Piccoli segreti

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Oggi è domenica. Il grande orologio, simbolo londinese, suona ed è la prima volta che lo sento, forse perché in giro non c'è nessuno. Nessuno che deve correre al lavoro, nessuno che deve arrivare in perfetto orario.
Suonano al campanello E mi rigiro tra le coperte, poi sgrano gli occhi e guardo Luca ancora mezzo addormentato e...nudo.
Il campanello suona di nuovo e ci sveglia del tutto. Io e lui ci vestiamo velocemente ridendo e scendiamo al piano inferiore. Luca va ad aprire la porta e il resto immobile pensando a chi possa essere. Smircio l'orologio, sono le 9:45 del mattino, chi può essere a quest'ora di domenica?
Due ragazzi e una ragazza entrano in casa ridendo e abbracciano Luca tutti insieme. Luca li accoglie con un sorriso e arriva il momento più imbarazzante di sempre.

"Ragazzi, lui è Marco"

Esclama Luca e loro mi sorridono come se sapessero già chi sono. Luca ha parlato a queste persone di me? Mi sento stranamente lusingato e importante.

"Marco, lui è Alan"

Dice indicandomi il ragazzo a sinistra.

"Lei al centro è Cara"

Le scompiglia i capelli scuri. Ci guardiamo negli occhi e la riconosco, e lei riconosce me.
Mi sorride dolcemente come giorni prima, quando ci schiantammo fuori la cabina telefonica, e ricambio.

"E questo tizio è Tom"

A lui da uno schiaffetto sul collo e sono quasi geloso. Sorrido a tutti e tre e mi presento.

Alan è un ragazzo basso, con la pelle chiara e gli occhi verdi. Ha I capelli ricci e biondi, e un sorriso smagliante.

Cara, è alta invece, con la carnagione olivastra e i capelli castani, gli occhi dello stesso colore. È molto bella.

Tom invece, ha la pelle bianca e i capelli neri. È alto, snello e spiritoso.

"Noi ci siamo già visti"

Dice cara.

"Davvero? E quando?"

Risponde Luca.

"Qualche giorno fa le son arrivato addosso, ma è stato un incidente

Dico io ridendo.

Ci accomodiamo in cucina e loro fanno come se fossero a casa loro. Sono più al loro agio di quanto lo sia io.

"Siamo venuti solo adesso perché non abbiamo avuto l'occasione, scusaci"

Dice Tom a Luca, e lui risponde di non preoccuparsi, poi sorride.

"Luca ci ha parlati molto di te, Marco"

Dice Alan e Luca arrossisce, mentre io rido.
Luca non mi ha mai parlato di loro.

"E che vi ha detto?"

"Segreto!"

Esclamano Luca e Cara nello stesso momento. Sono inquietanti ma capisco che hanno un legame molto profondo. Come con me, Dan e Paolo.
Mi chiedo cosa ci sia di così segreto, è il mio ragazzo e credo di sapere ciò che pensa di me, ma smetto di farmi i complessi e torno alla realtà.

LUCA POV.

Guardo Alan e quasi lo maledico con lo sguardo. Non voglio che Marco sappia, cioè, lui sa già, ma non voglio farlo sentire in colpa.

Scommetto che si sentirebbe malissimo se gli dicessi : "sai mi sono rovinato la vita per te, mi drogavo per te ma tranquillo ora sto bene"

Gli avevo già accennato qualcosa, e lui aveva accennato qualcosa a me. Torneremo su quest'argomento un giorno.

-

Sono seduto sulla mia scrivania davanti al computer. Il giovedì è il giorno più frustrante di sempre, c'è un sacco di lavoro e non vengo mai lasciato in pace. Il giornalino che dirigo da poco è un pratica un circo. Una baraonda di incapaci e novellini vengono sempre da me a chiedermi qualcosa di stupido, e cerco di essere paziente, ma non si può, non con quello che ho avanti adesso.
Lui non vuole un aumento, né un consiglio.
"Ne abbiamo già parlato Riccardo, ricordi? Ora devo lavorare, esci da quì"

Mi dispiace trattarlo così, perché in fondo lo voglio bene, ma non deve insistere, lui lo sapeva fin dal primo momento, quando gli dissi: se un giorno lui dovesse rientrare nella mia vita, tu dovrai uscirne.

"Ma ti ho sempre aiutato, sempre!"

Sbatte i pugni sulla mia scrivania di legno chiaro e lo filmino con gli occhi.
Sono stanco di ripetere sempre il copione a memoria, ma ci riprovo sperando come sempre che funzioni.

Mi alzo dalla sedia girevole e mi piazzo davanti a lui, abbassandomi perché è seduto.
Gli accarezzo gli zigomi e il ciuffo non legato.

"Sai che ti ho voluto molto bene e te ne voglio ancora, ma ti avevo avvertito. Tu hai deciso di aiutarmi, di starmi accanto ma non te l'ho mai chiesto. Ed è frustrante quando ogni volta"

Lo guardo fisso negli occhi, che stanno diventando lucidi insieme ai miei.

"Quando ogni volta mi rinfacci ciò che hai fatto per me"

Ci metto l'anima in quelle parole, lo faccio sempre, e spero che sentendosi dire ciò, capisca. Sono del tutto sincero con lui, ora c'è Marco e Riccardo sapeva che se sarebbe tornato, Marco avrebbe avuto la meglio.

Lui annuisce, sembra che l'abbia convinto, ma poi apre di nuovo bocca.

"In che modo gli hai raccontato di noi? Perché l'hai fatto vero?"

"Gli ho solo detto che mi tradivi. Gli ho detto che lo facevi già da prima della nostra relazione. Poi gli ho detto che eri solo la mia clonazione, che volevo lui"

"L'unica cosa vera"

Dice piano.

"Ricky, non sei stato una consolazione, ti ho voluto davvero bene, ma ora basta"

Si alza e alza anche la voce.

"Allora perché stai andando via così facilmente?!"

Mi blocco a quella domanda. Ha paura della risposta, anche se la conosce bene. Raccolgo i fogli che ha appena sparso sul pavimento e con tutta la pazienza che ho, gli ordino di uscire dalla stanza, e lui scompare dietro la porta.

Vecchi "Amici" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora