34. AL BOWLING

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L'aula era quasi vuota. La cosa però non mi sorprendeva. Prima di tutto perché era domenica e poi perché la conferenza non era obbligatoria. Seguii Ethan e prendemmo posto a metà.

-Possiamo stare lontani dalla finestra?- mi affrettai a chiedergli –Ho mal di testa- mentii -e la luce mi da fastidio-

-I postumi di ieri sera?- chiese lui, divertito, mentre si allontanava dalla finestra.

-Può essere- mi sforzai di sorridere. Un senso d'amarezza mi stringeva lo stomaco. Prima o poi avrei dovuto dirgli la verità. Il nostro rapporto non si stava approfondendo? C'era tempo, pensai. Era una bugia, certo, ma dovevo crederci. Non volevo rovinare quel giorno. Prima di andare alla conferenza ero passata in camera mia per cambiarmi e mi ero messa un po' di crema solare opaca. Dovevo solo stare attenta. Avevo anche preso le medicine. Andava tutto bene. Mi lasciai cadere di fronte a un banchetto pieno di disegni tracciati con una penna rossa. Alcuni erano decisamente improponibili. E ne poi notai uno. Un nome e un cognome, seguiti da una scritta: "Per essere ricordati ". La gola mi si stringe. Qualcuno che voleva essere ricordato.

L'insegnante entrò in quel momento. Era un uomo di mezz'età, vestito in maniera sportiva con una felpa e un paio di jeans.

-Giovanile- fu il commento di Ethan.

-Già- risposi, affrettandomi a prendere dalla borsa un quaderno con due cigni disegnati sopra e una penna a forma di panda.

Ascoltai la conferenza con un'interesse crescente. In realtà era solamente introduttiva. Ce ne sarebbero state altre.

-Il folklore popola la nostra fantasia da secoli, praticamente dalla prima volta in cui l'uomo ha iniziato a chiedersi il perché delle cose- spiegò -Nessuno sa da dove nascono i mostri, ma noi abbiamo provato a dare delle spiegazioni... l'essere umano è un cercatore di spiegazioni-

Cercatore di spiegazioni. Mi piaceva come definizione.

-E noi cercheremo i significati- sorrise -avete qualche domanda?-

-Sì- disse Ethan, sorprendendomi -volevo sapere qualcosa sui vampiri-

-Una domanda molto generica e interessante... il vampiro ha origini antiche- spiegò -sapete dov'è la prima citazione che riguarda i non morti?- chiese e, dopo un attimo, si diede da solo la risposta -L'epopea di Gilgamesh, l'opera epica più antica di cui abbiamo traccia-

-E i vampiri potrebbero esistere nella realtà?- chiese nuovamente Ethan. Lo fissai sorpresa. Non era una domanda azzardata?

-Molto interessante... vediamo, tecnicamente no, sapete, esiste un esperimento mentale secondo il quale se il primo vampiro fosse comparso a inizio 1600 in circa due anni e mezzo avrebbe trasformato tutta la popolazione del mondo in vampiri-

-I vampiri quindi non possono esistere- disse una ragazza bionda in prima fila.

-Aspettate, l'esperimento non considera il vampiro intelligente, quello che si sforza di nascondere la sua identità, ma avremo tempo di parlarne- disse l'insegnante con un mezzo sorriso -Ma torneremo a parlarne, non temete... per ora il nostro tempo è finito-

Radunai le mie cose e le misi in borsa, chiedendomi se i vampiri potessero realmente esistere. Ovviamente era una sciocchezza. I vampiri non esistono.

-La nostra giornata non è ancora finita- esclamò Ethan –ti voglio portare in un posto-

-Dove?- chiesi, voltandomi verso di lui.

-Lo vedrai- disse, criptico.

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