Il citofono suonò violentemente interrompendo il mio sonno beato.
Aprì gli occhi sobbalzando dallo spavento, e prima che potessi rendermi conto di ciò che stava succedendo, il citofono suonò ancora.
Mi alzai velocemente cadendo a terra inciampando tra le coperte che avevo buttato nel pavimento nell'intento di alzarmi.
Mentre ero ancora steso nel pavimento cercando di capire la situazione, il citofono suonò un altra volta.
Dopo aver tirato quattro bestemmie mi alzai ed andai ad aprire la porta.
Riconoscevo quel lungo ciuffo e quei suoi occhi nocciola.
"Cosa vuoi Luca?"
Gli domandai freddo tenendolo all'uscio della porta mentre mi guardava sconvolto.
"Ti ho chiamato 24 volte"
Rispose lui preoccupato. Ero confuso. Credevo fosse preoccupato dopo aver visto il mio scadente appartamento, ma poi mi ricordai il mio stato prima di addormentarmi, e non osavo immaginarlo in quel momento.
"E quindi?"
Risposi antipaticamente mentre si avvicinava per entrare.
Non volevo lasciarlo entrare. Non credevo fosse vergogna per il mio scadente e bianco appartamento.
Forse non volevo che entrasse per il semplice fatto che ero arrabbiato con lui.
Continuava a guardarmi e ad avvicinarsi. Era troppo vicino, ma sfortunatamente non alle mie labbra.
Mi scansai per lasciarlo amaramente entrare.
Si guardò un pò intorno sorridendo.Non doveva entrare in quella casa. Io ero in quelle condizioni e non doveva vedermi.
"A-accomodati"
Gli dissi freddo dirigendomi in bagno.
Raggiunsi lo specchio e avevo persino paura a guardarlo.I miei capelli sempre più orribili erano in uno stato pessimo, come tutto il resto di me in quel momento.
Mi diressi nuovamente in cucina, dove Luca si era accomodato.
Mi sedetti di fronte a lui poggiando i gomiti nel tavolo di vetro.
Lui mi guardava ancora preoccupato. Speravo inutilmente che non avesse notato le occhiaie e gli occhi gonfi che avevo notato io specchiandomi.
"Ti ho chiamato 24 volte"
Disse lui con un filo di voce. Adoravo la sua voce, ed era molto arrapante quando parlava sottovoce.
Io tacevo.Vedendo il mio silenzio aggiunse.
"Sono le cinque di pomeriggio"
Parlando ancora sottovoce.
Lo guardai con uno sguardo di quelli che dicono Mi prendi per il culo?
Mi dava fastidio il suo perbenismo. Sapeva che avevo, e Preferivo andasse subito al dunque.
"Cosa vuoi?"
Domandai nuovamente anche più freddo di un attimo prima.
"Beh. Cercavo supporto...ma non credo sia il momento adatto"
Rispose lui cercando di evitare il mio sguardo gelido dei miei occhi diventati color ghiaccio.
^Lui aveva bisogno di supporto? Io avevo pianto 5 ore non lui^
Pensavo fissandolo.
Lui guardava il tavolo e gli altri mobili bianchi e monotoni.
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Vecchi "Amici" (In Revisione)
Genç Kurgu"Non bisogna che tutto sia complesso. A volte le cose più belle si nascondono nella semplicità di un gesto, o di un fiore" L'amore vince su tutto. Distanza, tempo e nostalgia sono niente se affrontati insieme. È quando Marco perde la speranza che il...