𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 9

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-Ti odio Felix-
-Di nulla- mi sorride e rigira il mio sgabello di fronte a quello di Jisung. Gli sorrido. Mi sorride. Che bel sorriso.

Felix paga e se ne sta lì al banco a parlare con Christopher, il barista. Rigorosamente in inglese. Sto ad ascoltarli, nonostante io non capisca un'acca. Mi piace il loro accento.

Sento la mia manica sinistra venire tirata e Jisung mi si avvicina all'orecchio. Il suo bisbiglio mi fa venire dei brividi di solletico sul collo.
Annuisco. Mi sembra un'ottima idea.

- JISUNG'S POV -

Dopo aver ricevuto conferma da Minho, mi dirigo dal barista, che smette di parlare con felix e mi rivolge un caldo sorriso.
-Posso esserti utile?-
-Perdonate l'intrusione, ma posso fare una domanda?-
-Certo-
-Sto... ecco... io- sento una mano che prende la mia e la stringe. La riconosco essere quella di Minho. Mi tranquillizzo e riprendo a parlare.
-Io sto cercando un lavoro part-time da fare al pomeriggio e ho visto che qui ha solo due dipendenti. Così mi chiedevo se fosse interessato. Ho già esperienza come cameriere, sia al banco che tra i tavoli-
-Se vuoi puoi fare un giorno di prova, chiamiamolo così, la prossima settimana. Così vedo come lavori, come ti muovi, e capisco anch'io che cosa cosa fare. Va bene?-
Io annuisco con foga. -Certo! Grazie mille!-

Mi accorgo che sto ancora tenendo la mano di Minho. La lascio e metto entrambe le mie in tasca.

Il barista mi porge una mano: -Mi chiamo Christopher Bang-
-Han Jisung, molto piacere-

Mi giro poi verso Minho, ma non lo vedo. Poi mi accorgo che è fuori al telefono.

Io ordino qualcos'altro da bere, e proprio mentre abbasso il bicchiere sento delle mani sulle mie spalle. Guardo in su e vedo la faccia di Minho al contrario sorridermi.
-Hai da fare per cena?-
Scuoto la testa
-Bene, hai vinto una cena al ristorante di mia mamma-
No. No e no.
-Cavoli... oggi in effetti devo aiutare mio padre a fare una cosa-
-Oh... nessun problema-
Spero non ci sia rimasto male. È che non voglio tornare troppo tardi a casa per farla andare a finire come l'ultima volta.

Pago quel che ho preso e mi alzo. Minho saluta Felix e ci avviamo verso casa mia.
-Grazie mille Minho, mi ci voleva proprio una giornata off-
-Non ti preoccupare, quando vuoi ahahah-
Alzo la mano per un cinque, allora lui apre le braccia per un abbraccio. Allora io apro le braccia, e lui alza la mano per il cinque. Alla fine optiamo per l'abbraccio, ridendo.

Entro in casa tutto sorridente, e vengo accolto da una scena che non vedevo da troppo tempo.

La TV è accesa su un film di spionaggio e vedo la testa di mia mamma appoggiata su quella di mio padre.

Chiudo la porta silenziosamente, ma mio padre se ne accorge e si gira. Mi fa segno che lei dorme, e che posso andare su.

Chiamo per una pizza da asporto, e salgo in camera.
Minuti dopo suona il campanello e scendo.
Metto la pizza sul tavolo e chiedo a mio padre se ne vuole un pezzo.
Con mia grande sorpresa viene anche la donna.

Ci sediamo insieme e mangiamo. Inutile dire che mamma aveva il suo solito odore di alcool e fumo e che non spiccica una parola perché non è abbastanza sobria per farlo.

-Jisung- parla mio padre.
Alzo lo sguardo con le guance piene di pizza.
-Questa sera porto tua madre al centro di riabilitazione. Non so per che ora tornerò. In ogni caso ho le chiavi-
Si alza, e dopo avermi dato un bacio sulla fronte, prende mia madre per mano, e indossata la giacca escono. Io sparecchio, lavo e mi preparo.

Mi squilla il cellulare.

È Minho. Non ho ancora salvato il suo numero, ma lo riconosco.

-Minho-
-Ehi, ciao. Hai lasciato da me lo zaino. Vuoi che te lo porto?-
-Non ti preoccupare, vengo io-
-No. Vengo io. La mia era una domanda retorica-
Tace per qualche secondo.
-Ho solo bisogno del tuo indirizzo-
-Certo, non ti preoccupare-
Gli scrivo il mio indirizzo in chat.
-Ecco qui-
-Grazie, tra 5 minuti sono lì-
-Okie-

5 minuti dopo, come promesso, mi suona al campanello.

Gli apro e vedo che si sta guardando intorno. Che carino. Si accorge di me e mi porge lo zaino.

- MINHO'S POV -

Faccio ridere vestito così elegante. Gli porgo lo zaino, lo saluto e vado da mia madre. Con il bus, ovviamente. Macchina? Grazie ma no grazie.

Cambio bus un paio di volte, prima di arrivare davanti al ristorante di mia madre. Entro e mi accolgono i camerieri.
-Lee Minho-
Mi guidano fino ad un tavolo dov'è presente una ragazza seduta, che gioca con le posate, con un abito bellissimo, rosso con le paillettes, di un rosso così scuro... Ha i capelli raccolti in una coda di cavallo, sostenuta da un elastico per capelli nero con le perle bianche. Avvicinandomi noto il suo trucco. Ha l'eyeliner messo da dio, un ombretto nero che fa risaltare la forma dei suoi occhi. Ha degli occhi grandi e scuri, che stanno benissimo con il colore pallido della sua pelle. Il rossetto è così invitante... sulle sue labbra piccole e carnose, quasi a forma di cuore.
Mi siedo di fronte a lei, facendole alzare lo sguardo.

-Lee Minho, piacere-
-Choi Ji-Su, piacere mio-

Mia madre. Appuntamenti su appuntamenti con ragazze. Solo ed esclusivamente ragazze. La frase che mi dice più spesso in questo tipo di situazioni?

"Puoi amare chi vuoi, ti amo lo stesso. Voglio solo vedere i miei nipotini quando nasceranno."

La mia opinione? Mediocre.

Ma alla fine mi diverto... Mi passo via, e poi ceno gratis, considerando che è il suo ristorante e io sono il suo figlio preferito. Non che ne abbia altri, ecco. Lei spera che la parte di me alla quale piacciono le ragazze prevalga su quella alla quale piacciono i ragazzi. Forse lo spero un po' anche io, non lo so.

La cena trascorre velocemente, ridiamo e scherziamo, e addirittura ci scambiamo i numeri di telefono per rimanere in contatto e uscire per una birra ogni tanto. La accompagno all'uscita e poi vado alla reception dove questa volta trovo mia madre.

-Minho, tesoro! Com'è andata?-
-Bene, era simpatica. Ci siamo anche scambiati i numeri-
La vedo esultare dentro, per poi augurarmi un buon viaggio a casa.

Prendo un taxi e torno a casa.

Domani non vado a scuola. Ho altro da fare.

Arrivato a casa coccolo le gatte, mi lascio coccolare e cado nel sonno, vestito così come sono, dopo aver solo allentato un po' la cravatta.

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Parole: 1029

𝙸𝚕 𝚂𝚘𝚕𝚎 𝙴 𝙻𝚊 𝙻𝚞𝚗𝚊 || 𝙼𝚒𝚗𝚜𝚞𝚗𝚐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora