I Nani (NON) Portano Fortuna (Parte 28)

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Il corso d'acqua si snodava silenzioso sotto il cielo plumbeo, riflettendo appena i bagliori delle lanterne sparse qua e là lungo il canale. La chiatta scivolava lenta, quasi a non voler disturbare il gelo dell'aria che avvolgeva tutto. Quando si avvicinarono al posto di blocco, un uomo con una lanterna si fece avanti dalla nebbia, il fascio di luce intermittente danzava sulle assi di legno bagnate.

"Alt! Ispezione merci. Documenti, per favore," disse con voce ferma, ma stanca. Bard fermò la chiatta con un movimento fluido, le mani abituate a quei gesti di routine. Quando l'uomo lo riconobbe, il suo volto si illuminò di sollievo. "Ah, sei tu, Bard!" esclamò con un cenno del capo.

"Buongiorno, Percy," rispose Bard, la voce greve di chi non vede l'ora di tornare a casa. Percy, con un sorriso complice, chiese: "Niente da dichiarare?"
"Niente, se non che sono intirizzito, stanco, e che ho voglia di casa," replicò Bard, scrollando le spalle.
Percy annuì, con un sorriso malinconico: "Io uguale a te..." Poi, senza altre formalità, timbrò i documenti che Bard gli aveva passato. "Tutto in ordine," disse infine, restituendoli con un gesto rapido.

Elenthaliel, però, si irrigidì. Un'ombra, un movimento appena percettibile tra le figure oltre Percy, le fece avvertire un cambiamento nell'aria. Non fece in tempo ad avvertire Bard che una voce stridula e irritante ruppe il silenzio: "Non così in fretta." Dalla nebbia emerse un uomo con vesti nere, il volto unto e sgradevole, un odore stantio che sembrava seguirlo come una scia.

Alfrid. Il suo sguardo viscido scrutava tutto, e con un gesto esagerato afferrò il permesso dalle mani di Percy, osservandolo con aria sospettosa. "Consegna di barili vuoti dal reame boscoso... Ma questi non sono vuoti," sibilò, sollevando il documento come fosse una prova schiacciante. Bard scambiò un'occhiata fugace con Elenthaliel, che si alzò con calma, portandosi al suo fianco.

"Se mi rammento bene, Bard, tu hai la licenza di chiattaiolo, non di pescatore," insinuò Alfrid, il sorriso sprezzante sul volto.
Bard lo fissò con un lampo di astio negli occhi. "Non sono affari tuoi, Alfrid."
"Oh, sbagliato," replicò l'uomo, avvicinandosi di un passo. "Sono affari del Governatore, quindi sono miei."

Bard cercò di mantenere la calma, ma la tensione era palpabile. "Oh, avanti, Alfrid. Abbi un po' di cuore. La gente deve mangiare."
"Questo pesce è illegale! Svuotate i barili!" sbraitò Alfrid, indicando i soldati che lo seguivano come cani obbedienti.

Elenthaliel osservava in silenzio, il volto impassibile, mentre i soldati si avvicinavano ai barili. Uno di loro stava per rovesciare quello di Dwalin nel lago, il pesce scivolava già sulla superficie bagnata del legno. Ma prima che potesse farlo, la mano di Elenthaliel lo bloccò con una presa ferma. I suoi occhi, freddi e penetranti, si fissarono su di lui.

"Ma quando la gente sentirà che il Governatore ributta il pesce nel lago," disse con una calma inquietante, "e inizierà una rivolta, sarà un problema tuo allora..."

Alfrid si irrigidì. I suoi occhi, spalancati per un attimo, tradirono la paura che cercava di nascondere. "Fermi!" ordinò, voltandosi verso i soldati. Poi, con il suo solito tono viscido, aggiunse: "Sempre il campione del popolo, Bard. Protettore della gente comune. Avrai anche il loro favore come chiattaiolo, ma non durerà. E tu," disse rivolgendosi a Elenthaliel, "chi sei per minacciarmi?"

Elenthaliel accennò un sorriso storto. "Un nemico che non vuoi, Alfrid." Si sporse verso di lui, i suoi occhi freddi come il ghiaccio lo trapassavano, mentre un calore sottile si irradiava dalla gemma che portava. Nella mente di Alfrid, sussurri s'insinuarono come serpenti striscianti, evocando paure nascoste. L'uomo si ritrasse di scatto, guardandola con orrore.

"Alzate la chiusa!" ordinò ad alta voce, cercando di mascherare il tremore nella voce. Si voltò verso Bard, lanciandogli un ultimo avvertimento. "Il Governatore ti tiene d'occhio, Bard. Sappiamo dove vivi."
Bard lo guardò con un sorriso tagliente. "Questa è una città piccola, Alfrid. Tutti sanno dove vivono tutti."

Tergan Tingilinde (l'erede delle stelle) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora