5. « ...sei ancora sicura che io e te non siamo nulla? »

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   LA MATTINATA PASSÓ velocemente, per fortuna, e Soryeon non rivolse la parola a Jay neanche per sbaglio, neanche per questioni scolastiche. Ce l'aveva con lui per non averle detto cos'era successo con Sunghoon quel venerdì sera, ma le sarebbe durata poco, doveva solo sbollire la rabbia della giornata.
Quando la campanella di fine giornata scolastica suonó, corse fuori dall'aula per evitare eventuali interazioni con il suo migliore amico, ma, avendolo capito, fece di corsa anche lui.

   «Soryeon! Ti serve un passaggio in moto?»

   La ragazza si girò e lo vide: accanto a lui c'era anche e Jake. Lo guardò del tipo "Mi prendi in giro?". Jay rimase in silenzio, comprendendo il significato dello sguardo appena ricevuto.

Arrivata all'esterno, si rese conto che un passaggio, in effetti, l'avrebbe ricevuto per davvero. Ma come rintracciare Sunghoon? Non aveva il suo numero e non sapeva quale fosse la sua classe. Tuttavia, non fece in tempo a pensare a come fare che subito lo vide apparire alle sue spalle.

   «Andata bene la giornata?» chiese sprizzando energia da tutti i pori.

   «Che fai?! Ti ho detto di non farci vedere assieme a scuola»

   «Perché ti importa così tanto?» divertito, inarcó un sopracciglio.

   «Pronto? Hai già dimenticato cosa è successo venerdì?»

   «Tu stessa hai detto che io te non siamo niente, quindi perché ti crei problemi nel farti vedere in giro con me?»
Soryeon sospiró, capendo che la conversazione non sarebbe arrivata da nessuna parte.

   «E adesso andiamo a casa. Se tuo padre non ci vede tornare insieme...beh, quello si che sarebbe un grosso problema»
Senza dire altro, i due salirono in macchina e si misero in viaggio. Durante il tragitto il biondino fischiettava qualche canzone a caso.

   «Come mai oggi siamo così felici? Ti sei fatto qualcuna?» azzardó lei.

   «Tsk! Che dici? Ho solo passato la mattinata a non fare un cazzo siccome quasi tutti i miei prof hanno aderito all'assemblea sindacale. Ma per chi mi hai preso?» chiese, riferendosi alla domanda della ragazza.

   «Per quello che ti ho detto stamattina»

   «Quindi praticamente per un puttaniere»
Lei si limitó ad annuire.

   «Ma se non sai niente di me» ridacchiò il biondino.

   «Sarà pur vero, ma ho avuto conferma da...» si bloccó. Avrebbe fatto il nome di Jungwon, ma non voleva infangare la sua immagine e farlo passare per "la pettegola" della situazione «...una delle tante ragazze con cui sei stato»

   Sunghoon rise, ma era una risata amara «E così vuoi fermarti alle apparenze? A quello che sembra? A quello che si sente in giro?»

   «È quello che vedo anche io» lo guardó «E poi, effettivamente, se penso alla facilità con cui mi hai baciata venerdì...potevo essere chiunque e tu l'avresti fatto lo stesso. No?»

   «Soryeon, diamine, avevo bevuto anch'io»

   «E allora perché tu te lo ricordavi e io no? Non cercare di giustificarti»

   «C'è una bella differenza tra bere e ubriacarsi. Tu avevi bevuto troppo, hai perso lucidità e hai dimenticato tutto. Io, che conosco i miei limiti e non li supero, non ero ubriaco, solo brillo» spiegó.

   «Quindi mi stai dicendo che mi hai baciata perché eri brillo?» chiese, in tono quasi offeso.

   «Non ci credo» rise lui, isterico «Mi hai baciato letteralmente solo perché eri ubriaca e mi trovavi bellissimo e ora vuoi accusarmi di aver fatto lo stesso con te solo perché ero brillo?»

   Soryeon rimase in silenzio: sapeva di essere nel torto e non aveva idea di che cosa dire per controbattere «E allora perché continuiamo a farlo?»

   Il biondo parcheggió l'auto nel giardino della villa e la spense, per poi girarsi verso di lei e parlare a bassa voce — nonostante nessuno potesse sentirli — «Perché piace ad entrambi» sorrise, guardandola dritto negli occhi.

   «Ma smettila per favore. Tutto questo è ridic-» non fece in tempo a finire di parlare che sentì nuovamente le loro labbra a contatto. Quella era la terza volta che si baciavano e ogni volta sentiva di volerne sempre di più e ciò faceva attrito con la sua morale rigida ed esecutiva. Infatti dopo pochi secondi lo spinse via «Ma sei matto? Siamo nel fottuto giardino di casa, i nostri genitori potrebbero vederci e sarebbe la fine»

   «Non hai fatto caso a dove ho parcheggiato?» sorrise.

   Soryeon si guardò attorno e si rese conto che il ragazzo aveva parcheggiato sul retro della villa, dove nessuno poteva vederli. Quindi fin dall'inizio il suo intento era quello di baciarmi? «Sì, tu sei matto»

   «Non è colpa mia, lo sai» si morse piano il labbro inferiore mentre passava il pollice su quello della ragazza. Si guardarono per pochi secondi prima di ricominciare a baciarsi, ma ci misero poco per realizzare che lì, in quella posizione, erano abbastanza scomodi.

   «Aspetta...» si slacció la cintura di sicurezza «Scendi» seguito da lei, fece lo stesso e salì dietro, dove avrebbero avuto più spazio.

   «Vuoi davvero che ci baciamo qui?» chiese la ragazza sottovoce.

   «È uno dei pochi posti sicuri» fece spallucce mentre accarezzava il suo viso, per poi riprendere di nuovo baciarla, avvicinandosi di più con il corpo e mettendosi più comodo.

   Lei, dal canto suo, non esitò a ricambiare il bacio con passione, mentre la voce della sua coscienza iniziò un bel monologo interiore: ah, quindi le cose stanno così Soryeon? Non ti eri ripromessa di non baciarlo più? Non avevi detto che "non merita niente"? E che tu "non meriti di essere trattata come un fiore qualsiasi"? Perché tradisci te stessa? Perché continui a farti del male?

   Ad un tratto Sunghoon interruppe il bacio e appoggiò la fronte sulla sua, tenendo gli occhi chiusi «Allora...sei ancora sicura che io e te non siamo nulla?» sussurrò sfiorandole ripetutamente le labbra.

   Soryeon utilizzò quel briciolo di lucidità che le era rimasto per allontanarsi da lui «Dovremmo entrare» disse umidificandosi le labbra, per poi scendere dal veicolo.

   «Tesoro!» suo padre la accolse a braccia aperte, seguito da Yuna, che non perse tempo ad abbracciare suo figlio.

   «Com'è andata a scuola ragazzi?» chiese la donna.

   «Bene, non ho fatto assolutamente nulla» rispose Sunghoon ridacchiando.

   «E a te, Soryeon?»

   «Bene» mentì. Solo in quel momento si ricordó del litigio avuto con Jay quella mattina.

   «Sicura? Non sembri molto convinta» chiese suo padre preoccupato.

   La ragazza stava per rispondere, ma venne anticipata dal biondo, che la tiró a sè mettendole un braccio attorno al collo «Ma si che sta bene Taehyun! È solo la stanchezza del lunedì»

   L'uomo assunse un'espressione più rilassata «Capisco. Che bello vedere che avete già legato come dei veri fratelli»

   «Oh caro, non metterli in soggezione, dai» piagnucolò Yuna, naturalmente scherzando. I due, poi, si allontanarono ridacchiando.

   «Ti sei forse bevuto il cervello?» chiese lei a bassa voce, ma in tono molto scocciato, staccandosi da lui.

   «Di che parli?»

   «Potresti anche evitare di starmi fisicamente attaccato davanti a loro o penseranno che andiamo d'accordo sul serio»

   «Non è così?» sollevò le sopracciglia ironicamente.

   «No, Cristo»

   «Beh, io e te potremmo anche non andare d'accordo, ma le nostre labbra si amano giá»

«FORBIDDEN: Kiss Me Again» ;; PSH. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora