17. « Non c'è più tempo da perdere »

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LA RAGAZZA ALZÓ la testa e nel buio più totale riconobbe la voce di Sunghoon «No, sto bene. Mi...mi passa»

   «Non dire sciocchezze» sussurrò e attivò la torcia del telefono, illuminando piano Soryeon.

   «Aspe'...» infastidita da quella luce accecante, accese un piccolo lume situato vicino al letto, che illuminó la stanza di una luce calda e rilassante.

   Il biondo chiuse la porta e si guardò attorno: in quasi un mese e mezzo quella era solo la seconda volta che metteva piede nella sua stanza; d'altronde lei gliel'aveva detto: solo Jay e suo padre potevano entrarvi.

   «Ascolta...so che non dovrei essere qui» inizió, facendo qualche passo verso di lei, ma neanche lui sapeva come comportarsi — fisicamente parlando — quindi rimase in piedi davanti al letto, appoggiato alla parete «Ma ti ho sentita piangere e non ho potuto fare a meno di venire» confessò con la testa bassa.

   «Scusami, non volevo svegliarti a quest'ora» piagnucolò abbracciando il cuscino.

   «Ero sveglio. Non ho sonno e non riesco a dormire, quindi non scusarti. Piuttosto, posso sapere cosa è successo?»

   Soryeon alzó lo sguardo su di lui e sorrise per un attimo «Wow, era da un po' che non parlavamo così, eh?»

«Da troppo» si limitò a dire, stringendo le labbra e mettendosi a braccia conserte.

«Comunque è lungo da spiegare, lascia perdere...»

«Io ho tutto il tempo che ti serve» fece spallucce.

   «Sunghoon sono quasi le quattro del mattino»

   «E...?»

   La ragazza sospiró e si arrese «Siediti» lo invitó e gli fece spazio sul letto. Non appena si sedette, entrambi provarono una sensazione strana: era da più di un mese che non stavano così vicini fisicamente. Soryeon prese dei respiri profondi per calmarsi prima di iniziare a parlare, ma furono invani, siccome il suo bisogno di piangere e sfogarsi non era passato neanche un po'.

Ad ogni modo, si fece forza e cercó di parlare senza piangere troppo «Il fatto è che...è stata una serata pesante, un'altalena di emozioni, sia negative che po-...a questo punto non saprei dire se ci sono state emozioni positive» spiegò a grandi linee con voce rotta dal pianto. Non voleva dirgli tutta la verità.

   «Soryeon» la guardó con aria sospetta e con un sorrisino sotto ai baffi «Guardami negli occhi»

   Lei alzó lo sguardo, facendolo incontrare con il suo, ora più timidamente poiché si trovavano più vicini «Lo sapevo» disse lui, guardando ora altrove.

   «C-cosa?» domandó con voce flebile.

   «Sai, da quando abbiamo smesso di parlarci con le labbra abbiamo iniziato a farlo con gli occhi ed è per questo che io, non so se anche tu, ho imparato a leggere ed interpretare il tuo sguardo»

   La ragazza lo guardava stranita e con gli occhi spalancati: non riusciva a credere alle sue orecchie e il cuore aveva preso a battere velocissimo «E-e con questo cosa vorresti dire?»

   «Che mi stai mentendo. Ascolta, non ti obbligo a dirmi cosa sia successo, perché so di essere la persona meno adatta in questo momento, peró sappi che-» fu interrotto da lei, che scoppió a piangere più forte di prima, coprendosi il volto con le mani. Di fronte a tale reazione, Sunghoon non potè frenare se stesso dal tirarla a sè e stringerla.

   «Sono stanca Sunghoon, non ne posso più di questo teatrino. Non so te con Haena, ma io non provo niente per Jungwon. Voglio dire, ci tengo come amico, ma non sono innamorata di lui» piagnucoló stringendosi sul suo petto, mentre lui le accarezzava la schiena.

«FORBIDDEN: Kiss Me Again» ;; PSH. enhypenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora