6. « Volevo solo...conoscerti »

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   NEL POMERIGGIO SORYEON ricevette quattro chiamate e sette messaggi in cui Jay la implorava di ascoltarlo, ma lei decise di ignorarlo momentaneamente, dando priorità allo studio. In un'altra situazione non avrebbe fatto così, naturalmente. Per quanto potesse essere una secchiona, lo studio non veniva prima dei suoi amici, o meglio, del suo migliore amico. Ma quel giorno era arrabbiata e non voleva saperne nulla.

Ad un tratto sentì Sunghoon picchiettare sulla porta di camera sua, intento a dirle qualcosa «Io vado agli allenamenti, ciao!»

«Ciao!» rispose lei e poi sbuffó.

Il biondo, un po' scontento della risposta ricevuta, abbassó lo sguardo e poi scese al piano di sotto. Salutó sua madre e Taehyun e poi salì in macchina.
Provó una strana sensazione: sentiva il profumo di Soryeon e questo non potè che ricordargli cos'era successo lì qualche ora prima. Cercó di rimanere concentrato sulla guida, ma anche quando arrivò alla pista di pattinaggio non riusciva a smettere di pensare a lei. Non capiva perché quella ragazza occupasse così tanto i suoi pensieri. Credeva che per lei fossero solo dei "baci occasionali" e credeva lo fossero anche per lui, ma ora che si trovava a pensare così tanto a lei iniziava ad avere qualche dubbio...


Dopo dieci minuti dall'uscita di Sunghoon, Soryeon ebbe un'idea un po' pazza e che non era per niente da lei. Uscì dalla sua stanza e si sporse sulla ringhiera per ascoltare cosa stessero facendo suo padre e Yuna.

«Deve essere un campione»

«Beh, sì. Non perché mio figlio, ma è proprio bravo a pattinare. È la sua passione fin da quando era piccolo» e dopo la voce della donna, udì un rumore di tazzine, quindi dedusse che stessero prendendo un caffè pomeridiano.

Si fece coraggio e si diresse verso la camera di Sunghoon, fermandosi sulla porta. Soryeon, tu non hai mai fatto queste cose. Che ti succede?, decise di ignorare la voce della sua coscienza ed entró, richiudendo subito la porta. Si guardò attorno: conosceva bene quella stanza, ma la conosceva come stanza degli ospiti.
Ora, invece, era diventata la sua stanza, la stanza di Sunghoon. Poteva facilmente notare i cambiamenti apportati e le cose da lui aggiunte: il ragazzo aveva appeso un quadro che raffigurava il suo pattinatore preferito e la vetrinetta era ora piena di foto di lui da piccolo. Delicatamente la aprì e ne prese una. Fu evitabile per lei pensare che fosse bellissimo anche da bambino.

Ad un tratto, però, scosse il capo e posó immediatamente la foto. Le parole di Sunghoon risuonavano nella sua testa "Io non posso entrare in camera tua ma tu puoi fare irruzione nella mia come e quando ti pare?" .

Ha ragione, non dovrei essere qui, pensó, ma qualcosa ancora la spingeva restare. La curiosità, la voglia, la necessità di sapere qualcosa in più su quel ragazzo che le aveva creato una dipendenza dai suoi baci. Voleva conoscerlo e approfondirlo. Dopotutto, al di là dell'attrazione è pur sempre una persona che vive e vivrà con me e che potrebbe diventare il mio fratellastro sul serio.

Dunque, mise da parte i sensi di colpa e andò ad aprire il suo armadio, guardando tra i suoi vestiti. Non sapeva come questo potesse aiutarla a conoscerlo meglio, ma non fermò la sua curiosità, nonostante fosse combattuta tra quella e i sensi di colpa lasciati in un angolino ma che continuavano a farle peso.

Dopo aver osservato i suoi vestiti, chiuse l' armadio e nel farlo notó una scatola ai piedi di esso. Si abbassó e la aprì, trovandovi dei pattini un po' più vecchiotti ma ugualmente bellissimi. Li prese e li giró e rigirò tra le mani, deducendo, dalla taglia, che fossero di quando era piccolo. Deve amare molto il pattinaggio pensó e si insinuó in lei il desiderio di vederlo pattinare. Prima o poi sarebbe successo.

«FORBIDDEN: Kiss Me Again» ;; PSH. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora