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Mi nascosi dietro la porta ad origliare.. Sentivo una voce femminile, per niente familiare, mi sporsi ancora un pochino e...

Fallii miseramente, caddi e finii nella stanza, sotto gli occhi di tutti i presenti: il presidente, mio padre, due signori mai visti prima, e la ragazza del tavolo della mensa, che mi fissava con sdegno.

Era una spia professionale, era allenata, inoltre non sembrava volesse aiutarmi a rimettermi in piedi, come nessuno lì dentro, così feci da sola.

Per la prima volta la ragazza parlò e disse: " Visto?!? Anche per questo sono meglio di lei!"
Il suo tono era compiaciuto.
Queste cose poteva dirmele anche prima a mensa!

"Senta, signorina, le ho già spiegato il motivo della mia scelta", rispose cauto il capo.

"Peccato che non sia un motivo valido", continuò lei.
"Insomma, io mi alleno da anni, questo lavoro è diventato la mia vita, e sapete tutti che io sono perfetta per questo! Lei invece... Non è pronta per questa missione!" concluse la ragazza.

Aveva ragione...

"La prego, signor presidente, prenda in considerazione la nostra offerta" disse quel signore che non conoscevo.

"Solo se il signor Manoban è d'accordo, dopotutto è lui a dover decidere"

Mio padre si schiarì la gola e disse:
"Credo che a Lisa farebbe comodo una mano, insieme riusciranno certamente a completare la missione".

Quindi volevano che io e lei collaborassimo? Non se ne parla proprio. Ok che mi serviva aiuto. Ok che non avevo nessuna esperienza. Ma lavorare con quella?! Piuttosto ritorno a scuola!

Nemmeno lei sembrava contenta, continuava a squadrarmi, i suoi occhi erano due fessure.

Avevo sbagliato ad accettare quel lavoro... Ho tolto la possibilità di emergere a molte più brave di me. Lei era una di quelle.

La ragazza soffocò i sospiri di rabbia e uscì sbattendo la porta.

"Forse dovresti parlarci, Lisa, voi due dovrete affrontare un difficile percorso da domani" mi incoraggiò il capo. Annuii e la seguii silenziosamente per i corridoi.

Non potevo semplicemente sopportare la scuola per altri due anni? No Lisa, testarda come sei guarda dove sei andata a finire!

La ragazza, di cui non sapevo neanche il nome, si era chiusa a chiave nella sua stanza.

"Ehi, mi chiamo Lisa" dissi io.
"So come ti chiami, tutti qui dentro lo sanno, non c'è bisogno che ti presenti!"

Rimasi senza parole, che tono scortese! Nessuno si era mai rivolto a me in questo modo, prima.

"Ascolta, nemmeno a me piace questa situazione, ma dobbiamo collaborare e -"

"Collaborare? Non se ne parla, io me ne vado da qui! Volevo solamente essere utile, ma a quanto pare la precedenza va ai ricconi!" disse lei quasi urlando.

In quel momento persi la pazienza, era davvero irritante.
"Almeno fammi entrare, vuoi continuare a parlarmi da dietro la porta?" le dissi.

Lei sbuffò, ma non si mosse di un millimetro.
"Non ci voglio parlare con te, hai rovinato tutto" disse lei.

"Ascolta, ti ho vista prima a mensa! Non vuoi parlare con me ma a quanto pare adori parlare di me ai tuoi amici!" le dissi io.

"Tu non puoi nemmeno immaginare tutta la fatica che ho fatto e guarda adesso cosa ottengo? Un ruolo da leccapiedi per la famosa e inimitabile Lalisa Manoban!" disse la ragazza.

"E non inventarti scuse! Ti ho vista, agli allenamenti, sei una vera frana! Ti hanno presa solo per i soldi!", continuò, sempre più aggressiva.

Ancora una volta, non potevo darle torto, ma non c'era bisogno di comportarsi così.
"Non puoi andartene, svolgeremo in fretta questo compito, e poi ognuna andrà per i fatti propri".

Silenzio.

"Non ti chiedo di essere amiche o cose simili, solo...Di fingere che tra di noi regnino pace e armonia, altrimenti ci licenziano entrambe!" le dissi.

Aprì la porta di uno spiraglio, mi fissò e disse: "Mi piace fingere, è solo che non voglio lavorare con una dilettante come te" rispose, con un sorriso malvagio sul viso.

"Eddai, non essere così crudele, insomma, devo ancora imparare! Puoi insegnarmi tu, se vuoi...", dissi, ricambiano con lo stesso sorriso.

Lei mi fissò, senza dire una parola, ma con la stessa espressione di prima, quel contatto visivo andava avanti da troppo, così distolsi lo sguardo.

"Non lo so, Manoban, dammi qualche istante per rifletterci"

Dopo un po' mi disse: "ascolta, da domani farai tutto ciò che IO ti dirò, non farai di testa tua, ti dirò con chi parlare e chi frequentare, ma vedi di dimostrarti meno irritante di oggi"

"Altrimenti l'accordo salta", aggiunse con lo stesso sorriso malvagio di poco prima.

"Anche io ti odio, ma potresti almeno dirmi il tuo nome? Non mi sembra giusto che tu sappia il mio" le chiesi.

Lei mi si avvicinò pericolosamente e rispose:
"Sono Jennie Kim, e ora vattene, devo prepararmi per domani".

𝐌𝐲 𝐬𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭 𝐬𝐩𝐲~𝐉𝐄𝐍𝐋𝐈𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora