Uno sparo

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Siamo in giro a piedi per le strade di Napoli quando vedo un volto familiare, mi blocco quando lo riconosco e capisco che lui ha fatto lo stesso.
Istintivamente stringo forte la mano di Edoardo e mi 'nascondo' dietro di lui
"Oh amò che succede?" mi chiede confuso, gli indico con la testa quell'uomo, mio zio, che si sta avvicinando a noi con un ghigno.
"Guarda chi si rivede, ho saputo che ti sei fatta arrestare, mo stai pure con i mafiosi ?" ecco, ha toccato un tasto che non doveva toccare, è vero, ho paura di lui per delle cose che ha provato a farmi in passato, ma questo non deve permettersi di dirlo.
"Statt zitt piezz e merd, Edoardo potrà anche aver a che fare con i Conte e i Ricci, ma sicuro è più uomo di te, anzi, tu non lo sei proprio. È vero mi hanno arrestata,ma hanno sbagliato, come hanno sbagliato a non mandarti a poggioreale e buttare la chiave, meritavi di marcire già da tempo" non finisco nemmeno di parlare che mi ritrovo la guancia destra dolorante, mi ha tirato uno schiaffo, ci risiamo.

POV'S EDOARDO
Non sto capendo molto ma la situazione non mi piace, ascolto lei parlare, fin quando non succede una cosa che mi fa salire il sangue al cervello, lui le tira uno schiaffo. Non ci vedo più, Sofia non si tocca, non deve nemmeno guardarla. Mi scaravento su di lui e inizio a picchiarlo.
"Edoardo fermati! Ti prego andiamocene!" mi urla Sofia, sta piangendo, mi si spezza il cuore a vederla così, vorrei darle ascolto, stringerla a me e dirle di non preoccuparsi, che stiamo per tornare a casa, ma in certi momenti non riesco a controllarmi.

Sto avendo la meglio fin quando lui non fa una mossa inaspettata, caccia una pistola, per un momento non so cosa fare ma poi capisco, è debole e quindi posso fermarlo. Afferro la mano con la quale tiene la pistola, lui fa resistenza, sembra abituato. Sembra riacquisire forza, libera la mano nella quale tiene la pistola e la punta verso di me
"Sofí corri! SOFIA CORRI" le urlo, ho paura che possa succederle qualcosa, lei resta ferma, immobile
"SOFIA TI HO DETTO VAI VIA!" le urlo con le lacrime agli occhi, lei scuote la testa, mentre lui azzarda una risata e poi, improvvisamente, uno sparo.

POV'S SOFIA
Sento Edoardo dirmi di andarmene, ma non ci riesco, non lo farò, non lo lascerò da solo. Proprio mentre penso a questo sento un rumore che stavo sperando di non sentire, uno sparo.

La prima cosa che faccio istintivamente è guardare verso Edoardo, per un momento il mio cuore si blocca, lui sta bene.
Guardo verso mio zio, è steso a terra, con gli occhi chiusi e un colpo di pistola dritto nel petto, ma impugna ancora la pistola. Non è stato Edoardo perchè aveva la pistola puntata contro, mi giro, dietro di me c'è un ragazzo, per un momento lo scambio per Ciro.
"Peccrè! Sofí, stai bene?" Edoardo si è precipitato verso di me, distolgo l'attenzione da quel ragazzo
"Si, Edo chi è quello?" lui si gira, sembrava non averlo visto
"Pietro!" lo saluta, adesso capisco tutto, è il fratello di Ciro
"Eduà stai buon?" gli chiede preoccupato
"Si Piè, nun te preoccupà, grazie" gli risponde
"Tu stai bene?" adesso il fratello di Ciro si rivolge a me
"Si, tutto bene, grazie"
"Chi era quello Sofí?" mi chiede subito Edoardo, sospiro prima di rispondere
"Mio zio, il fratello di papà, dopo la sua morte iniziò a picchiarmi ogni volta che gli capitavo davanti, una volta provò a.." una lacrima mi riga il viso al ricordo di quel giorno, Edoardo mi stringe forte a sé.
"Non lo vedevo da 2 anni, un anno perchè sono stata all'IPM, l'altro perchè era andato a vivere a Milano, credevo che sarebbe rimasto lì, ma a quanto pare no"
"Mo' non ti devi preoccupare di lui" mi sussurra Edoardo
"Non volevo ucciderlo, volevo prendere una gamba ma ho sbagliato, mi dispiace" mi dice Pietro che è restato ad ascoltare in silenzio
"È stato meglio così" rispondo secca, lo penso davvero, le persone così non si meritano di vivere.
"Grazie ancora Piè"
"Di niente Eduà, sei di famiglia, la famiglia si aiuta. Mo andatevene voi, qua ci penso io" noi annuiamo e lo salutiamo, poi ce ne andiamo.

"Voglio rallegrarti la giornata" mi dice sorridendo Edoardo quando ormai siamo lontani dal posto dove è successo tutto
"Non sta andando male, è stato solo per un momento" gli dico sincera, non mi importa nulla di mio zio, lo preferisco morto che vivo
"Vabbè comunque voglio portarti in un posto" continua a sorridermi e questo fa sì che il mio cuore batta più forte.

Appena arriviamo nel posto dove Edoardo voleva portarmi capisco, è una sorta di balconata molto in alto, da qui si vede tutta Napoli, è stupendo
"È bellissimo" dico esterrefatta, quasi sussurrando
"Come te" a queste parole arrossisco, dopo più di un anno mi imbarazzo ancora quando mi fa dei complementi, questo sembra farlo ridere
"Le sorprese non sono finite qui" mi dice prendendomi per mano
"Ancora? È da ieri che continuano, stai facendo troppo"
"Non sto facendo niente di che, l'unica cosa che conta per me è vederti felice"
"Ma lo sono a prescindere se sono con te"
"Allora mi concedi un ballo?" mi chiede, non capisco, poi improvvisamente parte la musica, un lento, ridacchio e poi afferro la sua mano.

Quando finiamo di ballare lui estrae una busta piccola dalla tasca, è una delle solite buste della pandora
"Questo è il mio regalo per te"
"Anche un regalo? Non dovevi, mi hai fatto già tanti regali tra ieri e oggi"
"Dai smettila, prendi" mi dice con il suo solito fare da lecchino, faccio come dice.
Apro la busta e contiene una delle solite scatoline della pandora, apro anche questa e mi ritrovo davanti a un anello di oro rosa con un brillante, è stupendo
"Edo, mannaggia a te, è stupendo, ma quanto hai speso?! È davvero troppo"
"Ancora? Ma a te piace?"
"Certo, me lo chiedi anche? È stupendo"
"E questo è quello che importa" sorride, il suo sorriso non smette mai di farmi impazzire
"Dammi, te lo metto io" prende l'anello e me lo mette al dito
"Stai facendo le prove per il matrimonio?" gli chiedo scherzosa
"Ovvio, spero che sarà il più presto possibile" mi risponde.

Se è con te. ||EDOARDO CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora