Numero 5.

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Torno al tavolo e lascio i soldi del mio panino sul tavolo, sono arrabbiata più che altro per il fatto che non l'abbia finito.
"Sasha." Mi richiamano i ragazzi, infilo il mio giubbotto, voglio andarmene da qui.
"Cosa ti ha fatto?" Domanda Cam.
In lontananza vedo che Mr. Caso umano sta tornando qui.
Anne mi guarda con aria interrogativa, meglio che non faccia domande.
"Dai, era soltanto uno scherzo." Borbotta lui.
Apro la bottiglietta d'acqua e gliela lancio addosso, resta pietrificato, incapace di muovere qualsiasi muscolo del suo corpo.
"Stammi lontano." Dico spazientita.
Si passa una mano sulla faccia cercando di asciugarsi.
"Non giocare con me, Valentìn Taylor. Io non sono i tuoi amici, io non sono te, non sono lei." Indico la ragazza accanto a lui. "E non sono il tuo hobby preferito." Aggiungo, prego tutte le forze divine per non mettermi a piangere in questo momento.
Non sa cosa dire, si stringe nel suo giubbotto di pelle e l'unica cosa che fa, è guardarmi.
Ne ha anche il coraggio.
"Smettila di dare spettacolo, la mammina non ti ha insegnato l'educazione?" Chiede scioccata la ragazza.
Non sono mai stata violenta, altrimenti le avrei schiaffeggiata per tre giorni di fila.
"Mi sarebbe piaciuto avere ancora mia madre, ma purtroppo non c'è più." Ringhio.
I ragazzi si alzano dal tavolo preoccupati, temono che io possa scoppiare da un momento all'altro, ma non lo faccio.
Non cado a pezzi davanti agli occhi di nessuno.
"Tu stanne fuori." Dice Valentin infastidito dalla sua presenza, punta il dito contro la sua ex.
"Stronza." Le dico.
Esco immediatamente da quel posto e vado via di lì.
I ragazzi mi raggiungono subito dopo, anche lui.
Non ho voglia di parlarne in questo momento.
Non è il momento, non è l'ora, non è giornata, mese o anno. Non è la vita.

Il weekend passa in fretta, e sono già seduta sulla sedia scomoda della mia aula.
Una ragazza alta e bionda viene a sedersi accanto a me, sorridendomi.
"Ciao, posso?" Domanda gentilmente.
"Ti sei già seduta." Le faccio notare.
Adesso capisco perché non ho amici.
"Sono Elle, la tua vicina di casa." Risponde.
Sembra non voler mollare, non mi sono accorta nemmeno di avere dei vicini.
"Sasha." Le stringo la mano.
Parla per quasi tutta l'ora di lezione, non mi ero mai accorta di lei in quest'aula prima d'ora.

La maniglia della porta sbatte contro il muro, rivelando la figura di Valentìn, litigherá con il professore se continua così.
Ha i capelli spettinati e delle occhiaie ben visibili, indossa una tuta nera della Jordan, e devo dire che gli sta davvero bene.
"Sveglia." La mia compagna di banco mi schiocca le dita davanti agli occhi, mi ricompongo.
"Piace a tutte, ma non guarda e non parla con nessun essere umano del sesso femminile in questa scuola." Puntualizza.
Stento a crederci, ed io pensavo che fosse uno che andava a letto con tutte.
Se non parla con nessuna di questa scuola, forse gli piacciono quelle più grandi.
Lui si gira verso di me e mi getta addosso piccole palline di carta.
Sta cercando in tutti i modi di farmi perdere la pazienza, ma perché non può lasciarmi semplicemente nella mia pace?
Ride divertito non appena gli alzo il dito medio.

Le lezioni passano lentamente, i lunedì sono peggio di una verifica a sorpresa.

"Ma che belle signorine." Dice una voce alle nostre spalle.
Non credo io abbia mai visto questo ragazzo in vita mia, ma credo che la mia compagna lo conosca siccome sorride appena lo vede.
"Ciao Dan." Dice lei. "Sasha, lui è mio cugino Dan, frequenta il quinto." Continua.
Frequenta gli stessi corsi di Valentìn, ha la sua stessa età.
Val è finito nel nostro corso di Fisica perché è stato rimandato in questa materia più volte.
Non mi meraviglio.
"Quindi hai ventitré anni, non lo avrei mai detto." Ammetto.
Questo ragazzo è molto divertente, pensavo fossero tutti uguali nella mia scuola.
"Si, purtroppo." Ride.
Elle mi parla di tutte le volte in cui li hanno scambiati per fidanzati, anch'io ho subito pensato che fossero una coppia, ma lei ammette di essere cotta di mio fratello.
È un po' strano sentirselo dire, io e mio fratello non ci siamo mai raccontati nulla del genere mentre adesso devo assolutamente combinare qualcosa tra i due.
Valentin è seduto con gli altri in mensa e ci fissa, Elle me lo fa notare.

"Ti piace?" Domanda Dan.
In questi giorni credo di aver fatto il pieno di questa domanda.
È bello, bellissimo. Forse non ho mai visto qualcuno più bello di lui, ma no. Non mi piace.
"No, è uno stronzo." Rispondo masticando una patatina.
"Cosa ti ha fatto?" Mi chiede divertito.
È una lunga storia, e non ne ho né tempo e né voglia.

Elle e Dan guardano alle mie spalle, e lei mi colpisce il piede per avvertirmi che il biondo si sta avvicinando a noi sotto agli occhi di tutta la scuola.
Mio Dio, che imbarazzo.
Si siede accanto a me poggiando la testa sul suo gomito.
Sembra quasi tenero, ma poi mi ricordo della scenata di un paio di giorni fa e mi irrigidisco.

"Parliamo?" Domanda.
La sua voce ultimamente è diventata il mio suono preferito.
"Non ho niente da dirti Val, sul serio." Rispondo.
I due ragazzi seduti accanto a noi sembrano curiosi, tutti nella mensa hanno smesso di parlare per guardarci.
Valentìn che parla con una donna, sembra impossibile anche per loro.
Alcune ragazze mi guardano addirittuta male.
"Dai, seguimi." Dice prendendomi la mano, la ritiro subito.
Il suo tocco per me è come tante piccole scosse elettriche.
Mi prega con gli occhi.
Mi alzo non avendo ancora finito il mio pranzo e lo seguo, prende il mio zaino e lo tiene su una spalla, mi prende la mano per farmi camminare più veloce e sento gli occhi di tutti puntati su di noi.

Usciamo dalla struttura e si avvicina alla sua moto, mi passa un casco.
Spero per lui che stia scherzando.
"Io non salgo su quell'affare." Glielo ridò, mi ammonisce con lo sguardo e mi infila il casco, allacciandolo bene mentre i suoi occhi penetrano i miei.
Sale sulla sua moto e mi fa segno di salire, sbuffo e ci rifletto un attimo.
Salgo e mi sposto un po' più indietro e lo sento ridere, accelera facendomi balzare in avanti e dallo spavento lo stringo forte.
"Adesso va meglio." Sussurra.
Lo ha fatto apposta, e tutta questa vicinanza mi preoccupa. Non voglio che mi faccia stare male.
Sfreccia via di lì.

 'Occhi pieni di oceano.'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora