Capitolo 17 - Peccati

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Nayeon aveva lasciato il suo stand da ormai un'ora ed era riuscita a raggiungere Momo e Dahyun. Le due ragazze si erano fortunatamente chiarite e, pur avendo poco in comune, riuscivano comunque ad andare d'accordo.

«Bene, io vi devo lasciare» Disse improvvisamente Momo, dopo aver controllato l'ora sul suo telefono.

«D'accordo, mi mandi un messaggio più tardi?» Le domandò Nayeon. Sapeva che doveva incontrarsi con Mina e non vedeva l'ora di sapere come avrebbe risposto alle avance della sua amica.

«Mi sembra il minimo» Le rispose prima di prendere la sua borsa da terra. «Ci sentiamo dopo»

Momo sparì dalla circolazione in poco tempo e Nayeon rimase nuovamente sola con Dahyun. Non che le dispiacesse, infondo ormai andavano d'accordo.

«Non ti ho ancora ringraziata dei fiori» Nayeon si girò verso Dahyun e sorrise. «É stata davvero una sorpresa inaspettata»

«Beh, sei stata tu a ricordarmi il significato della festa, ho solo preso spunto»

«Sei davvero carinissima Hyun» Nayeon non riusciva a stare lontana dalle soffici guance di Dahyun e di certo non poteva farsi sfuggire l'occasione di strizzargliele nuovamente. «Le tue guance sono come la droga, una volta provate...»

«Sai che l'Avarizia è uno dei sette peccati capitali?» Le chiese Dahyun provando a staccarsi dalla presa di Nayeon.

«Conosco i sette peccati capitali e ti posso giurare che io li ho provati tutti... Sei difronte a Satana in persona, ne sei consapevole, vero?» Nayeon staccò la sua mano dalla guancia di Dahyun e la guardò dritta negli occhi. Anche se non voleva essere una provocazione, sembrava come se lo fosse.

«Me ne rendo conto...» Sospirò Dahyun. «Ma non sei l'unica senza peccato e potrei sorprenderti dicendo questo, ma anche io li ho provati tutti»

«Non ci credo!» Le disse Nayeon. «Tu sei miss perfettina ed assidua frequentatrice di chiese, com'è possibile?»

«Non sono sempre stata così Nayeon, sono stata obbligata a fare certe scelte per la mia famiglia»

«Dahyun, sei più interessante di quanto pensassi...» Nayeon si alzò in piedi e le tese la mano. «Ti va di fare una passeggiata all'inferno e di confessarti a Satana?»

In mezzo a tutto quel trambusto, c'era un percorso degli orrori chiamato proprio "inferno" ed erano ore che Nayeon tentava di andare a visitarlo.

«Per quanto mi sconvolga la blasfemia dell'intera frase, ok... Ma non parleremo del mio passato» Le rispose afferrandole la mano.

«Oh andiamo... Ormai hai stuzzicato la mia curiosità»

«Mi piaci Nayeon, ma non così tanto da raccontarti fatti delicati della mia vita»

«Non insisto solo perché non voglio ricominciare a discutere con te» Nayeon si inventò una scusa qualunque, mentre il suo sguardo era impegnato a fissare le guance soffici di Dahyun.

«Certo, quindi non lo fai solo per continuare a strizzarmi le guance, giusto?»

«Ma per chi mi hai presa?» Nayeon si finse sconcertata. «Guarda che le stavo fissando solo perché eri sporca di zucchero a velo e non sapevo come fare a dirtelo»

«Come no...»

«Ti dico di si... Aspetta» Nayeon mise avanti la mano e con delicatezza, la poggiò sulla guancia di Dahyun, fingendo di spolverarle via con il pollice lo zucchero a velo invisibile.

Dahyun era spaventata da quel piccolo gesto. Non che si fosse nulla di male, allora perché le palpitazioni avevano iniziato ad aumentare quando incrociò lo sguardo di Nayeon?

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