VALENTÌN POV'S.
Dopo scuola vado con Paul alla tavola calda, è da un bel po' che non parliamo io e lui da soli e Paul è sempre stato il mio migliore amico, più di tutti. Siamo praticamente cresciuti insieme, casa sua è proprio accanto alla mia e giravamo insieme nel nostro quartiere già dall'età di quattordici anni.
"Com'è andata ieri?" Tra una chiacchiera e l'altra Paul tira fuori il discorso di stamattina.
Non so se sono pronto a parlare di lei, di come mi fa sentire vulnerabile.
Io che avevo risposte a tutto, adesso fatico anche a farmi delle domande.
"Con chi?" Chiedo facendo finta di niente.
"Con lei, lo sai che ti conosco bene dai, Val." Risponde lui.
E va bene, abbasso le difese.
"È andata bene, fin troppo. Ci siamo baciati." Mi imbarazza sempre fare queste confidenze a Paul. "Anne le ha detto che sono vergine." Sospiro.
"Dove c'è Anne ci sono guai." Fa una risata sarcastica.
"Sasha potrebbe anche pensare che io non sia capace di scoparmi nemmeno una donna." Mormoro preoccupato.
"Amico, ma se le donne ti mangiano con gli occhi, sei tu che scegli con cura la donna adatta a te. Non farti paranoie, ma non vedi come ti guarda lei? Cazzo, è persa." Dice.
Magari è vero, magari è cosi e Sasha non bada a questo.
"Ti piace veramente? Perché sai, io davvero non ti ho mai visto così per nessuna donna. Non ti ho visto così preso da Britney e nemmeno per Anne." Si sistema sulla sedia e torna a guardarmi, si aspetta una risposta.
"Credo che con lei sia qualcosa di più, Paul. Lei non è come le altre. Impazzisco quando penso a lei, vorrei dedicarle tutto il mio tempo ma tu sai che io sono un cazzone e rovino sempre tutto, non so come comportarmi e non voglio ferirla. Voglio essere giusto per lei." Gioco con il pacchetto di sigarette che è davanti a me, lo faccio sempre quando sono nervoso.
"Non ho ancora toccato una sigaretta da ieri mattina." Mi accorgo, e lo dico più a me stesso che a Paul.
"Ti sei rincoglionito sul serio." Mi guarda stupito.
È questo l'effetto che mi fai, Sasha Yuk? Vuoi davvero farmi impazzire così?Verso sera torno a casa, i miei non sono in casa quindi ho già capito che sono fuori città per lavoro e me lo conferma un biglietto che mi ha lasciato mia madre sul tavolo nella sala grande, la governante sarà già andata via e non mi resta altro che spararmi un film da solo.
Non ho ancora sentito Sasha dopo stamattina, non le ho scritto nemmeno un messaggio. Non scherzo quando dico che non so come comportarmi con lei.
E se andassi da lei senza avvertirla? Le farebbe piacere? Ci rifletto su e alla fine prendo le chiavi della moto e mi avvio fuori.
Davanti alla mia porta di casa c'è Anne, è diventata il mio peggior incubo oramai.
"Val." Mi si butta addosso piangendo.
"Cosa vuoi?" Sbuffo spingendola via.
"Ti prego ho bisogno soltanto di parlare con te, ti prego." Piange come una bambina, donna non lo è mai stata.
Mi sposto e la faccio entrare, ma che sia l'ultima volta che si avvicina a me.
"Non so come liberarmi di te, devi starmi lontano." Dico gesticolando nervosamente.
Lei ha sempre tirato fuori il peggio di me.
"Lo so, volevo soltanto passare un po' di tempo con te. Tra due giorni parto." Sussurra piangendo.
Ed io riesco soltanto a pensare che questo sia un miracolo, finalmente.
"Vado a prendere dell'acqua." Esco dal salone lasciandola lì, non riesco nemmeno a starle vicino più di due minuti.
Non la odio, ma mi è indifferente.
Quando torno nel salone la trovo in piedi davanti al camino, è sempre stata strana per i miei gusti e a mio padre non è mai piaciuta. Poggio il bicchiere sul tavolo e lei si avvicina pericolosamente a me, alzo le mani per non toccarla. Le sue mani su di me mi danno fastidio.
"Mi manchi." Sussurra poggiando la testa sul mio petto.
Oh, nono. Non so che intenzioni abbia ma non è così che funziona.
"Non toccarmi, mi disgusti." La guardo male.
Riporta la sua mano sulla zip dei miei pantaloni, ha sempre cercato di risolvere i problemi così.
La allontano.
"Vattene, non è te che voglio." Ringhio serrando la mascella. "Non costringermi a farti male." Continuo.
Torna ad avvicinarsi a me e con le sue viscide mani tenta di togliermi la maglietta.
"Sei sempre stata una troia." Sospiro, quand'è che mi lascerà in pace?
"La tua." Si lecca le labbra e cerca di baciarmi ma la scanso.
La afferro per i capelli non facendole male, mi sbottona i jeans e abbassa la cerniera dei miei pantaloni, chiudo gli occhi appena tenta di abbassarmeli e mi appare il viso di Sasha.
La spingo non mettendoci tutta la forza.
"Non toccarmi mai più, ho una ragazza." Sputo davanti alle sue scarpe.
"Io sono innamorata di te." Piange ancora.
Ne ho abbastanza delle sue lagne.
La afferro per il braccio.
"Ti prego." Insiste.
La conduco alla porta e appena la apro, la figura di Sasha è davanti a me.
Sembra un miraggio, poi ritorno in me quando lei nota Anne.
Abbassa lo sguardo sui miei pantaloni aperti.
Oh, no. Non è come tu pensi. Dio, perché mi giochi brutti scherzi?
L'espressione di Sasha cambia in men che non si dica, rivelando tutto il disprezzo e la delusione che prova per me.
Le cadono i cartoni di pizza dalle mani, era venuta qui per me. Aveva pensato a me, voleva me.
"Non è come pensi." Avanzo verso di lei.
"Invece credo che sia esattamente come penso io." Sussurra indicando Anne accanto a me.
Lurida, ha sempre cercato di rovinarmi la vita.
Sasha scappa via senza aggiungere altro, senza guardarsi indietro.
Vorrei tirare i pugni nel muro oppure usare Anne come sacco da box.
"Vattene." Le urlo contro, la metto fuori e le sbatto la porta in faccia.
Tiro un pugno nel muro aprendomi di nuovo le nocche delle mani.
Perché deve essere tutto così difficile? Perché non posso vivere serenamente con lei?
Non riesco a stare qui fermo così mentre lei sta pensando che io mi sia lasciato toccare da quella mezza donna che era in casa mia.
Non ci ho pensato nemmeno per un secondo a sostituire Sasha, ed è giusto che lei lo sappia.
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'Occhi pieni di oceano.'
RomanceTratto dal mio primo racconto, spero vi piaccia. Ne vale la pena leggerlo, davvero.