Mentre il dolce e coraggioso sguardo di Altair riaffiorava nella sua mente, Elenthaliel si accorse che a sovrapporsi a quel ricordo era il volto severo di Thorin. La confusione la scosse, e istintivamente tolse la mano da quella di Legolas. Ma cosa le stava succedendo?"Scusa, ti ho fatto male?" domandò Legolas, interrotto nel gesto.
"No... no, scusami tu, Legolas."
Lui non disse nulla e continuò a medicarle entrambe le mani, con una calma che la sorprendeva. "Sei bravo, per essere giovane," commentò con un sorriso accennato.
Legolas rise piano. "Non sono poi così giovane. È da tanto che non ti si vede in giro."
"Avevo delle cose da fare."
"Immagino..."
Seguì un silenzio carico, interrotto solo dal lieve fruscio delle fasce mentre Legolas avvolgeva le sue mani. Fu Elenthaliel, dopo un lungo sospiro, a spezzare l'attesa: "Ho visto come guardi l'elfa dai capelli rossi... Tauriel, giusto?"
Legolas si irrigidì, e le punte delle sue orecchie affusolate si tinsero di rosso. Elenthaliel, divertita, sorrise. "Dai, parlamene. Qualche secolo fa lo avresti fatto senza esitazione."
Legolas scosse il capo, un sorriso che gli sfuggì nonostante il tentativo di trattenersi. "Potremmo parlarne meglio domani. Ma ora dovresti lavarti... hai un odore terribile."
Elenthaliel lo fissò con incredulità, mentre lui si alzava con un'aria spavalda. "Ma guarda te che faccia tosta, principino!"
Legolas ridacchiò sottovoce e si avviò verso l'uscita, lasciandola a sorridere suo malgrado. Era una buona persona, pensò Elenthaliel. Ma l'amore che provava, quel sentimento che gli si leggeva negli occhi, non sapeva se sarebbe mai stato ricambiato.
Sola nella stanza, si svestì e si lavò con movimenti lenti, lasciando che l'acqua le riportasse una parvenza di forza. Anche se il suo corpo sembrava rinvigorito, la mente era troppo inquieta per pensare di dormire. Avvolta in un asciugamano, con i capelli ancora umidi che le scendevano lungo la schiena, sentiva il morso e le cicatrici pulsare con un ritmo incessante.
Fu allora che sentì la porta aprirsi. Si voltò di scatto, il cuore che le balzò in gola, ma non vide nessuno. Forse era la sua immaginazione... Stava per togliersi l'asciugamano e vestirsi quando una tosse discreta ruppe il silenzio.
"Per i Valar, Bilbo!" esclamò Elenthaliel, coprendosi in fretta. "Come diavolo hai fatto a passare così inosservato?"
"Beh, sono uno scassinatore," rispose Bilbo con un sorriso che si sforzava di trattenere.
"Vedo che hai preso sul serio il tuo ruolo," replicò lei, con un misto di esasperazione e divertimento. Ma mentre parlavano, un'ombra scura la avvolse per un breve istante, come una sensazione di gelo che le attraversò il cuore. Scosse la testa, cercando di scacciarla.
Elenthaliel si nascose dietro un paravento per vestirsi. Dall'altra parte, Bilbo restò in silenzio finché lei non riemerse, avvolta in una tunica verde smeraldo e pantaloni neri che le cadevano morbidi sui fianchi.
"I nani sono nelle prigioni, nei sotterranei," disse Elenthaliel. "Andrò a salutarli."
"Ti sorvegliano," rispose Bilbo con aria preoccupata.
"Lo so bene. È per questo che, mio caro amico, io sarò il loro punto focale, mentre tu agirai nell'ombra. Devi informarmi. Io posso darti direttive, ma questo posto... nei secoli è cambiato."
Bilbo annuì, serio. "Va bene. Grazie, Elenthaliel. E... scusa se sono entrato all'improvviso. Io... vado a cercare una via di fuga!"
Si stava già dirigendo verso l'uscita quando la voce di Elenthaliel lo fermò. "Aspetta, Bilbo."
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Tergan Tingilinde (l'erede delle stelle)
FantasíaFan fiction su lotr e lo hobbit ★彡 L'ultima vera regina suprema dei Noldor. Forte, coraggiosa, un abile gueriera e buona di cuore, ma trascinata in una immortalità imperitura, costretta a vedere le ere di Arda passarle davanti lo sguardo, costretta...