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Ebbene, la prima giornata di scuola era trascorsa. Non era successo nulla di che, Jennie mi aveva completamente abbandonata per pranzare con Irene.

Io provai a parlare con Momo, era una ragazza riservata, non aveva molti amici, era un bersaglio abbastanza semplice.

"Quindi tu e Jennie vi conoscete?" mi chiese. Aveva un sorriso stupendo dipinto sulle sue labbra carnose. "Sì, veniamo dallo stesso paese", risposi imbarazzata.

"Non sembra, in realtà, ti ignora da tutto il giorno..." disse Momo.
"Lei è fatta così" dissi sospirando.
Non stavo andando poi così male.

Dopo scuola Jennie pranzò a casa mia, su insistenza di mia madre.

"Irene mi ha invitata ad un piscina party questo sabato, dovresti venire anche tu". Cavoli, non era passato nemmeno un giorno ed era già riuscita a fare amicizia con lei, la ragazza più popolare della scuola! Non ci posso credere!

Volevo rifiutare, ma non potevo a causa della missione. Le raccontai la mia giornata e della mia conversazione con Momo. Non disse nulla al riguardo, non mi guardò nemmeno in faccia quando parlavo.

Lei finì di mangiare e si alzò dal tavolo. "Vado a casa", si limitò a dire. "Ah, tra poco vado a prendere un gelato con Irene, seguici, ti mando l'indirizzo".

Non risposi e mi misi a scorrere instagram. Mi preparai e mi truccai leggermente, sarei stata una specie di comparsa. Mi stava già facendo impazzire, ed era solo il primo giorno...

Il tempo passava, Jennie e Irene parlavano di shopping, scuola, ragazzi...le cose che odio di più! A un certo punto vidi che si allontanava per venire verso di me.

"Ascolta, non ho molto tempo o Irene si domanderà dove sono finita, vai verso di lei e mettile un microfono sui vestiti" mi disse. Solo in quel momento mi accorsi che lei fosse incredibilmente vicina a me. Non mi piaceva, la distanza tra noi due era troppo poca.

Le mie guance si tinsero di rosso, annuii ma sentimmo un rumore di tacchi dietro di noi, era Irene.

Non c'era tempo, Jennie mi cinse la vita e mi trascinò con lei dietro a un muro, la mia schiena ci era appoggiata, lei era a pochi centimetri dal mio viso.

Il mio cuore prese a battere all'impazzata, dei brividi mi percorrevano la spina dorsale mentre lei mi guardava negli occhi, in maniera tranquilla e rilassata.

Insomma, il contrario di me.

Si avvicinò pericolosamente a me e sussurrò nel mio orecchio: "Calmati, e non fiatare."

Ancora una volta, le mie guance si infiammarono, e non riuscii a guardarla negli occhi.
Lei rise silenziosamente della mia reazione, si avvicinò di nuovo al mio orecchio e disse: "Che hai, Lisa?"

Io ero incapace di parlare, lei rise di nuovo. Forse mi trovava patetica.

"Hai ancora tanto da imparare, dilettante", aggiunse con il suo tipico sorriso malvagio. Ok sì, mi trovava patetica. Non riuscii ad aprire bocca.

Per fortuna se ne andò verso Irene e mi lasciò dietro a quel muro ancora incredula.

Strisciai a terra fino a sedermi, mi misi le mani tra i capelli.

Che cosa era appena successo?

𝐌𝐲 𝐬𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭 𝐬𝐩𝐲~𝐉𝐄𝐍𝐋𝐈𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora