[27] FINE

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Domani abbiamo l'esibizione di ballo, non posso credere di essere arrivata così lontano, insieme alle persone che amo. Il duro lavoro che abbiamo fatto ha delle ricompense.

Danzammo a ritmo di musica e ricevemmo numerosi applausi dal pubblico, che era in fibrillazione quanto noi.

Non mi ero mai sentita così...viva, in vita mia, le sensazioni che provavo mentre ballavo erano indescrivibili, forse era quello il mio mondo, dopotutto.

Alcuni mesi dopo

La primavera è appena iniziata, di nuovo. L'anno scolastico procede bene,  diciamo che riesco a cavarmela.

Un venerdì mattina passeggiavo assieme alle ragazze per andare a scuola, questa nuova abitudine mi faceva stare bene, specialmente nell' ultimo periodo, perché migliaia di petali di ciliegio svolazzavano in aria, rendendo l'atmosfera ancora più magica.

Con il loro profumo, e il rosa che inonda le strade, il romanticismo era dappertutto e il mondo sembrava un posto migliore con questa brezza leggera.

Stringevo Jennie fra le mie braccia mentre terminavo il mio racconto: "All'inizio credevo che tutto questo fosse una punizione, ma grazie a voi ho cambiato idea" Sorrisi.

Momo non sapeva nulla di tutto ciò che era successo, e credevamo fosse meglio così. Il passato è passato, quel capitolo buio della nostra vita andava dimenticato. Ma era arrivato il momento di raccontarlo anche a lei.

Rimase in silenzio ad ascoltarmi con interesse, per poi spalancare la bocca sorpresa.
Le cose erano andate per il meglio, il padre di Irene era stato arrestato e noi eravamo tornati dalle nostre famiglie.

Mancava solo un'ultima cosa da sistemare, ma aspettai che le altre se ne andassero...
"Perché continui a fissarmi?" Domandai.
"Stavi parlando, mi sembra scontato fissarti" Rispose Jennie.

"Lo sai che non dovresti"
"Lo sai che dobbiamo andare a scuola" Insistette.
"Certo che lo so, ma per oggi la scuola può aspettare".

Le strinsi la mano ancora più forte e mi misi a correre, lei mi seguiva incredula.
"Che stai facendo?" Chiese.
"Una cosa che avrei voluto fare da molto tempo".

Continuammo a correre, anche se eravamo senza fiato.
"Dove mi stai portando?" Domandò Jennie, con il fiatone.
"Fidati di me!"

Arrivammo in un parcheggio, presi le chiavi del furgone ed entrammo.
"E questo da dove arriva, Lisa?"
"Non fare altre domande, adesso si parte!"

Accedi il motore e sfrecciammo sulle strade più veloci del vento, il braccio fuori dal finestrino, più libere che mai.
"Inizio a preoccuparmi"
"Ti ho detto di fidarti, Jennie, so dove ti sto portando"

Lei annuì, forse per tranquillizzarsi. Era una cosa che avevo imparato con il tempo: a Jennie non piacevano i cambiamenti improvvisi. Vidi l'ansia sul suo viso, così le strinsi la mano.

Il suo sguardo scattò sul mio, e le sorrisi, come non avevo mai fatto prima.
Il suo battito rallentò, finalmente, e continuammo a osservare il panorama che ci passava davanti.

Dopo mezz'ora arrivammo. Era un posto a me molto caro, mia nonna mi ci portava sempre da piccola, e quelli erano gli unici momenti in cui potevo vivere la mia infanzia, senza avere il peso del giudizio dei miei genitori.

"Questa cos'è?"
"È una tenda da campeggio" Risposi prontamente.
Sì, avevo intenzione di dormire lì, avevo l'equipaggiamento completo.

Arrostimmo i marshmallow al chiaro di luna, con il fuoco scoppiettante che ci illuminava il viso, ci raccontammo storie del nostro passato e dei nostri piani per il futuro, mentre osservavamo le costellazioni nel cielo.

"Ho sempre pensato che averti intorno mi avrebbe fatto del male" Disse ad un certo punto.
"Ma, a quanto pare, ero solo una fifona"
Incrociò di nuovo il mio sguardo, dopodiché lo posò sulle mie labbra, che sussurravano "baciami".

E così fece, ripetutamente, per tanto tempo.

La mattina dopo ci svegliammo molto tardi, era ora di tornare a casa.
"Voglio restare qui per sempre, Lisa"
"Questo era solo l'inizio, ci sono tantissime cose belle da fare!"

"Dove andremo adesso che finirà la scuola?"
"Dove ci porterà il vento" Risposi.
"Per esempio, posso portarti a visitare la Tailandia, la mia terra".

Lei sorrise. "Sarebbe fantastico".
Proprio in quel momento una telefonata interruppe il nostro momento, quando lessi il nome sullo schermo mi ricordai di avere un lavoro.
Misi in vivavoce.

"Ciao Lisa, Jennie, so che ci sei anche tu"
Disse la voce del nostro boss.
"Purtroppo dovrete riposarvi un'altra volta, il dovere vi chiama".
Non aspettammo altro.

Caricammo la macchina e partimmo in direzione dell'agenzia. Stremate entrammo nell'ufficio del boss, che era buio e vuoto.

"Che razza di scherzo è mai questo?"
"SORPRESA!" Gridarono migliaia di voci, non appena si accesero le luci.
Davanti a noi trovammo i nostri cari con i visi colmi di gioia.

Come mai tutto questo?
Fu il padre di Jennie a rispoderci.
"Ve lo meritate, ragazze. Siamo tutti quanti fieri di voi!"

Anche Taehyung era lì, perfino Momo e Irene. Quella specie di festa non aveva proprio un senso, ma era comunque un'occasione per stare insieme.

A un certo punto Jennie mi prese da parte.
"Sai, sono contenta che le cose siano andate così, ti amo Lisa"
Io risposi dandole un bacio delicato, che lei trasformò in un tocco rovente.

Tornammo subito dagli altri, per non destare sospetti, con la consapevolezza di appartenerci l'una all'altra, e che questa cosa non sarebbe mai cambiata.

-FINE-

Grazie mille per tutto il supporto, vi voglio tanto bene💖

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𝐌𝐲 𝐬𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭 𝐬𝐩𝐲~𝐉𝐄𝐍𝐋𝐈𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora