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Una figura dominava il mio corpo.
Sentivo il respiro caldo di Jennie nell'incavo del mio collo e mi sentii mancare il fiato.

Quell'istante sembrò durare un'eternità: il suo corpo aderiva perfettamente al mio, come se fossimo due pezzi di un vaso rotto che si incastrano in maniera impeccabile.

Mi sentivo proprio così in quel momento. Non so perché, ma non avevo intenzione di muovermi di un solo millimetro.

Furono le altre ad interromperci.
"Lotta di cuscinii!" Annunciò Momo entusiasta. Infatti, Jennie aveva un cuscino tra le mani, che avrebbe utilizzato per colpirmi se non mi fosse letteralmente finita sopra.

Le ragazze ci arrivarono addosso colpendoci con decine di cuscini e io feci lo stesso: mi armai e iniziai a colpire tutte alla rinfusa. Anche Jennie si unì a noi.

Mi sembrava di tornare bambina. Per un attimo la sensazione di poco prima svanì e mi sentii leggera come una nuvola.

Dimenticai il rapporto professionale tra me e Jennie e provai semplicemente a divertirmi. Anche lei sembrò fare lo stesso. Non l'avevo mai vista così spontanea, felice e sorridente.

Forse ero io a non conoscere la vera Jennie, non tutti gli altri.

Eravamo tutte sfinite e ci buttammo sul letto di Irene.
"Era da tanto che non facevo una cosa del genere!" Sussurrò Momo.
"Altro che shopping!" Commentò Irene.

In quel momento la sentii. E la sentì anche Jennie, credo. Come una vera e propria fitta. Perché entrambe eravamo consapevoli di tradire un'amicizia. Io mi ero veramente affezionata a loro, e credo che sia lo stesso per lei.

"Bene ragazze, è già molto tardi, credo che sia meglio andare a dormire" disse Irene in un sospiro. Annuimmo ma mi venne in mente una cosa...

"Ragazze... Non credo che questo letto sia abbastanza grande per tutte" bofonchiai, imbarazzata.

"Infatti, abbiamo anche la mia stanza!" Disse Momo.
"Bene, se per te non è un problema io e Lisa dormiremo lì" Si intromise Jennie.

Sul serio? Aveva intenzione di dormire nello stesso letto con me? Siamo sicuri che non sia un incubo???

Io non riuscii ad aprire bocca, ma Momo annuì e noi ci dirigemmo verso quella stanza, dove avevamo installato la famosa telecamera.

"Allora, lato destro o sinistro?" Chiese Jennie, con la voce colma di stanchezza.

Ah ma quindi stava succedendo davvero? Non c'era un altro modo? Non c'era un divanetto o qualcos'altro per dormire?

"Ehm...Lato destro" Mormorai.
Non so in che condizioni fossero le mie guance in quel momento, so solo che scottavano tanto da potervi cuocere un uovo sopra.

Jennie evitò di guardarmi e sollevò il lenzuolo, dopodiché si infilò nella coperta. Io la imitai e cercai di sdraiarmi il più lontano possibile da lei.

"Dobbiamo parlare. So che l'hai sentita anche tu" Cominciai.
"Non so di che cosa stai parlando" Rispose.

"Lo sai benissimo, invece. Non cercare di cambiare argomento".
"Ti giuro che non ho capito a che ti riferisci" insistette Jennie.

"Ascolta, io so per certo che l'hai sentita, non so ancora come chiamarla, ma, ecco, per me era come una pugnalata nel petto".

Silenzio. Non rispose e continuò a fissarmi.

"Ehi, se l'hai sentita anche tu non ti giudicherò, anzi, questo dimostra che anche tu hai un cuore".
Cercai di essere divertente e spezzare quell'imbarazzo, ma lei non rise.

Fui sicura di vedere una lacrima rigarle lentamente in viso.
"Lo so, non dovrei essere così, non dovrei farmi prendere da tutto questo, io, io devo solo fare il mio lavoro e-"

"Ehi" Dissi, "Tu, Jennie Kim, sei la spia più in gamba e più tosta che io conosca" La rassicurai.
"E quante spie conosci, Manoban?"

"Non è questo il punto,il punto è che non sei una macchina, sei un essere umano e hai il diritto di provare queste emozioni" Dissi io.

"Voglio solo che tu sappia che... Anche io mi sento così. Ma non devi fartene una colpa, ti prego" Aggiunsi, dopo che le asciugai delicatamente il viso.

A quel punto appoggiò la sua testa sulla mia spalla, e altre lacrime cominciarono a scendere, questa volta anche dai miei occhi...

𝐌𝐲 𝐬𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭 𝐬𝐩𝐲~𝐉𝐄𝐍𝐋𝐈𝐒𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora