Capitolo 40

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<<Ma che cazzo fai!?>>

Sentii urlare una voce dietro di me. Mi girai di scattò e vidi le chiavi di Cheryl per terra, la sua faccia sconvolta e ricoperta di lacrime e Betty e Veronica che mi guardavano con occhi spalancati.

<<Cher, ti prego fammi spiegare.>> Ci provai. Ci volevo provare con tutta me stessa, ma lei mi guardò dritto negli occhi senza spiccicare mezza parola.

<<Mi fai schifo.>> mormorò Cheryl. Oltre alle chiavi, aveva fatto cadere la sua maschera da stronza facendo vedere a tutti come stava realmente. Se ne andò, scappando via dal Chock'lit Shoppe.

<<Complimenti, davvero.>> ammicò mia sorella seguendo la rossa subito dopo, cosa che fece anche Betty.

<<Che ti avevo detto t/n?>> esclamò Jughead seduto ad una poltrona dietro di me <<Ti avevo detto di non fare cazzate e che è ancora tutto in gioco.>>

<<Non più.>> bisbiglia fra le lacrime.

<<Cosa?>> domandò Jughead avvicinandosi a me.

<<È finita.>>

<<Non dire stupidaggini.>> affermò il mio migliore amico poggiandomi una mano sulla spalla e guardandomi con occhi a dir poco spaventati. Crollai addosso a lui, stringendolo come non avevo mai fatto in tutti quegli anni passati insieme. Quando mi staccai, cercai Eve per avere delle spiegazioni. Non c'era, era scomparsa. 

<<Dov'è Eve?>> domandai a Jughead. 

<<Perché la cerchi? Hai visto che casino è successo per colpa sua.>> affermò lui senza capire il motivo per cui io stessi cercando quella ragazza che faceva tanto l'amica con me.

<<Voglio delle spiegazioni Jonsy.>> dissi andando verso l'uscita del locale. Jughead mi guardò perplesso, come se non stesse capendo <<Insomma Jug, lei sapeva della delicata situazione con Cheryl, voglio sapere perché cavolo mi ha baciata.>>

Jughead non fece in tempo a dire nulla che io corsi via, alla ricerca di Eve. Corsi molto veloce per le vie di Riverdale riflettendo su dove sarebbe potuta essere in quel momento. Decisi di andare a casa sua. Non ci ero mai stata, ma lei mi aveva detto dove viveva, quindi non feci fatica a trovarla. Cercai il citofono con il suo cognome scritto sopra e suonai. Il portone principale si aprì dopo avermi fatta attendere per qualche secondo. Avanzai verso la porta di casa sua e mi aprì un uomo che aveva tutte le sembianze di un maggiordomo. 

<<Salve signorina, come posso aiutarla?>> mi domandò.

<<Si, salve, ehm, sto cercando Eve. Abita qui vero? È in casa?>> chiesi piegandomi sulle ginocchia per riprendere fiato.

<<Oh si, certo. Gliela chiamo immediatamente. Vuole accomodarsi?>> mi chiese poi spalancando la porta. Annuii e entrai in casa sua. Era enorme quasi quanto Pembrooke. Percorsi quel vasto ingresso guardandomi intorno con occhi spalancati, fin quando il presunto maggiordomo non mi portò nel soggiorno. <<Vado a chiamare la signorina Eve. Lei si accomodi pure e favorisca se vuole.>> disse indicando il vassoio pieno di biscotti sul tavolino davanti il divano e andando a chiamare Eve subito dopo. 

Esaminai attentamente quei biscotto, uno per uno. Ne trovai uno che mi fece pensare inconsciamente a Cheryl. Era a forma di cuore ed era pieno di marmellata alle ciliegie. Ne presi un paio e li avvolsi in un fazzoletto di carta, mettendomeli subito dopo in tasca.

<<Sto arrivando. Non fare casini, ci penso io.>> disse una voce dietro di me che mi fece girare subito d'istinto. Mi trovai davanti molto probabilmente il padre di Eve che stava parlando al telefono. <<Salve, lei chi sarebbe? Ti manda qualcuno?>> mi domandò scorbutico.

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