Burrone

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Sto camminando lentamente nella navata della chiesa, indosso ho un vestito stupendo, quello del mio matrimonio con Edoardo. Lui è molto lontano da me, mi sorride, mi sta aspettando. Mi giro alla mia destra e mi spavento quando, al mio fianco, al posto di Totò vedo mio padre
"Papà.." soffoco con un filo di voce, lui si gira a guardarmi, sorride e mi annuisce. Quando noto che siamo quasi arrivati vicini ad Edo stringo forte mio padre e gli sussurro
"Lui è Edoardo"
"Lo so" fa eco la sua voce che ormai ricordo vagamente, rimango spiazzata da questa risposta, come fa a saperlo?
Quando arrivo difronte ad Edoardo noto che è molto lontano da me, ma lo ignoro, abbasso la testa per sistemarmi il vestito e, quando la rialzo mi spavento, Edoardo non è più difronte a me. Mi guardo intorno e vengo incuriosita da una figura, è molto confusa, ma si fa sempre più chiara man mano che si avvicina. Una volta che mi raggiunge capisco... mio zio. Sul volto ha un ghigno malefico e nel suo sguardo noto solo malvagità
"Ma tu non eri..?" azzardo, lui ride, una risata fredda, cupa, terrificante. Senza rispondere mi afferra per il braccio, cerco di dimenarmi ma senza successo.
"Che vuoi da me?" chiedo con la voce tremolante, solo quando con la testa mi indica un burrone profondo mi rendo conto che non siamo più in chiesa, ma in un luogo che non conosco. Mentre mi guardò intorno impaurita e nel panico totale mi trascina a forza verso il burrone, resistendo ai miei tentativi di liberarmi dalla sua presa
"EDOARDO!!!" provo a chiamarlo, pur sapendo di essere sola con quest'uomo. Senza pensarci mi lascia cadere nel precipizio, chiudo gli occhi per non vedere, poi in uno scatto li apro.

Mi ritrovo seduta nel nostro letto, sono sudata e respiro affannosamente, la paura che provavo fino a cinque secondi prima adesso è svanita, istintivamente porto le mani alla mia pancia e la accarezzo leggermente.
"Sofí che succer?"  mi accorgo che Edoardo è sveglio affianco a me
"Un incubo" gli rispondo, ormai ho riacquisito fiato
"Come quello-?"
"Si, come quello che feci nell'hotel a Roma" lo interrompo conoscendo la domanda che voleva farmi
"Vieni qua" ci avviciniamo in un abbraccio ed io appoggio la testa sul suo petto, mentre lui mi accarezza i capelli
"Nun te preoccupà, ce stong ij 'cca" mi sussurra.

Di mattina siamo in macchina per andare a casa di mia mamma, Edoardo non deve andare a lavoro stamattina e quindi ne abbiamo approfittato per andare a farle compagnia, lui, anche se non lo ammette, lo fa perchè si diverte ad infastidirla. 

Arriviamo dopo poco e suoniamo al citofono
"Chi è?" risponde al citofono
"Il tuo preferito" la prende in giro Edoardo, lei ridacchia e poi ci apre.
"We wagliù, tutto apposto?" ci chiede salutandoci una volta arrivati davanti alla soglia della porta
"Si, siamo venuti a farti compagnia visto che oggi Edo non lavora" lei sorride vedendo la faccia da ruffiano di Edoardo
"Venite ja" facciamo come dice e ci sediamo tutti insieme.

La nostra chiacchierata viene interrotta dallo squillo del telefono di Edoardo, che appena legge il nome di chi lo sta chiamando sul display risponde
"Oh pronto.. sisi.. ma pe forz? No.. vabbuo mo veng, cià" 
"Chi era?" chiedo quando chiude la chiamata
"Pietro, ha detto che è urgente e vuole a me e Ciro là mo, vi dispiace ?" risponde dispiaciuto
"No tranquillo, è per lavoro, vai" lo tranquillizzo, mi sorride
"Grazie peccrè, allor ce verimm Elí!" dice salutando mia madre che gli sorride
"Stai attento" gli dico dopo aver ricevuto da lui un bacio veloce sulle labbra, annuisce e poi se ne va.

"Mà io so preoccupata" le confesso una volta sole
"Per Edoardo?" chiede confusa
"No, può capitare che abbiano bisogno di loro a lavoro"
"E pecchè allora? Che è successo?" continua preoccupata
"Perchè stanotte ho fatto un altro incubo, in questo c'erano papà e zio.."
"Non ti devi preoccupare di questo, sono solo incubi" mi accarezza la guancia
"Si mamma ma sembrava reale, soprattutto quando ha cercato di uccidermi"
"Chi?"
"Mio zio" la sua espressione sembra incupirsi un po'
"Mi preoccuperei se non fosse morto, ma lo è, non c'è bisogno di preoccuparsi, devi tranquillizzarti" queste parole mi calmano un po', annuisco e lei mi accarezza i capelli. Nonostante la paura che io provi solo al pensiero di questi due sogni so che rimarranno tali, quindi mia madre ha ragione, non devo preoccuparmi.

"Allora 'o nipotin mij comm sta?" mi chiede per cambiare discorso
"Sta bene credo, ancora non si fa sentire, e poi non sappiamo ancora se è maschio eh, io vorrei una femmina" mi guarda con un sorriso a trentadue denti
"Edoardo che dice?"
"Anche lui vorrebbe una femmina" dico sorridendo, poi mi incupisco leggermente
"Che c'è?" chiede subito lei, non le sfugge mai nulla
"Ho paura che se nascesse maschio un giorno anche lui.. un giorno dovrà entrare a far parte di quel mondo" butto fuori, lei mi guarda con dolcezza
"Questo non puoi evitarlo, ma non sarà costretto, Edoardo non lo farebbe, gli farà scegliere"
"Hai ragione, devo parlarne anche con lui" ritorno a sorridere, lei soffia una risata quando vede il mio cambio improvviso di umore, poi continuiamo a chiacchierare.

Se è con te. ||EDOARDO CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora