𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 12

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- JISUNG'S POV -

Arrivato a casa, sembra quasi surreale, non sentire la puzza d'alcool che di solito orbita attorno a mia madre.

-Pa' io sono a casa-
-Jisung-
-Sì?-
-Ti voglio bene-
-Anche io ve ne voglio-
Ci abbracciamo.

Diciamo che è un po' strano arrivare a casa ed essere accolto da un abbraccio, e non da uno schiaffo.

In camera noto che uno dei libri che ho portato a casa non è mio.

Lucrece Evans

Domani lo porto in portineria.

Mi squilla il cellulare e rispondo senza guardare.

-Han Jisung?- una voce femminile dall'altra parte.
-Sì, sono io. Chi parla?-
-Lucrece Evans-
-Oh, salve-

-Ho qui il suo quaderno di letteratura inglese. Quando glielo potrò riportare?-
-Domani davanti alla scuola. Le riporto anche il suo libro di poesia-

-Allora siamo d'accordo. Arrivederci e grazie-
-Arrivederci-

Sono una di quelle persone psicopatiche che scrivono nome, cognome e numero di cellulare sui quaderni, per paura di perderli. Ed ecco quando torna utile.
Che carina, lei è la prima che chiama. Effettivamente è la prima volta che perdo qualcosa della scuola.
Scendo a cenare con mio padre, ce la raccontiamo e poi lui va a dormire stanco morto.
Io mi preparo la cartella, leggo un po' e vado a dormire anche io.

Il giorno dopo, dopo aver avvisato Minho che non sarei entrato con lui, chiamo lo stesso numero che mi ha chiamato ieri.

-Han-
-Evans. Dove si trova-
-Sono davanti all'entrata, alla destra del cancello venendo da fuori-
-La vedo, mi dia un minuto-

Raggiungo una ragazza che ha in mano il mio quaderno.
Non avevo pensato a come potesse essere, ma è molto carina.
Ha due occhi color nocciola, grandi e sovrastati da due lenti rotonde. I suoi capelli castani sono raccolti in una coda di cavallo, molto lunga. Il suo nasino è piccolo e sottile, mi ricorda quello di un topolino. Indossa la mascherina, quindi non riesco a vederle il viso intero. Ma i suoi occhi sembrano così gentili...

La saluto cordiale e le porgo il suo quaderno. Lei contemporaneamente mi porge il mio.

-La ringrazio-
-Non è nulla-
-Posso chiederle se l'ho già vista? Da qualche parte? In qualche corso?-
-Penso di sì, ma non ricordo-
-Forse mi sa dire i corsi che frequenta?-
-Non posso dare altre risposte, ma grazie e grazie-

Mi illumino. La dodicesima notte. È lei. Lei è la donna perfetta.

Le sorrido, sperando che capisca che ho capito.
Vedo i suoi occhi sorridenti, ma non capisco che cosa voglia dire. La ringrazio e torno da Minho.

-Beh, ce ne hai messo di tempo-
-Mi sono trattenuto a parlare-
-Ho notato-

Tornando a guardare avanti, vedo un viso che non vedevo da tantissimo tempo, e la sola sua vista mi illumina la giornata.

Corro verso di lui, sempre bello e alto, con il cuore che lo chiama a gran voce, ma io che non mi azzardo ad emettere un suono, timido come sono. Non appena gli arrivo accanto, lo abbraccio da dietro. Penso che lui sia l'unica persona con la quale riesco ad essere me stesso al cento per cento, l'unico mio vero amico, e non conoscente.

-Han!- mi sorride con quel suo bel musetto da cagnolino felice non appena si accorge che sono io.
-Seungmin!- lo abbraccio io e lo stringo forte, per quel che mi è possibile fare.
-Come sei tutto sorridente oggi... C'è qualcosa che ti rende particolarmente felice?-
-In realtà forse... Ho incontrato una ragazza-
-Aspetta, ma Claudia?-
-Abbiamo rotto, ma te lo racconterò un'altra volta. Fatto sta che questa ragazza che ho incontrato per puro caso mi ha risposto con una citazione da Shakespeare-
-Allora è quella giusta, amico mio...-
-Lo so!- sorrido io emettendo un suono simile al verso di uno scoiattolo.
-Io ti devo raccontare TUTTO dell'America. È bellissima! Ci sono dei posti meravigliosi! E poi ho incontrato una ragazza, a Los Angeles... Era stupenda, aveva degli occhi contenenti mille stelle ciascuno, un sorriso fatto di perle, le mani come quelle di una principessa, e il corpo... Mhhh, il corpo era la cosa più proporzionata che io abbia mai visto, un'opera d'arte errante. La sua risata sembrava quella di un angelo, il suo pianto al nostro addio scagliava frecce pungenti al mio povero cuore ormai non più palpitante e la sensazione al tocco delle nostre labbra... Ahhh, non mi dimenticherò facilmente di queste sensazioni-
-Wow. Quante volte hai provato il discorso?-
-Tutto il tragitto sull'aereo- mi risponde senza nemmeno aspettare che io finisca di parlare.
-Io mi sono fatto un nuovo amico. Ceh... non so se lo posso già chiamare amico, ma potrebbe essere, sai... mi ha dato una mano un po' con tutto. Hai presente Lee Minho?-
-Han Jisung. Non uscire più con lui, non hai idea di che persona sia realmente. Quasi tutti i cuori di questa scuola sono stati frantumati da quel ragazzo che non ne ha uno, di cuore. Maschi e femmine. Non fidarti di lui. Io penso tu le conosca le voci che girano su quel ragazzo... Guarda un po' te... Sparisco per qualche mese e mi ritrovo tutte queste novità... Si può sapere perché mi hai scritto solo la metà delle cose?-
-Scusa, ero preso dalla scuola e tutto... Tu, piuttosto... Perché sei tornato così tardi? E gli esami? Questa è l'ultima settimana.-
-Guarda che io li ho già dati tutti. Quando ero in America, l'università nella quale studiavo era affiliata a questa qui, e ho già dato tutti gli esami che dovevo dare. Quindi io sono libero!!-
-Abbassa la voce, Seungmin, ci stanno guardando tutti-
-Scusa- ridacchia lui.
-Forza, sta per cominciare la prima lezione, muoviamoci ad entrare-

𝙸𝚕 𝚂𝚘𝚕𝚎 𝙴 𝙻𝚊 𝙻𝚞𝚗𝚊 || 𝙼𝚒𝚗𝚜𝚞𝚗𝚐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora