26. « Io non sono e non voglio essere così »

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   DOPO POCHI MINUTI che i due ragazzi erano rimasti fuori in quella posizione, Chanyeol e Yuna li raggiunsero, cercando in tutti i modi di ripararsi dalla pioggia. Non appena Sunghoon vide le loro figure davanti a sè, alzó lo sguardo e aiutó Soryeon a fare lo stesso.

   «Tesoro, mi dispiace tantissimo per te...» la donna le posó una mano sul braccio e glielo accarezzó in segno di conforto.

   Chanyeol sospiró «Allora, ascoltatemi bene: la denuncia è andata a buon fine, tecnicamente parlando...» specificó, consapevole del fatto che per i ragazzi — Soryeon in particolare — non fosse per niente andata bene «Ho già provveduto a contattare un avvocato che si occupi del vostro caso, è un mio caro amico, quindi confido che mi risponderà presto. D'altro canto anche Eunjin ne avrà bisogno, purtroppo, nonostante sia indifendibile, ma le regole sono queste...»

   «Lei non tornerà a casa con noi, vero?» chiese Sunghoon allarmato, al che sua madre strinse le labbra e andó ad abbracciarlo.

   «Naturalmente no. La terremo qui in qualche cella momentanea» rispose il poliziotto in punta di piedi, guardando Soryeon di sottecchi: temeva molto la sua reazione, siccome, nonostante tutto, si trattava pur sempre di sua madre. Avendo notato il suo sguardo terrorizzato, riprese subito a parlare per cercare di rassicurarla «Ma non devi preoccuparti, tua madre avrà tutto il necessario per vivere in questi giorni: acqua, cibo, letto, bagno personale...puoi stare tranquilla, davvero» le posó una mano sulla spalla, al che lei sembró rimanere impassibile.

   I suoi occhi erano vuoti, spenti, morti oserei dire. Era fortemente provata dall'intera situazione e non sapeva se temere più per sua madre o per la reazione che avrebbe avuto suo padre quando quella sera sarebbe venuto a conoscenza della verità.

   «Ora sarà meglio che torniate a casa, il temporale sembra incalzare e siete già molto bagnati, rischiate di prendervi un malanno. Vi avviseró non appena il mio collega mi risponderà»

   «Grazie papà, grazie davvero» Sunghoon interruppe il contatto con Yuna per abbracciare forte il suo papà, facendo sì che i suoi occhi diventassero lievemente lucidi, ma seppe nasconderlo bene.

   Congedatisi, salirono tutti e tre in macchina: Sunghoon alla guida, la madre affianco a lui e Soryeon seduta dietro, per sua scelta. Durante il tragitto non proferì parola — nonostante gli altri due avessero continuato a parlare della questione. Era semplicemente troppo per lei, troppo grande, insopportabile, quasi surreale quello che le stava succedendo.

   Giunti a destinazione, era ormai orario di pranzo e il temporale era cessato. Yuna preparó velocemente il pranzo ma, come ci si poteva aspettare, Soryeon non toccó cibo. Si alzó da tavola ed educatamente chiese il permesso per andare a rintanarsi in camera sua (e dare sfogo ad un altro pianto, l'ennesimo).

   Pianse così tanto che ad un certo punto gli occhi le bruciavano più della sua lingua quando mangiava cibo piccante e del suo cuore quando era con Sunghoon. E così si addormentó, sentendosi stanca non solo fisicamente — per il fastidio agli occhi —, ma anche e soprattutto mentalmente, per tutto quello che la sua giovane testa aveva dovuto sopportare quella mattina.

   Il biondo non era andato a cercarla per il semplice fatto che sapeva che avesse bisogno di un po' di tempo da sola con se stessa, così, un po' a malincuore, finì il pranzo da solo con sua madre e poi decise di andare a farsi una doccia, sia per sciacquarsi di dosso l'acqua piovana che la sua pelle ed i suoi vestiti avevano assorbito, sia per fare lo stesso con i pensieri, sempre più incontrollabili e fastidiosi nella sua mente.

   Peró, una volta asciugato e rivestito, non seppe resistere alla tentazione di andare da lei. Quindi si posizionó davanti alla porta della sua camera e posó la mano sulla maniglia, venendo subito fermato dalla voce della sua coscienza.

«FORBIDDEN: Kiss Me Again» ;; PSH. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora