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Mi svegliai di soprassalto. Erano appena le 6 di mattina, ed eccomi nella mia nuova casa, in una nuova città.

Mi ricordai presto che dovevo andare a scuola.
Insieme a Jennie sarei stata "la ragazza nuova", avrei avuto tutti gli occhi puntati addosso.

Lei mi passò a prendere e andammo a scuola a piedi. Iniziò a parlarmi, della missione ovviamente, disse: "Non dimenticare il nostro accordo, e non farmi fare brutta figura".

Ovviamente a lei importava della figura che avrebbe fatto.
"Ok, ma per quanto riguarda la missione, cosa dobbiamo fare oggi?"
Chiesi io.

"Tu non devi fare un bel niente! Meno cose fai meno casini combini!", mi rispose meschina.
"Non cacciarti nei guai, anche se saremo in classe insieme non potrò aiutarti 24 ore su 24".

Saremo in classe insieme? Anche durante le lezioni dovrò sopportare le sue lamentele su di me!

"Avremo tutto sotto controllo, finché non ti cacci nei guai". Disse, guardandomi dritta negli occhi.

Il suo sguardo era freddo come il ghiaccio, mi ammaliava e terrorizzava allo stesso tempo.

Non risposi e la conversazione finì in quel momento. Mancava ancora parecchio prima di arrivare a scuola, c'era silenzio, sembrava veramente di andare da sole!

"A che pensi?" le chiesi io.
"Sono affari miei, non ti impicciare"
A quanto pare la signorina non aveva voglia di conversare, meglio così.

Quando entrammo a scuola tutti si girarono verso di noi, eravamo le nuove arrivate e quello era un paese piuttosto piccolo, quindi le voci giravano.

Jennie si comportò normalmente: camminò con indifferenza, io invece guardavo tutto e tutti, sono proprio una frana!

Se non ci fosse stata lei a tenermi sottobraccio sarei andata a sbattere contro qualcuno!

Arrivammo davanti al bagno, lei mi prese per un polso ed entrammo, dopodiché mi lasciò e fummo una davanti all'altra.

"Allora, non siamo neanche entrate in classe e già devi comportarti così?? La mia pazienza ha un limite!" disse Jennie.

L'avevo già fatta arrabbiare, assurdo, non erano passati neanche 20 minuti da quando eravamo partite da casa.
Ero veramente così irritante?

"Mettiti questo auricolare, nascondilo con i capelli, così possiamo comunicare tra di noi" disse lei.

Wow, fastidiosa ma professionale. Annuii e feci ciò che mi aveva detto, così uscimmo dal bagno e ci dirigemmo in classe senza dire più nulla.

Nonostante tutto non avevo ancora capito che ci facevo lì. In effetti era lei la spia per eccellenza, io ero solo un ostacolo.

Voglio andarmene...Ma non posso. E poi l'attrezzatura è fantastica, l'unica qualità del mio nuovo lavoro. Naturalmente, avrei preferito farlo da sola, ma non ho le capacità.

Così devo sopportare quella ragazza, o meglio, è lei a dovermi sopportare. Chissà che cosa pensa di me... Di sicuro mi odia, vorrebbe che io non ci fossi, vorrebbe fare la missione da sola.

Ora ho lezione di chimica. Jennie sarebbe dovuta essere all'ultimo anno, quello per me era il terzo. Ovviamente abbiamo falsificato le nostre identità, lei si finge una ragazza di 16 anni, proprio come me.

Quindi ha due anni in più. Non erano tanti, però si comportava come se fosse l'adulta e io la bambina, che snob!

In classe mi sedetti all'ultimo banco, questo non era cambiato, non ascoltai la lezione, non presi appunti, mi guardai in giro.

Il mio obiettivo era più semplice rispetto a quello di Jennie: Momo Hirai, figlia del consulente del boss mafioso, il nostro bersaglio. Jennie mi disse di stringere amicizia con lei e farsi raccontare qualcosa.

Ma non è così che funziona! Sono arrivata tardi, ormai tutti hanno i loro amici, poi non è che abbia delle capacità sociali fantastiche!

Nonostante questo Jennie aveva già iniziato a parlare con il suo obiettivo: Irene, la ragazza più popolare della scuola nonché la più ricca, dopo di me ovviamente :)

Presi il telefono di nascosto per vedere una foto di Momo, per riconoscerla in mezzo ai miei compagni: eccola, seconda fila, vicino alla finestra.

Giapponese, stessa età, altre informazioni irrilevanti, una ragazza semplice e alla mano, non doveva essere prepotente come qualcuno che conosco...

Non so perché ma da questo mi ritrovai a pensare a Jennie, era seduta al primo banco e giocava con i suoi bellissimi capelli. Tutti gli occhi dei ragazzi erano puntati su di lei. Non sembrava affatto infastidita da questo.

Mi stava facendo venire il nervoso. No, Lisa. Devi concentrarti, sicuramente così non migliorerai. All'intervallo Jennie mi dirà che cosa ha combinato mentre io sono qui a fissare il soffitto.

Fuori da scuola si era accesa una sigaretta, io l'avevo fissata in silenzio mentre lei fumava. Non mi aspettavo una cosa del genere da lei.

Non devo impicciarmi, sono qui per fare il mio lavoro e basta.
Mi sento in colpa, ma d'altronde non è questo il mio posto.

𝐌𝐲 𝐬𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭 𝐬𝐩𝐲~𝐉𝐄𝐍𝐋𝐈𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora