art: caiirocai
Tra le tante cose che Katsuki non sopportava, c'era non dormire almeno le sue otto ore per notte. E non aveva un sonno particolarmente pesante. Di conseguenza il suo odio si estendeva anche a qualunque elemento o persona osasse disturbare quel momento sacro.
«Deku, se non la smetti ti uccido all'istante».
Nella quasi totale oscurità, vide appena il corpo del nerd sobbalzare nel letto al polo opposto della stanza, avvolto nelle coperte come un bozzolo nonostante facesse un caldo boia in quella maledetta camera d'hotel.
Ci furono alcuni minuti di tregua. Poi riprese a rigirarsi.
«Deku» ringhiò di nuovo. Era soltanto la seconda sera di gita e al momento c'erano solo loro due in stanza, quindi doveva chiarire le cose. Stava giusto per rifilargli qualche altra frase ad effetto condita da epiteti poco carini, quando quello prese a mormorare delle giustificazioni non richieste.
«Eijiro e Denki si sono addormentati da Tenya e Shoto. Io non volevo dare fastidio e nemmeno c'era abbastanza spazio, così sono tornato qui. Ho cercato di fare meno rumore possibile però poi non sono più riuscito a prendere sonno, quindi scusami non volevo svegliarti ti prego non mi uccidere».
Katsuki sbuffò. Non sapeva se essere divertito dalla solita reazione esagerata o se era la volta buona che si sarebbe procurato una pistola per qualche via illegale.
Ormai non si sarebbe riaddormentato facilmente. Senza pensarci troppo raggiunse il letto di Faccia da Scemo, di fronte al suo. Accese la lampada sul comodino per non rischiare di amputarsi un piede nel processo, o peggio picchiare il mignolo contro lo spigolo e dover disturbare tutti i santi in piena notte, e spostò il letto dell'idiota contro quello del nerd.
«C-Che stai facendo?»
Si buttò sul materasso dandogli le spalle e spense la luce.
Il cuscino conservava il profumo dello shampoo che Faccia da Scemo usava in quantità industriali: miele, o qualche roba sdolcinata, ma non troppo fastidioso e in generale non gli faceva schifo dormire nel letto dell'amico. Poi, conoscendolo, lo avrebbe usato a dir tanto una volta in quei giorni, dato che vagabondare e vivere a scrocco era nella sua natura, anche durante le gite scolastiche.
«Perché?»
Il sonno lo conduceva a riflessioni strane e in quel caso pensò che trovava incredibili le capacità vocali di Deku. Quello era stato appena un bisbiglio flebile, tutto il contrario di quando gli aveva urlato addosso solo qualche ora prima.
E cazzo se era stato bello vederlo infuriarsi così. Katsuki era stato uno stronzo di prima categoria a punzecchiarlo senza motivo, per divertimento forse, eppure non riusciva a sentirsi in colpa, non dopo quel risultato. Il formicolio dello schiaffo che ogni tanto giurava di poter ancora sentire sulla pelle, Deku che sbroccava, le parolacce che abbandonavano le sue labbra, sempre troppo gentili e che invece gli dicevano che lo odiava.
Si era sentito sollevato, a quell'affermazione. Il loro rapporto sarebbe continuato come sempre, a ferirsi a vicenda, e poteva evitare di fare i conti con gli eventi delle vacanze invernali, proseguendo a seppellirli dietro la negazione e il suo trattarlo di merda.
Però poi Deku aveva ricominciato a parlare di sentimenti e stronzate, a pretendere risposte, a riversagli addosso fiumi e fiumi di parole e le sue fottutissime emozioni. E allora si era sentito annegarci. Non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, voleva solo fuggire. Forse, tra i due, era lui il più patetico e codardo.
Non ci capiva più niente, a parte che lo aveva baciato e quindi non avrebbe esitato a ricambiare come si doveva, perché era da quando gli aveva gridato il suo odio che era combattuto tra mandarlo a fanculo per l'eternità e zittirlo avventandosi su quelle dannate labbra.
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𝙢𝙮 𝙞𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖𝙣 𝙖𝙘𝙖𝙙𝙚𝙢𝙞𝙖 ❘ a mha story
FanficE se esistesse un universo alternativo in cui i personaggi di My Hero Academia sono normali adolescenti? O dove come studenti di un liceo classico italiano sono alle prese con problemi scolastici, disastri di dimensioni all'incirca apocalittiche e d...