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Aprii gli occhi molto lentamente, la mia testa girava e sentivo di non poter muovere il mio corpo. Quando mi ristabilizzai completamente feci caso al luogo in cui mi trovavo.

Era una stanza buia, angusta e piena di spifferi. Ero legata ad una sedia, e un pezzo di stoffa mi impediva di parlare. Non ero sola, c'erano altre due sedie, Taehyung e Jennie legati a loro volta.

Tirai un sospiro di sollievo quando vidi che stavano bene, non avevo idea di cosa fosse successo ma non era nulla di buono. Ci avevano rapiti e pirati chissà dove.

Nessuno poteva sentirci, nessuno si sarebbe accorto della nostra assenza e non potevamo chiedere aiuto. Non sapevamo se ci avrebbero torturati o uccisi.

I miei pensieri vennero interrotti da qualcuno che spalancò la porta , un bagliore invase la stanza. Un uomo sulla cinquantina entrò, era vestito totalmente di nero, aveva un paio di occhiali da sole e un'espressione terrorizzante sul viso.

Mi vennero i brividi solo a guardarlo. "Bene bene bene, credevate di fare le spie, ma non si scherza con la mafia, ragazzi!" Fece un ghigno che mi pietrificò.

Vidi Taehyung che cercava di liberare le labbra dal fazzoletto e ci riuscì. "Lasciaci andare!" Disse. "Faresti meglio a comportarti bene, ragazzo, oppure preferisci la frusta?"

Un altro signore, il petto ampio come un armadio, varcò la soglia con una frusta tenuta ben salda tra le mani. Il mio amico rimase in silenzio, la frusta mi faceva paura, anche se non era per me.

"Guardala, Bob, è terrorizzata!" Disse, spostando la sua attenzione su di me.
Bob...Sicuramente era straniero, i suoi tratti non erano asiatici per niente.

Bob scoppiò in una risata fragorosa, ma non disse nulla. "Allora, bambini, io vi slego e vi porto la pappa, ma voi non dovete scappare, chiaro?" Disse l'altro uomo.

Noi tre annuimmo, perché era l'unica cosa che potevamo fare. Dopo dieci minuti arrivò il pasto, una minestra surgelata fredda e insipida.
"Non proviamo a scappare?" Sussurrai.

"Sarebbe uno sforzo inutile, avranno sicuramente una telecamera qui dentro, non sappiamo nemmeno dove siamo e come fuggire" Rispose pronta Jennie, evidentemente ci aveva già pensato.

In effetti aveva ragione, era praticamente impossibile.
Taehyung ci strinse in un abbraccio caloroso. "Almeno siamo tutti insieme" Disse.

Mi bastavano loro, ma avrei preferito trovarmi fuori da quel posto al più presto. Jennie sembrò leggermi nel pensiero e mi baciò, come per confortarmi.

Quel gesto tirò su il mio umore, così scattai in piedi e dissi:" non possiamo arrenderci così, dobbiamo pur fare qualcosa!"

Pochi secondi dopo la porta si aprì e Bob  entrò nella stanza.
"Mio collega aveva detto di fare i bravi" Ok, era straniero, inoltre aveva un pessimo accento.

"Devo andare in bagno" Risposi timida.
Mi squadrò per un lungo istante , dopodiché Rispose: "Tu vieni con me, voi restate qui, non muovete un dito".

Subito dopo mi trovai fuori, Bob mi stava guidando verso il bagno, così tentai di approcciarmi.
"Lo so che tu non vuoi questo lavoro"
"Tu non sai niente" Rispose.

"Invece sì, vuoi tornare dalla tua famiglia" continuai.
"Non dire queste sciocchezze, ragazza"
"Non sono sciocchezze, Bob, ti manca casa, è normale"

Dai suoi occhi scese una lacrima.
"Come l'hai capito?"domandò.
Io indicai una foto stropicciata che fuoriusciva dalla taschina della sua giacca.

"Questi sono i tuoi figli?"
"Sì, lui è Alex , ha sette anni, mentre lei si chiama Elle, ne ha appena compiuti tre"
Io sorrisi, quell'uomo aveva un cuore puro, anche se da fuori non sembrava.

"Non piangere, è normale sentire la loro mancanza, sai, anche a me manca la mia famiglia, perché sono rinchiusa qui con i miei amici"
Bob non rispose, ma continuò a guardarmi.

"Se vuoi possiamo scappare, che ne pensi Bob? Con il tuo aiuto possiamo trovare una via di fuga e tu potrai finalmente rivedere la tua famiglia"

Lui non rispose, l'uomo basso di prima si avvicinò a noi e iniziò a fare domande che non mi importavano.
Fui presto riportata in camera, dove dormimmo sulle sedie.

La mattina dopo mi svegliai a causa di un rumore. Proveniva da sotto la porta, così mi alzai per controllare, fortunatamente ci avevano slegati.

Era un biglietto, lo presi tra le mani e lo lessi. Era una calligrafia orrenda, non sembrava nemmeno coreano.
Diceva:

"Facciamolo,
da Bob"

𝐌𝐲 𝐬𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭 𝐬𝐩𝐲~𝐉𝐄𝐍𝐋𝐈𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora