Incubi {Parte 8}

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Scendere dal monte si stava rivelando più complesso di quanto si pensasse, la neve fresca rendeva difficile il cammino, Elenthaliel arrancava in ultima fila sollevando gli Hobbit quando non
erano in grado di superare un cumulo di neve.
Il vento non faceva altro che peggiorare il tutto.

Camminavano vicini, immersi in un silenzio che diceva più di tante parole. Boromir si trovava davanti e gesticolando indicava dove mettere i piedi mentre Elenthaliel chiudeva il gruppo.

Legolas le chiese "Elenthaliel sei certa di sentirti bene? Sembri distrutta..." Elenthaliel annuì, si resse con la spada e poi senti un atroce fitta al morso e urlando un esplosione di fuoco sciolse tutta la neve intorno a loro, lei respirava affannosamente, e le fiamme scemavano, una risata udibile anche ai suoi compagni uscì dalle sue labbra, era Morghot, il sangue le baganva coppioso le vesti, le ciccatrici sembravano appena compiute, poi cadde di faccia nella neve svenendo, il sangue le imbrattava i vestiti, sentì Gandalf farsi spazio fra tutti e girandola imprecò "il morso... non è solo Saruman a prosciugarle le energie, ma anche Morghot, vedete lei conobbe Sauron... ha un modo di contatto su di lei, Sauron la teme profondamente, perché se solo volesse Elenthaliel potrebbe essere molto più potente di lui... perché lei è sostenuta da Eru Iluvatar."

Uno due tre, frustata dopo frustata Elenthaliel le contava, non le faceva pensare al dolore

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Uno due tre, frustata dopo frustata Elenthaliel le contava, non le faceva pensare al dolore. Guardava suo zio, gli avevano cavato un occhio le sue stesse dita furono lo strumento che lo cavarono.
L'avevano messa davanti lui, e se non avesse cavato lei l'occhio l'avrebbero fatto loro, il sangue che le ricopriva le dita non era solo il suo ma anche quello di Maedhors, che non riusciva a guardarla, mentre il suono delle frustate riempiva l'aria, lo stavano faccendo perché Elenthaliel aveva cantato, a quanto era arrivata?

Non se lo ricordava più, aveva perso il conto.

L'avevano spinta in una stanza sola, legata mani e piedi gettata in un angolo, guardava il sangue scorrere. Il giorno prima Morghot le aveva fatto il morso, era infetto. Sentì delle risa una voce proffonda parlava la lingua dei Valar era Morghot aveva detto "Næchærra Mâchananaškad (divertiti con la benedetta di Eru)" sentì una risata cristallina, la porta si apri lei alzò il capo i lunghi capelli le andavano sul viso ma lei disse solo "Mairon..."

Sauron rise, era di bellissimo aspetto aveva le sembianze di un elfo alto, dai lunghi capelli rossi, la guardò "Ti ricordi il mio nome..." lei stanca lo guardò, le girava intorno studiandola notò che era armato e aveva una frusta, sospirò, si disse che sarebbe morta a breve.
Non c'era molto da perdere quindi prese coraggio "Mi ricordo tutti i tuoi nomi, Thauron significa abominevole e odioso, Ghortahaur terrore crudele, Norsus orrore, e Sauron che significa..? lurido vile, quello che più ti si addice, quali erano gli altri? a si Mainor l'ammirabile, non ti si addice, anche se hai un aspetto meraviglioso... Io vedo la tua corruzione, lurido vile..." un sonoro schiaffo le arrivò su una guancia, ma poi una carezza dolce la sostituì "una bocca così bella artefice di così rudi parole..." tirò fuori la frusta con uno schiocco "alzati metti le mani al muro..."

Tergan Tingilinde (l'erede delle stelle) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora