"Verde pastello o azzurro cielo?"

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10 giorni alla partenza
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Mi svegliai mentre la luce che entrava dalla finestra mi colpiva gli occhi azzurri.

Mi misi seduto sul letto guardando fuori dalla finestra. Era una fantastica giornata.

Il sole illuminava quella monotona cucina bianca dove stavo preparando del thè.

Mi sedetti strizzando gli occhi con le mani, sbadigliai posando la tazza calda e fumante sulle mie labbra.

Dopo aver amaramente ingoiato quel sorso di thè bollente, mi alzai dalla sedia dirigendomi con la tazza nella mia stanza.

Mi sedetti sul letto mentre il cellulare sul comodino suonava da un pò. Risposi velocemente vedendo in nome del contatto.

"Luca"

Risposi sorridendo.

"Marco, una domanda veloce. Verde pastello o azzurro cielo?"

Domandò lui confondendomi un pò. Non ebbi neanche il tempo di capire il senso della frase.

"Entro oggi"

Aggiunse sbuffando.

"Verde pastello perché?"

Risposi dopo un minimo di secondo che mi servì per capire che aveva fretta.
Mi chiuse il cellulare in faccia. Non capivo bene la situazione in cui mi ero cacciato.

"Cosa starà tramando?" Domandai tra me e me.

Mi stesi sul letto dopo aver bevuto un altro sorso di quel thè divenuto meno caldo.

Chiusi gli occhi un attimo pensando a ciò che avrei fatto quel giorno, pensando a alla giornata precedente e ai baci che ci sarebbero stati. Pensavo a lui.

Aprì di botto gli occhi frastornato dal suono fastidioso del campanello. Mi alzai e con passo lento aprì la porta.

Degli occhi nocciola e un sorriso stupendo mi fecero tornare alla realtà. Luca entrò con una tanica di qualcosa e dei pennelli per tingere le pareti.

Lo guardai stranito e lui mi baciò. Era fantastico poterlo finalmente baciare.

"Buongiorno!"

Disse felice e pimpante mentre Continuavo a guardarlo sconvolto.

"Cosa ci fai qui a quest'ora? Sono le sette e mezza"

Dissi io abbracciandolo.

"Ehm marco..sono le dieci"

Mi contraddisse lui lasciandomi senza parole.

"Sei tu che sei un ghiro"

Aggiunse ridendo.

"Cosa ci fai qui lo stesso"

Dissi io con antipatia.

Lui aprì la tanica lasciando uscire l'odore tipico di colore. Un liquido verde pastello sprigionava l'odore fastidioso della tintura per le pareti.

Lo guardai un pò confuso.

"Dobbiamo tingere questa cucina. È vuota, e monotona"

Disse.

Lo guardai sconvolto.

"Ma sei pazzo?!"

Urlai ridendo. Lo abbracciai.

"Luca ma tra 10 giorni dobbiamo partire. È inutile tingerla"

Dissi esitando un pò. Sapevo che mi avrebbe risposto correttamente, e mi aspettavo la risposta che diede.

"Noi tingeremo questa cucina, indifferentemente dalla nostra partenza".

In un attimo, la cucina era coperta da fogli di giornale che servivano per non macchiare i mobili, e dal verde pastello che animava finalmente una parete.

Le nostre maglie erano tutte dipinte, perché tutti e due eravamo assai stronzi.

Avevo ricoperto il suo viso di baci che mi furono ritornati subito dopo.

E nonostante avevamo ancora paura di mostrare il nostro amore, eravamo da noi stessi costretti a farlo. Riuscivo a superare la paura di amarlo solo avendolo ad un centimetro di distanza, e ciò sembra strano e paradossale, ma è così.

Dopo una mattinata occupata a dipingere le pareti e a dipingere noi stessi, quella cucina finalmente pareva allegra. E mentre la osservavo pensavo.

Pensavo a me, e al fatto che in ogni cosa anche minima, riuscivo a trovare un paragone. Ed ecco, quella cucina, come me, prima dell'arrivo di Luca, era bianca, vuota, e monotona, ma lui, subentrando nella mia vita, riuscì a colorare il mio cuore, così come ha fatto con la mia cucina. Finalmente l'aveva resa allegra, finalmente mi aveva reso allegro.

Vecchi "Amici" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora