𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 20

215 13 3
                                    

- JISUNG'S POV -

Forse devo ascoltarlo? D'altronde è il mio migliore amico. Le cose le dice per aiutarmi. E per non farmi cadere in certi errori, che non dovrei fare.

Ma io voglio fidarmi di Minho, non voglio lasciarmi scappare questa amicizia che sta nascendo. È un ragazzo molto interessante, è dolce, e non pensavo di voler diventare suo amico fino a quel giorno. Penso che la gentilezza insegnatami da mio padre mi frutterà un buon amico. E in caso dovesse finire in modo poco piacevole, posso semplicemente allontanarmi da lui, non parlargli e ignorarlo.

Come faccio con tutto il resto del mondo intorno a me. Ma intanto mi piace conoscerlo piano piano. Non mi sembra un cattivo ragazzo. Ha gli occhi buoni. E il sorriso di un angelo. E so che l'apparenza inganna, spesso, ma non penso sia il suo caso. Quei bellissimi occhi neri, le orecchie con i buchi raramente utilizzati, il suo naso dalle giuste proporzioni. E la sua magnifica bocca dotata di un sorriso divino troppo spesso nascosto da carnose labbra perfette, così perfette che verrebbe voglia di... BACIARLE?

NO!

E che cazzo, Jisung! Che vai a pensare? Tsk, baciare Minho!

Sputacchio davanti a me, risvegliandomi dai miei pensieri. Che strani pensieri, mio Dio

Dopo pranzo, alle 3 mi devo trovare con Lucrece, quindi preparo da mangiare per me e mio padre. Toast prosciutto e formaggio. Non arrivo oltre. Non sono come Minho che- NO! Perché sto ancora pensando a Minho!?
Penso di aver bisogno-

- MINHO'S POV -
-di uno psicologo!- mi dice Felix senza staccare gli occhi dalla console. -non è possibile pensare a una persona così tanto durante il giorno-
-Forse non te ne sei accorto, ma tu sei così con Sana-
-Beh, quello è diverso-
-No, non lo è-
-Fai come vuoi- mi arrendo buttandomi all'indietro sul suo letto
-Possiamo chiudere il discorso?-
-Va bene-
-Ho fame-
-Cucini tu?-
-Perché no?-

Dopo aver preparato una veloce pasta in bianco con del formaggio sopra, mangiamo e ce ne andiamo da casa sua prima che arrivino i suoi. Dopo che si è trasferito in questa mega-villa, i suoi genitori sentivano la sua mancanza, così si sono trasferiti da lui. Felix non era molto d'accordo. Prima si parlava di trovare un appartamento per noi due, ma poi non abbiamo mai deciso veramente.
-Senti, e se troviamo un appartamento economico ma carino per stare insieme? Poi quando i tuoi decideranno di andarsene, tu potrai tornare nella tua super-iper-mega villa. Che te ne pare-
-Sì, si può fare-
-Sì, ma ci deve essere spazio per Soonie, Doongie e Dori. Altrimenti non va bene-
Sbuffa ma annuisce.

Ci alziamo dalla panchina e con le nostre lattine in mano ci dirigiamo verso casa mia.
Il parco è silenzioso. È mezzanotte passata.
-Trovassimo-
Lo guardo storto: -Eh?-
-Prima hai detto e se troviamo. Si dice e se trovassimo-
-Non so la mia lingua, ma è giusto così. Tanto sto mollando gli studi-
Mi guarda sbalordito: -Tu che cosa!? Non lo puoi fare! Sei bravo, e so che non lo vuoi veramente-
-E invece lo voglio. Non mi piace la scuola. E non mi è mai piaciuta. Non so nemmeno perché sono voluto entrare all'università. E perché io abbia fatto il test ben due volte per entrare- mi metto a ridere. La fresca brezza ci coccola durante il nostro cammino verso il mio appartamento. Camminiamo in silenzio, fermandoci ogni tanto per riposarci. Facciamo tutta la strada a piedi, prendendo strade a caso.
Ogni tanto è bello passeggiare in silenzio. In compagnia ma ognuno perso nei propri pensieri. I miei passano da Jisung a Haneul e da Haneul a Jisung. Non ho pensieri fissi. Penso agli occhi dell'uno e dell'altro, penso ai momenti intimi con Haneul e a come mi piacerebbe averli con Jisung. Penso a come in qualche modo si assomigliano. Entrambi sono andati oltre ciò che è la mia reputazione, il mio ego e la mia personalità. Entrambi sono stati gentili con me, come poche persone lo sono. Ma una differenza c'è: Haneul mi capiva. Jisung prova a farmi capire se stesso. Per quel poco che abbiamo parlato in biblioteca, mi sono sentito come a casa. Ma perchè? Succedeva più o meno la stessa cosa con Haneul. Ma io e lui ci conoscevamo un po' di più. Con Jisung ci ho parlato molto meno
Mentre questo genere di pensieri mi invade la testa, continuo a bere la mia birra e cammino. Felix è a fianco a me. Sembra un burrito. La sua maglia è color burrito. E messa così, quasi appiccicata a lui... è decisamente un burrito.
Lo guardo un po' meglio negli occhi. Sono lucidi. Lui si ferma. Tira su col naso. Non dico nulla. Proseguiamo a camminare fino all'edificio. Appena entrati, l'orologio mi avvisa che sono le 4:42. Wow, è tardi. O forse è presto. È tutta una questione di prospettiva. Dipende da come la guardi.
-Io stasera faccio dritto- annuncio io gettando la lattina nel cestino.
-Idem- concorda lui
-Hai voglia di giocare a qualcosa?-
-Ho dei giochi da tavola, se vuoi-
-Ci sta. Che hai?-
-Monopoli, Trivia, il gioco della vita... Ah no, quello l'ho regalato a te tempo fa. Ho monopoli e Trivia-
-Ah... Ho la switch, se vuoi-
-Fair enough-
E così passiamo tutta la notte a giocare alla switch.

𝙸𝚕 𝚂𝚘𝚕𝚎 𝙴 𝙻𝚊 𝙻𝚞𝚗𝚊 || 𝙼𝚒𝚗𝚜𝚞𝚗𝚐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora