7. « Sì, stiamo insieme »

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   IL MATTINO SEGUENTE c'era tensione nell'aria tra Soryeon e Sunghoon e nessuno dei due proferì parola mentre andavano a scuola. Lei si era già pentita del bacio della sera precedente, lui invece l'avrebbe rifatto anche in quel momento, se non fosse che era al volante.

«Buona giornata» mormorò lui dopo aver parcheggiato.

«A te» rispose lei, per poi scendere dall'auto, seguita da lui «E non camminarmi affianco» ringhió.

«Soryeon!» sentì alle sue spalle dopo pochi secondi. Riconobbe subito quella voce e si girò con fare scocciato.

«Che diavolo vuoi Jongseong?»

«Smettila di chiamarmi così, lo sai che non mi piace. Allora? Hai intenzione di ignorarmi per tutta la vita?»

«Jay, ascolta. Non mi va di parlarne, okay?»

«E quando ti andrà di farlo?»

«Non lo so, di certo non ora»

Jay si portò le mani sui fianchi e sbuffó, distogliendo lo sguardo e realizzando che fosse scesa dalla stessa auto da cui era sceso Sunghoon «Ah e così ti fidanzi e metti gli amici da parte?»

«Ma di che diavolo parli?»

«Non far finta di nulla Soryeon. Ti ho vista scendere dalla macchina del biondino»

Soryeon lo guardó sorpresa per alcuni secondi, poi si ricompose immediatamente «Tu sei matto. Non solo matto, matto e con le allucinazioni!»

«Fanculo» disse il moro tra sé e sé, per poi superare la sua figura ed entrare a scuola.

La giornata scolastica non fu tanto diversa da quella precedente, poiché Soryeon lo evitò spudoratamente, ora non più solo perché era arrabbiata, ma anche perché temeva altre domande riguardanti Sunghoon. Non voleva ancora dirgli che fosse il figlio della compagna di suo padre, lo avrebbe fatto dopo essersi chiariti.

Appena la campanella suonò, si avviò velocemente all'uscita: doveva raggiungere la macchina di Sunghoon senza farsi vedere da nessuno, o almeno, non da qualcuno che conoscesse. Riuscì nel suo intento e, giunta alla macchina, vi si nascose dietro, cercando al contempo di spiare la strada per vedere se il proprietario arrivasse.

Dopo pochi secondi lo vide in lontananza insieme ad una ragazza molto bella e ad un altro ragazzo che aveva l'aria familiare, ma non riusciva a ricordare dove l'avesse già visto: poco più alto di Sunghoon, capelli neri e che gli ricadevano un po' sugli occhi e lineamenti dolci ma pronunciati. Zero. L'ho già visto, ma non ricordo assolutamente niente.
Chi, però, la preoccupava di più era lei, il modo in cui si guardavano e in cui lui aveva la mano dietro la sua schiena.

«Cerchi qualcuno?» sentì alle sue spalle, al che perse l'equilibrio e cadde, senza — fortunatamente — farsi male. Era Jungwon, che non esitò a porgerle una mano per aiutarla a rialzarsi.

«Grazie» biascicò massaggiandosi una spalla «No, io...» si bloccó: non sapeva cosa dire «...stavo imitando la scena di un film! Sì, ecco...»

«...oookay» il rosso sorrise «Come stai oggi? Sei ancora arrabbiata con Jay?»

«Aish, non me ne parlare» roteò le pupille.

«Va bene, va bene» ridacchió, poi la guardó negli occhi e ci fu qualche secondo di silenzio prima di riprendere a parlare «Sei a piedi? Se vuoi possiamo fare la strada insie-» venne interrotto.

«Non può, la riaccompagno io»
Soryeon si girò e vide il suo pseudo-fratellastro, che non esitò a fulminare con lo sguardo per quello che aveva appena detto.

«FORBIDDEN: Kiss Me Again» ;; PSH. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora