25. AL CAMPUS

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Avanzai, tirandomi dietro il trolley rosa, assurdamente pesante. Strinsi i denti. Mio padre si lamentava sempre dicendo che non aveva la minima idea delle cose che una donna metteva in borsa per farla pesare così tanto. Per una  volta ero obbligata a dargli ragione. Mi fermai, i muscoli delle braccia doloranti. Cos'avevo messo lì dentro? Mi guardai intorno. Il giardino del campus era pieno di gente, soprattutto ragazzi. Ansimando ancora per la fatica mi appoggiai al trolley. La giornata era molto calda, inoltre il fatto di essere quasi completamente coperta per non esporre la pelle non aiutava. Izzy era sparita non appena eravamo scese dalla macchina. A quel paese l'affetto familiare e la sua promessa di aiutarmi. Deglutii, ripensando alla conversazione che avevo origliato la sera precedente. No, doveva esserci una spiegazione, doveva esserci...

-Hai bisogno di aiuto?-

Quella voce! Mi voltai e incontrai lo sguardo di Ethan. Sentii il mio cuore aumentare i battiti e il mio respiro farsi più affannoso. Cosa ci faceva lì?

-Silenzio assenso- commentò lui, avvicinandosi. Mi sfilò la maniglia del trolley di mano e tirò. -Cosa ci hai messo dentro? La casa?-

-Solo camera mia- ribattei -ma tu cosa ci fai qua?-

-Io lo frequento questo college- rispose con un sorriso.

La risposta mi sorprese. -Perché non mi hai detto nulla ieri sera?-

-Volevo giocare sull'effetto sorpresa- mi strizzò l'occhio.

Lo fissai senza sapere cosa dire. Una parte di me avrebbe voluto ridere, l'altra... beh, non lo sapevo neppure io. Non potevo negare di essere felice che lui fosse lì. La sua presenza mi rassicurava. -Beh, mi hai sicuramente fatto una sorpresa- dissi infine, sforzandomi di mantenere l'espressione seria. Una cosa molto difficile con Ethan, visto che mi veniva sempre voglia di sorridere.

-Sorprenderti è la mia missione... sei al dormitorio?-

Annuii. -Per il momento- l'obiettivo di me e Lauren era di entrare in una sorellanza, una di quelle tranquille, forse un po' da sfigate. Una vita tranquilla, ecco quello che volevamo.

-Bene, ti accompagno fin dentro- si mise a camminare e io lo seguii, tenendomi il cappello con una mano, in modo tale che non mi cadesse.

-Tu dove stai?-

-Ho un appartamento in città... comunque conosco il ragazzo di una confraternita, credo che entrerò lì-

-Niente iniziazione?- chiesi. I riti d'iniziazione mi preoccupavano.

-Non tutte le confraternite li fanno-

Annuii. Buono a sapersi. Ci mancava solamente un rito d'iniziazione.

Entrammo nel dormitorio. Un gran numero di studenti andava avanti e indietro. Una biondina mi diede una gomitata per passare, io ricambiai, strappando una risata a Ethan.

-Cominciamo bene- commentò.

Mi strinsi nelle spalle e proseguii, alla ricerca della mia camera.

-Deve essere questa- dissi infine, fermandomi e controllando il numero sopra la porta. Trentasei. Presi la maniglia, gelida, e l'aprii. -Può andare- commentai, sbirciando dentro. La stanza non era molto grande, c'erano due letti messi ai lati opposti e un solo armadio. Le tapparelle delle finestre erano abbassate e regnava il buio. Buon per me.

-Avrai una compagna di stanza- disse Ethan.

-Già- mormorai, avanzando di qualche altro passo.

-Va bene se te la lascio qua?- chiese, posando la valigia vicino al mio letto.

-Sì, perfetto- sorrisi, imbarazzata -Grazie di tutto- aggiunsi.

Ethan si strinse nelle spalle. -Sono sempre felice di aiutarti, lo sai-

Restammo l'uno di fronte all'altra, in silenzio. Okay, quello era uno di quei momenti in cui ci sarebbe voluto un bacio. No, non potevo baciarlo di nuovo. Forse non tenevo a John, forse la persona che mi faceva battere forte il cuore ce l'avevo proprio lì davanti. Sarebbe stato magico.

-Ehm, ci vediamo- disse Ethan, lo sguardo grigio che brillava.

Io annuii. -Sì, ci vediamo-

Nessuno dei due però si mosse, continuammo a fissarci, come se non riuscissimo a staccarci. I suoi occhi erano agganciati ai miei. Dovevo abbracciarlo, stringerlo a me e... fu Ethan ad agire. Avanzò e mi trasse a sé. Io gli buttai le braccia al collo, un gesto istintivo. Restammo così per molto tempo, non sapevo per quanto. Era bello stare in quel caldo abbraccio. Bello e rassicurante. Inspirai il profumo di lavanda. Il suo profumo, un profumo che mi faceva tremare e che ormai associavo sempre a lui.

-Vicky, io... -

La porta si aprì con un forte rumore. Sobbalzai, sorpresa. Quando voltai la testa vidi una ragazza con i folti capelli rossi e il viso pieno di lentiggini.

-Ops, scusate ragazzi- esclamò.

Io mi sentii avvampare. Feci meccanicamente un passo indietro, staccandomi da Ethan. Il momento magico era finito, si tornava all'odiosa realtà.

-Io devo andare- si affretto a dire Ethan, senza neppure guardare la nuova arrivata -ci vediamo-

-Sì, ci vediamo- dissi, la voce che mi tremava.

Ethan annuì, mi sorrise -un sorriso  che mi fece tremare le ginocchia- e uscì.

Io mi lasciai cadere sul mio letto, il cuore in gola, le ginocchia molli e con il desiderio di perdermi con la mente in un mondo fatto di momenti passati insieme a Ethan. Ero innamorata cotta di lui. Deglutii. Avrei dovuto deludere John, dirgli la verità.

-Quel figo è il tuo ragazzo?-

La domanda mi riportò alla realtà. Fissai la nuova arrivata. Non era molto alta e indossava un maglione verde con un paio di jeans scoloriti. -No, non è il mio ragazzo- ammisi.

-Peccato, è molto carino- mi si avvicinò e lasciò cadere a terra la valigia -comunque io sono Sally- mi porse la mano.

La presi e lei me la strinse con forza. Una stretta salda e decisa.  -Sono Victoria- mi presentai.

-La mia nuova compagna di stanza?- chiese Sally, sorridendo. Notai che aveva i denti un po' storti.

-Sì- sussurrai. Avrebbe dovuto essere Lauren la mia compagna di stanza, era una cosa che sognavamo da anni.

-Bene... vedo che hai scelto il letto- disse, riportandomi a una realtà di cui Lauren non faceva parte.

-Se non ti dispiace-

-Oh no- si avvicinò all'altro -per me è veramente uguale... il ragazzo che è uscito, vi conoscete da molto?-

Perché dovevamo parlare di Ethan? Dovevo ammettere che la cosa m'infastidiva. Cosa voleva sapere Sally di lui? -Sì, andavamo nella stessa scuola- mormorai.

-Che fortuna!-

Annuii debolmente. Forse Sally era un po' troppo esuberante per i miei gusti.


NOTE DELL'AUTRICE: 

Ciao!

Cosa ne pensate della sorpresa fatta da Ethan?

A presto

Nelle luminose notti d'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora