57. JENNIFER

63 10 6
                                    

-Vicky- sussurrò piano Izzy –c'è una cosa che non ti ho raccontato- la voce era flebile, tanto che mi dovetti avvicinare per poterla sentire. Sembrava fragile come una bambola di porcellana su quel letto d'ospedale.

-Ora devi riposare- le dissi –non c'è fretta-

-Sì, invece- deglutì –si tratta di Jennifer-

Un brivido gelido mi percorse la schiena. –Jennifer?- le chiesi –La ragazza che è morta durante la gita?- quella a cui s'interessava Lauren. Un senso d'inquietudine mi strinse la gola. Qualcosa in quella storia non mi piaceva. Si annunciavano guai. Molti guai. Un formicolio mi percorse le gambe. Volevo correre via, volevo semplicemente andarmene. Eppure dovevo ascoltare, dovevo conoscere la verità.

-Sì, lei- mormorò Izzy, faticosamente –avrei dovuto parlare prima, ma non ci sono riuscita- piegò le labbra in un sorriso che era solo la parodia dei suoi vecchi sorrisi.

-Cosa sai?-  la incalzai, il cuore che mi batteva all'impazzata. Non ero più tanto certa di volere sapere.

-Non è stato un incidente- mormorò, distogliendo il suo sguardo dal mio.

-Allora cos'è stato?- chiesi, il cuore che batteva fortissimo.

-Avevamo deciso di fare un gioco- sussurrò –uno stupido gioco... eravamo ubriachi, avevamo bevuto parecchio a essere onesti, non ci andava di tornare nelle nostre stanze, così siamo saliti fin sul tetto dell'albergo- fu interrotta da un colpo di tosse che scosse tutto il suo corpo. Per un attimo temetti che sarebbe morta soffocata. Era così debole. La tosse finì e lei poté continuare a parlare. –Non so chi ha iniziato a parlare di Wolly Wood, non lo ricordo più, forse è stata Jennifer stessa- sospirò –abbiamo iniziato a chiederci se lo si può evocare anche se non si è a casa, così qualcuno ha proposto di fare il rito usando il cellulare invece del computer- deglutì, gli occhi lucidi di lacrime –Jennifer si è offerta di farlo, ha preso il suo cellulare e ha iniziato a chiamarlo- sospirò –ammetto che avevo paura, molta paura-

-Cos'è successo?-

-Jennifer lo ha evocato... e poi ha iniziato a dire che continuava a sentirlo, come se la seguisse, come se non le desse pace- abbassò lo sguardo e lo fissò sulle sue mani magre. La cicatrice sul polso parve brillare.

Soppesai quelle parole, cercando di scacciare il ricordo di Lauren, la sua disperazione.

-Era colpa dell'alcol, chiaramente... poi è scivolata... davanti a tutti- le lacrime le scendevano giù dalle guance, abbondanti –è caduta... noi l'abbiamo vista-

-Non avresti comunque potuto evitarlo- le appoggiai una mano sul braccio. Volevo consolarla.

-Forse no... ma avremmo potuto avvertire subito qualcuno, chiamare un'ambulanza... non è morta subito, capisci? Ci ha messo ore... forse avrebbe potuto salvarsi-

Quella verità mi strinse il cuore. Cercai di dissimulare, di non mostrare il mio orrore. Non ora che Izzy era ammalata.

-Michael continuava a ripetere che avrebbe perso la borsa di studio se qualcuno avesse saputo cos'era successo-

Michael. Non riuscivo a crederci. Michael era il ragazzo dolce e comprensivo, quello che mi aveva sempre aiutata. Non avrebbe mai potuto lasciare una ragazza a morire senza fare nulla.

-Spero di trovare pace un giorno per questo- sussurrò Izzy.

-Lauren si era interessata alla morte di Jennifer- dissi. L'aria quasi mi mancava.

-Sì, si era interessata a Jennifer- ammise Lauren. -Aveva fatto parecchie domande in giro-

-Aveva scoperto qualcosa?- chiesi.

-Non lo so- rispose Izzy.

Io sospettavo di sì. No, ne ero certa. Lauren aveva scoperto qualcosa. –Izzy, pensaci bene-

Mia cugina chiuse gli occhi. Restai in attesa, il cuore in gola. Quando temevo che si fosse addormentata finalmente riaprì gli occhi. –William- disse piano –William Nyx-

Un brivido mi percorse la schiena. William era colui che aveva diffuso quelle voci su Lauren, quelle che sostenevano che lei era poco seria. Deglutii, il cuore in gola. –C'entra William?- chiesi piano.

-Potrebbe, lui e Jennifer... è stato lui a insistere perché non dicessimo nulla- faceva fatica a parlare –credo che Lauren lo abbia anche affrontato-

Il quadro della storia si stava facendo più chiaro. Lauren che affrontava William non solo per quello che aveva fatto a Jennifer, no, non c'è mai un solo motivo per cui avvengono le cose. Lauren era legata a William da uno strano sentimento. Amore e odio. Qualcosa che in qualche modo io potevo comprendere. Ma se la persona che aveva avvelenato Lauren e Izzy era la stessa cosa c'entrava William? Proprio non riuscivo a capirlo. A meno che William non c'entrasse direttamente con la morte di Jennifer e volesse mettere tutti a tacere, perfino Izzy.

-Dove posso trovare delle prove?- chiesi piano, la mente che viaggiava veloce.

Izzy sospirò. –In camera di Lauren, credo-

Ricordai la luce accesa nella sua stanza. Sì, qualcuno stava cercando qualcosa. –Grazie- le stampai un bacio sulla fronte calda. Mi chiesi se avesse la febbre.

-Stai attenta, Vicky- sussurrò Izzy, lo sguardo arrossato –questa storia... c'è qualcosa che non mi piace-

-Starò attenta- le promisi con un filo di voce.

-Attenta- ripeté e un brivido mi percorse la schiena. Era una situazione pericolosa, questo lo comprendevo. -Prendi la mia macchina- aggiunse.

Annuii, il cuore che ballava nel petto. -Grazie- sussurrai.

-Non ringraziarmi, lo faccio per Lauren, lei merita giustizia-

-Sì, merita giustizia- confermai. La meritava più di quanto avessi mai pensato.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao

Cosa ne pensate delle ultime scoperte?

A presto

Nelle luminose notti d'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora