Mi svegliai aprendo gli occhi di scatto. Il sole illuminava la mia camera.
I raggi schiarivano i miei grandi occhi azzurri che socchiudevo sonno.
Un pensiero sfiorò la mia mente."Luca!"
Urlai ricordando la serata scorsa. Il mio sorriso non era mai stato così bello, riuscivo a vederlo di fronte a me grazie al grande specchio appeso al muro della mia stanza.
Per una volta non avevo paura che si rompesse, ed ero felice.
Mi sentivo realizzato.
Luca era lì, e lo era anche per me. Ciò mi illuminava gli occhi più di quanto fossero illuminati dal sole di quella giornata.Mi alzai stiracchiandomi, mi diressi in cucina e aprì lo sportello bianco dove tenevo le fette biscottate e ne Afferrai una.
Mi sistemai velocemente abbinando un paio di jeans attillati e una maglia con la mia scritta preferita.
Quella scritta diceva "Anche se non stai affondando cadendo nell'acqua, stai affondando stando qui"
In un certo senso, quella scritta mi rappresentava un pò. I 4 anni senza Luca mi avevano distrutto.
Ero totalmente sicuro che in quella settimana in cui lui sarebbe rimasto qui in Sicilia, mi avrebbe rimesso apposto, per poi distruggermi il giorno della sua partenza.
Ma nonostante sapessi già che lui sarebbe andato via nuovamente, ero felice ugualmente.
Decisi di andare a casa dei suoi genitori, dove lui alloggiava. Conoscevo bene i suoi genitori, e i primi mesi dopo la partenza di Luca, andavo a casa loro a tenergli compagnia. Erano bravissime persone.
Mi diressi velocemente a piedi seguendo la strada per percorrevo spesso per ricordarmi di lui. A volte andavo a casa sua anche per ricordare i momenti passati insieme.
Fermatomi all'entrata del grande giardino della casa Rapisarda, osservai la grande casa. Era un gran edificio azzurro.
Mi avvicinai alla porta e suonai il campanello. Riconoscevo quel suono, ed era bellissimo sapere che dopo quel suono, avrei sentito la voce di Luca.
Qualcuno aprì la porta. Una donna slanciata vestita di bianco mi aveva invitato ad entrare. La abbracciai dolcemente salutandola.
Clarissa era la madre di Luca. Potevo riconoscerla da metri e metri di distanza dai suoi capelli rossi naturali.
"Luca dorme"
Mi disse sorridendo dopo aver visto la mia faccia leggermente dispiaciuta.
"Vai a svegliarlo"
Aggiunse ridendo. le sorrisi e corsi verso le scale che portavano alla camera di Luca. Aprì leggermente la porta bianca come la mia cucina, ed entrai.
Stava dormendo totalmente sotto le coperte. Sembrava un bozzolo come quelli di spiderman e delle sue ragnatele.
Adoravo quando dormiva in quel modo.
Mi avvicinai lentamente abbassandomi.
Presi la coperta che lo avvolgeva e la alzai leggermente osservando dentro quella camera oscura.Lui dormiva ancora. Era così carino quando dormiva. Ricordi apparivano nella mia mente. Di tutte quelle notti che dormivo con lui. Eravamo solo amici ma molto, troppo uniti.
"Ehi
Sussurrai dolcemente senza risposta.
Alzai ancora di più la coperta. Irrigidì alla visione del suo torso nudo. Era ancora più scolpito di 4 anni fa.
Arrossì molto. Dovevo svegliarlo."Ehi"
ripetetti sperando in una risposta, ma niente. Ero tentato, il mio sguardo si posava sui suoi addominali.
Dovevo distrarmi e sbagliarlo a tutti i costi.Poggiai una mano sulla sua guancia. La tirai delicatamente. Ancora dormiva come un ghiro. Poi
"La smetti?"
La sua voce mi aveva fatto sobbalzare. Era già sveglio, non sapevo da quando, ma era sveglio.
Arrossì di nuovo mentre lui apriva lentamente gli occhi. Adoravo I suoi più di quanto amavo i miei."Sono sveglio da circa un ora"
Aggiunse lui.
"Ehm..scusa"
Risposi io Balbettando. Lui rise vedendomi rosso. Guardavo ancora i suoi fantastici addominali e arrossivo sempre di più.
"Cosa sei venuto a fare?" Domandò stiracchiandosi
"Volevo stare con te" risposi ancora più rosso.
Lui sorrise mettendosi a sedere.
"Vestiti e andiamo a fare colazione" aggiunsi.
Dopo essersi vestito, specificando Davanti a me (avevamo molta intimità. Anche troppa)
Io lo guardavo sgranando gli occhi mentre si vestiva. Lui lo notava e rideva.Uscimmo a fare colazione, e tra abbracci e racconti, arrivammo al bar.
Era così bello, anche quando mangiava. Tutto di lui scatenava in me dei ricordi sepolti nella mia mente.Poi...
Il suo cellulare squillò.
Era un messaggio da qualcuno a me sconosciuto.
Lui rispose al messaggio sorridendo.
Curioso gli feci una domanda che non avrei dovuto mai fargli."Chi è?" Domandai.
"È il mio ragazzo" rispose lui guardandomi come se fosse preoccupato.
In quel momento il mio cuore andò in frantumi. Il vuoto che avrebbe dovuto colmare lui, è rimasto lì, ed è anche aumentato.
Credevo di avere una speranza con lui, ma niente.
Lo guardai sconvolto poggiando piano la tazzina di caffè nel piattino.
Lui continuava a guardarmi preoccupato, e ciò mi faceva capire che era a conoscenza di ciò che provavo per lui.Ma che dici?
Pensai. Io non provavo niente, o almeno credevo. Allora perché il buco al cuore si era allargato?"Perché mi guardi in quel modo?"
Domandai io cercando di non tremare. Ma era inevitabile.
"No così.."
Disse lui. Ma era ovvio che stava mentendo, lo conoscevo troppo bene.
Una persona non cambia dopo 4 anni, c'è gente che rimane la stessa tutta la vita.Dopo aver fatto colazione totale silenzio, ci alzammo per pagare.
Insisteva per pagare tutto, ma non volevo.
Lo avevo invitato io io a venire con me, ed ero io che dovevo pagare.
Così cercando si sovraffare la sua insistenza, urlai"Poi paghi per il tuo ragazzo! Pago io oggi"
Lui mi guardò scioccato. Avevo esagerato e ne ero consapevole. Dopo aver pagato, uscimmo in silenzio dal bar.
Tremavo ancora, ed ero straziato.
"L-Luca. Io voglio andare a casa"
Dissi con un filo di voce fermandomi.
Lui mi guardò dispiaciuto e preoccupato, ma annuì accompagnandomi.Era tutto silenzioso, solo il vento animava la nostra discussione muta. Stavo male e bruciavano gli occhi. Avrei voluto cadere a terra.
Lo guardai negli occhi. Erano nocciola, ed erano illuminati dal sole. Ah dimenticavo. Erano bellissimi.
Lui guardò i miei."Ci vedo il mare. Soprattutto adesso"
Aggiunse parlando piano. Le sue parole.
Un Brivido. Erano lucidi i miei occhi, e lui lo aveva notato, ed era coscente di ciò che non provo.Arrivammo davanti al mio appartamento.
Lo salutai con un abbraccio forte. Non era colpa sua. O forse si.Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Era ancora presto, ma decisi ugualmente che la giornata sarebbe finita, come la speranza di averlo era resistita.
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Vecchi "Amici" (In Revisione)
Teen Fiction"Non bisogna che tutto sia complesso. A volte le cose più belle si nascondono nella semplicità di un gesto, o di un fiore" L'amore vince su tutto. Distanza, tempo e nostalgia sono niente se affrontati insieme. È quando Marco perde la speranza che il...