliavo, forse tra dieci, venti, trent'anni sarei stata ancora con lui. Ethan fece scendere le mani fino alla mia vita. Le sue dita affondarono nella seta del mio abito e nella mia morbida carne, trasmettendomi un dolce calore. Gli avvolsi le braccia intorno al collo. Cominciammo così a ballare, i nostri corpi stretti con forza, quasi a diventare uno solo. Il mondo perse tutta la sua importanza. C'eravamo solo noi due. L'aria calda sollevava la sabbia dorata, portandola sui miei abiti e tra i miei capelli. Ripensai al cielo che si tingeva del colore del sangue, un tramonto che non aveva rivali e che pareva volesse rendere tutto perfetto. Sorrisi al fruscio del mio vestito contro la camicia di Ethan. Mi strinsi ancora di più a lui, mentre mi lasciavo condurre in quel ballo.

-Questo è solo l'inizio- mi sussurrò teneramente all'orecchio, le labbra che sfioravano il mio lobo. Non sapeva quanto stava sbagliando. Quella era solamente la fine.

-Stringimi forte- gli risposi –stringimi forte-

Ethan mi strinse, le mani che si spostavano dietro la mia schiena e premevano contro di essa con foga. Ansimai.

-Stringimi più forte, ti prego, più forte- volevo sentire il mio corpo premere completamente contro il suo, volevo essere una sola cosa con lui. Forse per l'ultima volta.

Ethan indugiò un attimo, poi mi strinse più forte, sollevandomi da terra. Lanciai un gridolino, piegando le gambe, in modo tale da volare per alcuni istanti, il peso completamente su di lui. Sentii le lacrime scendere lungo le mie guance e non le trattenni. Mancava solamente un pittore che dipingesse quella scena, un modo per trasmettere quel nostro amore infelice ai posteri. Per chi ci avrebbero preso? Due amanti che si dicono addio? Due innamorati che finalmente s'incontrano? Forse saremmo diventati il nuovo bacio di Hayez. Un ragazzo alto che stringe una fanciulla dai lunghi capelli scuri e con l'abito di seta azzurro. Okay, stavo esagerando, ma avevo il diritto di esagerare, di rendere tutto perfetto. Mi parve di vedere delle ombre ballare intorno a noi. Erano spiriti, creature provenienti da chissà dove. Le ignorai. Era tutta una bugia. Non c'era gioia in quel momento.

-Piangi?-

Lasciai che Ethan mi posasse a terra, ma non smisi di singhiozzare, non ci riuscii. –È tutto perfetto- gemetti –troppo perfetto-

Ethan indugiò, poi mi sorrise. –Sei sicura che tutto vada bene?- mi chiese, dolcemente.

-Certo, certo- mi spinsi sulle punte e lo baciai. Volevo che dimenticasse, che non indagasse oltre. Lo sentii rispondere al mio bacio, il suo corpo che premeva contro il mio, le sue mani che esploravano le mie forme. Tutto il mondo divenne nulla. Era uno di quei baci di cui parlano nei romanzi. Intenso, folle, incredibile. Beh, la realtà era molto meglio.

-Non ti lascerò mai, non temere- mi sussurrò Ethan, quando ci staccammo –fidati di me-

Il modo in cui lo disse mi strinse la gola. Rabbrividii.

-Hai freddo?- mi chiese.

-Sì, inizio ad avere freddo- mentii. Era più semplice.

-Andiamo nella tenda- decise immediatamente Ethan, stringendomi più a sé, per scaldarmi.

Mi appoggiai a lui, bisognosa di sentire il suo contatto, il suo calore, la sua forza. Mi lascia condurre docilmente, come quando ero piccola e i miei genitori mi portavano a letto dopo una lunga e faticosa giornata. Ethan sollevò un lembo della tenda e ci entrammo. Mi ritrovai a guardarla sorpresa. L'ambiente era grande, più di quanto mi sarei aspettata. Erano stati sistemati dei cuscini e delle coperte per terra, ma la cosa che mi sorprese di più fu un'altra.

-Il tetto è trasparente- esclamai, sorpresa ed entusiasta come una bambina.

-Altrimenti come potremmo guardare le stelle?- chiese Ethan –Ti avevo promesso che le avremmo guardate, fuori fa troppo freddo, ma qua dentro staremo al caldo e le potremo ammirare-

-Hai avuto un'idea deliziosa- mormorai, non nascondendo un sorriso.

Ethan mi stampò un bacio sulla guancia. –Sei tu che me l'hai ispirata- mi accarezzò dolcemente i capelli –accomodati, io vado a prendere solo un paio di cose-

-Sbrigati- gli urlai, andando ad accomodarmi sui cuscini, il cuore in gola. Ero felice, davvero felice. Buttai la testa indietro. Le stelle iniziavano a emergere nel cielo scuro. Non ne avevo mai viste di così belle e di così grandi. Mi sdraiai.

-Eccomi-

Mi tirai su e vidi Ethan arrivare con in mano un contenitore.

-La cena- spiegò, sorridendo.

-Ti sei organizzato proprio benissimo, allora- commentai.

-Certo, questa è la mia sorpresa per te, deve essere tutto perfetto- si lasciò cadere vicino a me, tra i cuscini, quindi aprì il contenitore. Mi spinsi avanti, desiderosa di sbirciarci dentro.

-Curiosa?- chiese Ethan, tirandosi un po' indietro e ridacchiando.

-Certo che sono curiosa!-

Sorrise e mi fece vedere ciò che c'era dentro il contenitore. Erano delle torte salate a forma di cuore. Sentii i miei battiti aumentare, un groppo in gola, le lacrime che spingevano per uscire. Un sensazione di calore mi accarezzò lo stomaco. Ero felice, semplicemente felice. Con lui era tutto semplice, molto semplice.

-Che ne pensi?- chiese Ethan –Sono a tema?-

Mi spinsi in avanti e lo baciai. Lui, preso dalla sorpresa, lasciò cadere il contenitore tra i cuscini e mi abbracciò, le mani che spingevano contro la mia schiena. Fu un bacio lungo, dolce, incantevole. Un bacio che avrei voluto ricordare per sempre. Quando finalmente ci staccammo Ethan mi sorrise.

-Se avessi saputo che la reazione era questa, beh, ti avrei portato prima le tortine a forma di cuore-

-Sei proprio una sciocco, sai?- dissi, la voce rotta dai singhiozzi.

Ethan mi strinse forte a sé. –Lo sai che sono uno sciocco-

-Certo che lo so! E mi piace molto-

-Il fatto che io sia uno sciocco?- mi guardò con i suoi occhi grigi.

-Il fatto che tu ammetti di esserlo anche se non lo sei pur di farmi sorridere... tu faresti qualsiasi cosa pur di farmi sorridere e non c'è nulla di più dolce- e lo baciai nuovamente. Lo avrei baciato per sempre.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questo ballo?

A presto

Nelle luminose notti d'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora