Londra

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"Ehi. Marco Svegliati. Siamo arrivati"

Una voce quasi sussurrata aveva disturbato il mio beato sonno, ma non volevo svegliarmi.

Quel sogno sarebbe finito troppo presto.

Un bacio venne stampato sulla mia guancia sinistra, apriì lentamente gli occhi rinunciando a quel sogno stupendo.

Poi mi accorsi, che quello non era un sogno. I suoi occhi nocciola erano puntati su di me, sorrisi.

Ero ancora seduto su quella scomoda poltrona, neanche il tempo di realizzare la situazione che una brusca fermata mi fece sobbalzare.

Gli presi il braccio e lo strinsi forte. Lui rideva animatamente attirando l'attenzione di tutti i passeggeri a bordo dell'aereo.

"È normale stupido. Ora lasciami"

Disse tra una risata e l'altra.
Risi insieme a lui dopo aver realizzato la situazione. Era la prima volta che prendevo un aereo, e non credevo che ci saremmo ammazzati per atterrare.

-

Un gran edificio illuminato si presentava alle nostre spalle, e lo guardavo con la coda dell'occhio mentre ci dirigevamo verso il taxi che ci avrebbe portati a casa.

Persone indaffarate facevano avanti e indietro parlando in una lingua che a stento capivo.

Ero bravo con le lingue a scuola, mi sarei trovato bene.

Salimmo in un taxi giallo. Mi accomodai nel sedile posteriore insieme a Luca, che sembrava più eccitato che mai.

Poggiai la testa sul finestrino di quel veicolo giallo, guardando le luci dei lampioni illuminare le strade britanniche.

Sembrava così surreale, essere lì, con Luca. Ma in fondo, i sogni sono desideri.

Le auto passavano, illuminando la strada con i fari del loro veicolo perché la luce dei lampioni non bastava, la radio che si sentiva a malapena e Luca che mi teneva la mano. La stringeva stretta, come per non lasciarmi mai scappare, ma no, non sarei mai fuggito.

Chiusi gli occhi un attimo, il respiro si faceva pensante come le palpebre ormai chiuse.

Sentì un soffio sul collo, un respiro che mi cullava.

"Se dormi adesso, stanotte come fai?"

Sussurrò una voce stupenda che a volte mi faceva accapponare la pelle.

Mi staccai da quel vetro del taxi, per poi guardare Luca. Lo guardai malizioso alzando un angolo della bocca mentre lui mi fissava leggermente sconvolto. Lo vedevo rosso e non erano le luci arancioni dei lampioni che lo rendevano così.
Scoppiai in una risata mentre lui si girò dall'altro lato guardando il panorama.

Lo vedevo mentre si torturava le mani, forse era nervoso o semplicemente imbarazzato.

Il taxi si fermò davanti ad un edificio abbastanza grande casa a due piani.

Stavo sul pianerottolo a fissare quell'abitazione mentre Luca mi guardava confuso.

"È - è questa?"

Balbettai mentre lui mi guardava sorridente annuendo.

Entrammo in quella casa e ne rimasi affascinato.

Era davvero grande, e mi chiedevo ancora che razza di lavoro potesse fare Luca per permettersela.

il salotto era davvero grande, arredato con due divani color panna che stavano di fronte ad una televisione al plasma.

Mi fece accomodare portando le valigie al piano di sopra, salendo delle scale di legno chiaro.

Il parquet faceva uno strano rumore ad ogni passo. Lo amavo.

Mi diressi in cucina osservandola. Un'isola era piazzata al centro di quella stanza e fungeva da tavolo. I due enormi sportelli occupavano metà del muro e un grande lavandino caratterizzava quel top di marmo chiaro.

"Marco sali"

Urlò lui dal piano superiore. Salì piano le scale osservando ogni singola foto appesa al muro.

Raggiunsi il piano di sopra. Un lungo corridoio collegava diverse stanze, in una di queste la porta era aperta, e così entrai.

Luca aveva aperto la sua valigia che era poggiata sul pavimento. Si girò sorridendomi facendomi segno di avvicinarmi.

Ci trovammo ad un centimetro di distanza, ma non lo baciai, lui fece lo stesso.

"C'è un altra stanza..se vuoi"

Disse esitando. Io lo guardai serio.
Ma cosa stava dicendo? Sarebbe dovuto essere palese che avrei voluto dormire insieme a lui.

Presi il suo viso con le mani e lo baciai subito.

Non capivo il perché della sua domanda sottintesa. Era stupida e inappropriata. Lui era uno stupido.

"Sei uno stupido"

Dissi socchiudendo gli occhi per baciarlo di nuovo.

LUCA POV.

Lo guardavo sorridendogli tra un bacio e l'altro. Stavo davvero bene in quel momento, sentivo che la distanza non me lo avrebbe più portato via. Ed ero alle stelle abbracciandolo forte, anche al solo guardarlo negli occhi.

Stavamo stesi sul mio letto, le coperte bianche rendevano si che tutto sembrasse il paradiso. Sembrava che fossimo a baciarci sopra una nuvola.

Lui stava sopra di me, dandomi uno sguardo dolce ed un respiro un pò pesante ad ogni schiocco delle nostre labbra calde e morbide che insieme sembrava combaciassero come pezzi di puzzle.

Ci staccammo per riprendere fiato, e lo guardavo osservandone ogni singolo particolare, che lui ingenuamente chiamava difetto.

I suoi ricci, ci Affondai la mano continuando a guardarlo. I suoi splendidi e profondi occhi azzurri e le sue labbra rosse consumate dai baci.

Lo attirai a me baciandolo un ultima volta prima di addormentarmi lì. Spontaneamente, come se fosse normale e fattibile. Per me non lo era, ma con lui tutto era possibile.

Vecchi "Amici" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora