6. IL MONDO VIRTUALE

163 11 15
                                    

La mia camera mi accolse in silenzio. Avanzai, il cuore in gola e un forte senso di nausea. Lasciai cadere la borsa a terra, quindi mi sedetti sul bordo del letto. Non avevo voglia di leggere il quaderno di Lauren. Non in quel momento. Mi sentivo confusa, quasi sul punto di esplodere. Chiusi gli occhi e il viso di Ethan riempì la mia mente. Il suo viso ovale, le labbra carnose, gli occhi grigi come la tempesta. Mi sforzai di cacciarlo, le tempie che mi pulsavano dolorosamente. Io non avevo tempo per l'amore. Sospirai. L'amore era per le ragazze spensierate, proprio come Isabel. Oppure no? Non ne avevo più diritto io? "E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, dopo le tazze, la marmellata e il tè, e fra la porcellana e qualche chiacchiera". Sì, ne sarebbe valsa la pena di tentare, di provare.

-Sì che ho il diritto di amare!- dissi a Cenerentola, eternamente intenta a correre via dal ballo. Mi alzai. Sapevo cosa dovevo fare. Andai fino alla scrivania e mi misi a cercare nei cassetti fino a quando non trovai un vecchio quaderno verde, che usavo per gli appunti di matematica. Lo capovolsi, presi la penna con la rosa rossa sopra, quindi iniziai a elencare tutto ciò che avrei voluto fare.

Dieci minuti dopo avevo terminato. Avevo diviso i molti obiettivi della mia vita in sole tre categorie: capire cos'era successo a Lauren, diventare l'ape regina del campus e trovare l'amore. Sorrisi, triste. Tre sciocchezze, non sarei mai arrivata a raggiungerne nessuna delle tre. Tamburellai con la penna contro la mia guancia.

Un trillo mi fece sobbalzare. Alzai lo sguardo e mi ritrovai a fissare lo schermo del computer che ora non era più nero. Ricordai solo in quel momento che lo avevo lasciato acceso. Sul monitor era comparsa una notifica dal sito degli avatar.

"Sei stata invitata al Vampire Pub"

La fissai sorpresa. Sotto c'erano solo due opzioni: accettare o rifiutare. Non dubitavo che fosse stato il misterioso mittente della lettera a mandarmi quell'invito. Sentii il cuore aumentare i battiti e lo stomaco stringersi.

-Le cose potrebbero farsi serie- afferrai il mouse quindi portai la freccetta sull'accettare –nella vita bisogna osare- decisi e ci cliccai sopra.

Un attimo dopo comparve un altro messaggio.

"Si prega d'indossare gli occhiali e i guanti per la realtà aumentata".

Mi bloccai. Me li avevano regalati per Natale i miei genitori. Un modo per evitare che la mia malattia mi fosse d'ostacolo. Me li misi. Dovevo andare fino in fondo, dovevo scoprire chi era. La prima cosa che vidi fu il buio. Sbattei le palpebre, mentre una dolce musica mi avvolgeva. Mi guardai intorno. Era certamente un locale. Mi trovavo all'ingresso, vicino alla porta socchiusa che conduceva probabilmente a una saletta privata. Avanzai di un passo e l'immagine si spostò. Ora potevo vedere tutta la sala. I colori predominanti erano il rosso scuro e il nero. Molte persone stavano ballando. Indossavano tutti un abbigliamento gotico. Dov'era lui? Feci un mezzo giro su me stessa. Non mi aveva dato indizi e...

-Vicky-

Seguii la voce, bassa e roca, familiare e sconosciuta allo stesso tempo.

-Vicky, vieni, sono qua-

E fu in quel momento che lo vidi. Era appoggiato tranquillamente allo stipite della porta, avvolto nell'ombra. Mi sfuggì un sorriso. Un vero vampiro. –Sei tu, quindi?-

Il ragazzo fece un inchino. –Sì, sono io- fece un passo indietro, sparendo nella saletta –vieni, ti stavo aspettando-

Lo raggiunsi, il passo incerto. Mi sentivo goffa, fuori luogo, ma non ero sempre un po' fuori luogo? Entrai nella saletta. Era ovale, con un divano rosso scuro con zampe di leone. Le mie scarpette frusciarono sulla moquette.

-Sei davvero molto bella- disse, una certa esitazione nella voce.

Voltai la testa e finalmente riuscii a vedere il giovane misterioso, fermo sotto una delle lampade gotiche. Era alto, con il viso regolare, capelli neri e occhi di un grigio intenso. Ethan. No, poteva essere solo un caso. Oppure no? Indossava una redigonde e un paio di pantaloni, entrambi neri. Era una creatura che pareva fatta d'ombra.

Nelle luminose notti d'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora