Numero 27.

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Per tutto il tragitto di casa nessuno ha fiatato, Sasha sembra essere ancora arrabbiata e Denis è molto stanco. Mentre io ho soltanto un mal di testa assurdo e non voglio litigare ancora con lei stasera perché so che ha ragione, non avrei dovuto lasciarmi convincere da Anthony a riaccompagnare a casa quelle due.

"Chiamami quando vuoi." Dice Violet a Sasha mentre escono dall'auto. Violet la allontana da noi e le sento accennare qualcosa ma non riesco a sentirle del tutto.
I tagazzi ci aspettano tutti fuori dalla porta e se li becca il signor Hambrows ci faremo tante risate.
Aiuto Denis a portarli in casa e li sistemiamo nelle loro stanze.
"Quanto cazzo pesi Cameron." Dico a denti stretti salendo le scale, lo appoggio sul letto ed inizia a farfugliare.
"Val." Mi richiama, si mette a giocare con il telefono e singhiozza per la troppa birra bevuta.
Aspetto che continui a parlare.
"Mi prenderei mille pugni da te pur di avere un bacio da Sasha." Dice.
Stringo i pugni e il sangue mi ribolle nelle vene.
"Se non fossi così ubriaco ti avrei fracassato la faccia da renderti irriconoscibile." Rispondo.
Ed è la verità, mi disgusta sapere che faccia pensieri su di lei.
"Fallo pure." Ride come un coglione.
"Intanto me la sono scopata io, godeva così tanto con me che mi ha chiesto di essere scopata ancora dopo. Si, le ho tolto la verginità e tu non puoi cambiare questo." Ringhio a denti stretti.
Lui rimane impalato, con la bocca aperta. "Sai.. Sai com'era nuda in tutte le posizioni possibili e inimmaginabili? Io l'ho avuta, e tu? Io posso farci quello che voglio." Mi avvicino continuando a parlare e continuando a fargli male.
"È la mia donna, Cameron. È tutto per me, è mia. E la amo così tanto che tu e tutti gli altri coglioni di questo mondo ve la sognate una come lei." Avanzo ancora verso di lui.
Nessuno e dico nessuno torcerà mai un solo capello all'amore della mia vita. Nemmeno uno come Cameron, pensavo fosse come un fratello, ma quanto mi sono sbagliato.
Scendo le scale per andare da Sasha, non voglio che ci addormentiamo arrabbiati.

"Val." Mormora Denis nel corridoio.
Mi giro di scatto, non avevo fatto caso a lui.
Vado verso Denis e mi invita a sedermi sul divano.
"Posso chiederti una cosa?" Domanda.
"È tutta la sera che mi fissi, sei innamorato di me?" Gli chiedo ironico.
"Niente del genere." Ride. "Hai idea di cosa possa regalare ad Elle per fare la pace?" Domanda.
Il nostro amico ha perso i lumi, proprio come me.
"Beh, fiori e cioccolatini, no? È un'idea." Rispondo, di solito alle donne piace, l'ho visto nei film. Io non ho regalato fiori ad una donna, non lo avrei fatto nemmeno se mi avessero minacciato.
"Voglio chiederle di stare insieme appena torniamo a casa." Mormora.
"Dai, cazzo. Finalmente." Gli do una pacca sulla spalla per rassicurarlo, Denis è davvero un bravo ragazzo e ad Elle piace, già gliene avevo parlato. È il tipico ragazzo che io lascerei frequentare mia figlia.
Al solo pensiero di "mia figlia" ripenso a Sasha e Violet, la farmacista e mi alzo di scatto.
"Devi chiarire con mia sorella?" Domanda accomoagnandomi alla porta.
Annuisco.
"Ho capito dai." Ride e mi sventola le chiavi di casa davanti.
"Sei il migliore." Gli stringo la mano.
"Torna prima che mio padre si svegli." Dice.
Denis si fida di me, sta imparando a conoscermi e sa bene che non farei mai nulla per far soffrire la mia bambina.
Al pensiero di quella pillola ancora rabbrividisco, sapere che forse ho rovinato tutti i piani della sua vita, mi sento sfatto.
Entro nella capsula e chiudo la porta a chiave alle mie spalle, ascolto l'acqua della doccia allora capisco che è lì.
Sfilo le scarpe e mi spoglio lasciando i vestiti sulla poltrona e mi avvio nel bagno senza far rumore.
La scena davanti ai miei occhi mi fa quasi perdere l'equilibrio, è così dannatamente bella che morderei ogni centimetro della sua pelle, l'acqua scende lentamente sul suo seno alto e abbondante. Entro nella cabina doccia e lei sussulta e a momenti mi tira uno schiaffo dallo spavento.
"Sono io." La attiro a me dai fianchi, sembra così rigida.
"Sono ancora arrabbiata." Mormora.
Ed io sono ancora perdutamente innamorato, è lo stesso?
"Mi dispiace, non ascolterò più quell'idiota di Anthony." Rispondo accarezzandole la guancia.
Chiude gli occhi al mio tocco e sospira.
"Cosa ti ha detto Violet?" Domando preoccupato.
"La pillola senza prescrizione medica non posso prenderla. Ed io sono nuova in città, non ho ancora un dottore. Mi ha detto di aspettare direttamente." Risponde dispiaciuta, si sente colpevole ma non lo è. "Mi dispiace Val, io non.." La interrompo.
"Tu cosa? Perché ti senti colpevole? Abbiamo fatto l'amore, c'eravamo tutti e due non solo tu. Avrei dovuto pensarci io. Ma non mi sono trattenuto." Sospiro.
"Violet dice di aspettare il prossimo ciclo, e se non arriva di farmi un test di gravidanza." Fissa il vuoto e si stringe nelle spalle.
Sono pazzo se dico che mi piacerebbe la cosa? Ma che allo stesso momento non voglio rovinare la vita di nessuno. Avere un bambino per me a venticinque anni sarebbe fantastico, ma Sasha ha appena diciotto anni e non voglio infilargli un bastone tra le ruote. Suo padre mi ammazzerebbe e i miei genitori chi li sentirebbe, nono Valentìn, sei totalmente pazzo, lascia questo pensiero.
Le bacio la fronte e la abbraccio.
"Tranquilla, ci sono io con te. Andrà tutto bene." Sussurro sulla sua pelle.
Io non la abbandonerò, comunque sia.
Usciamo dalla doccia e la avvolgo nell'accappatoi, metto l'asciugamano intorno alla mia vita.
"Vuoi che te li asciughi io?" Mi riferisco ai suoi capelli bagnati.
Annuisce e afferro il phon dalle sue mani. Si rilassa completamente quando le pettino i capelli, mi piace vederla così, mi piace renderla serena con così poco.
Le do un bacio sulla testa appena finito, e lei va in camera mentre io chiudo la porta e mi guardo allo specchio.
"Combino solo danni." Mormoro alla mia figura nello specchio.
Il cellulare che ho lasciato nei miei pantaloni inizia a vibrare, appena lo prendo noto il nome di Anne sullo schermo.
Pensavo che fosse uscita dalle nostre vite.
"Cosa vuoi?" Rispondo.
"Val, puoi aiutarmi? Ho litigato con il mio ragazzo e mi ha lasciata in mezzo alla strada non so dove andare." Piange a dirotto.
"Sono a Portland, non a Seattle." Dico.
Anche volendo, ci metterei un bel po' per arrivarci.
Guardo l'orologio ed è l'una di notte.
"Lascia stare, vedrò cosa fare." Mormora, sbuffo.
"Sarò lì il prima possibile, mandami la posizione su Whatsapp." Sbotto riattaccando il cellulare.
Perché devo sempre essere io ad aiutare tutti? Sono uno stronzo lo so, ma non so dire di no. E Sasha si arrabbierà se lo verrà a sapere.
Infilo gli slip puliti ed esco dal bagno, la trovo nel letto infreddolita e già addormentata.
Sei una visione per me.
Mando un messaggio al mio amico Joshua, chiedo a lui di andare a prendere Anne visto che è in città. Mi risponde subito dopo e mi chiede di farsi inviare la posizione di lei.
Lascio il telefono sul comodino e mi metto a letto con lei, non mi va di litigare con Sasha per Anne, ancora.

Il mattino seguente mi giro nel letto credendo di trovarla accanto a me, ma non c'è. Alzo la testa di scatto mezzo addormentato e sblocco il cellulare per vedere che ora è, mezzogiorno, cazzo.
Infilo la testa nel cuscino.

 'Occhi pieni di oceano.'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora