Affondando nei suoi occhi, e nei ricordi.

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Un momento di silenzio dopo esserci staccati. Solo i nostri occhi parlavano, chiedevano ancora.

Mi fissava sconvolto dal suo gesto avventato. Dovevo essere io quello sconvolto, ma non lo ero affatto.

Ero solo felice, mentre lo guardavo negli occhi. Forse ci stavo sprofondando lentamente.

Non riuscivamo a parlare l'uno con l'altro.
Riuscivo a sentire ogni suo battito, forse perché prima era sincronizzato.

Respirava Affannosamente. Era così carino. Preoccupato e forse anche confuso.

"Lù"

Riuscì a pronunciare. Solo il suo nome, o meglio una parte.

Continuava a fissarmi.

"M-mh?"

Rispose lui arrossendo.
Io tacevo.
Se gli avessi chiesto il motivo, sarebbe sembrato come se me ne fossi pentito. Non ero pentito.

Forse neanche lui.

"B-beh. Io devo andare"

Riuscì a dire a malapena lui mettendosi a sedere.
Fissava il muro giallo canarino che Odiavo tanto.

Odiavo quella camera, era monotona e vuota. Ma non potevo cambiarla. Ero.un ragazzo disoccupato.

"Ti prego resta"

Gli dissi io sorridendo.
Si girò verso di me guardandomi in silenzio.

Si avvicinò al mio orecchio.

"I-io. Devo fare delle commissioni. Ci sentiamo dopo in caso. Magari dopo altre 24 chiamate"

Mi sussurrò piano e dolcemente.
Volevo che rimanesse, ma non ero io a decidere in quel momento.

Mi diede un bacio sulla fronte. Speravo si avvicinasse più giù, ma niente.

Lo accompagnai all'uscio della porta salutandolo più sorridente possibile, anche se dentro mi sentivo vuoto.

In fondo ero come la mia stanza. Se non viene occupata, appare vuota, nonostante tutte quelle foto appese al muro.

Mi avvicinai al piano di cottura di quella troppo monotona cucina.
Presi la caffettiera dall'apposito sportello.
Avevo intenzione di preparare del caffè.

Sapevo già di non poter riuscire a dormire quella notte, il caffè non condizionava la situazione.

Mi stesi nuovamente nel mio letto con la tazzina in mano. C'era silenzio. Era tutto così monotono. Mancava qualcosa, o qualcuno.

Mi girai verso sinistra notando tra la miriade di foto appese, una in particolare.

Risaliva a 6 anni fa.
Avevo 14 anni quando Luca entrò a far parte della mia vita. Quella era la nostra prima foto.

Eravamo così cambiati. Così cresciuti.
Pensavo a come fosse cambiato nostro modo di ragionare.

Sapevo solo che allora, non sarei stato preoccupato e triste dal fatto di rimanere solo.

Non potevo rimanere solo, perché lui era sempre a mio fianco.

Mi girai a destra invece. Anche in quel muro c'erano molte foto.
Ne notai una che mi fece subito sorridere.
Rappresentava una torta di compleanno.

Ricordavo bene quel giorno, era il suo 17 esimo compleanno.

Ricordavo come se fosse stato il giorno precedente. Tutti Sorridevano, soprattutto io e lui, ci accorgevamo che gli anni passavano ma eravamo ancora uniti.

E ci faceva stare bene sapere che il tempo non avrebbe spento quel fuoco.

Mi chiedevo steso in quel letto, se il fuoco fosse spento. Pensavo al bacio, ai sorrisi. No.
Quel fuoco non si sarebbe mai spento.

Continuavo a fissare quella foto.
Quei sorrisi indimenticabili.
Sorridevo in quel modo guardandola. Anzi no, un sorriso bello come quello riuscivo a sfoggiarlo solo con lui.

Distolsi lo sguardo dalla foto.

Forse dovevo pensare più a cosa successe con Luca. Eppure non sapevo cosa pensare. Come se fosse stato ovvio.

Come se lo aspettavo, anche se non lo aspettavo davvero.

Fissavo la porta chiusa, e ripetevo quella meravigliosa scena nella mia mente.
Era tutto così chiaro,così limpido.
Come i ricordi. E mi chiedevo se quello bacio, sarebbe stato un ricordo, o un atto di routine.

Vecchi "Amici" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora