𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 26

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C'è un solo tavolo apparecchiato, al centro del locale, con una bella tovaglia bianca con dei ricami lungo i bordi. Dei piccoli piattini poggiati sopra contenenti dei biscotti appena sfornati. Due tazze bianche di thè caldo una di fronte all'altra.

Tenendolo per mano lo dirigo verso il tavolo, e lo faccio accomodare su una sedia.

-Oggi quando ho raccontato a Chris come abbiamo passato il pomeriggio, si è offerto di lasciare aperto il locale questa sera per uno spuntino di mezzanotte un po' anticipato. A meno che tu non voglia aspettare la mezzanotte, ma mancano ancora poco meno di due ore- gli faccio notare sorridendo guardando l'orologio sulla parete.

-Ci sono un paio di modi per far giungere la mezzanotte...-
-Lee Minho, cosa stai insinuando?-
-Oh, nulla- dice con fare malizioso alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a me, ancora in piedi accanto a lui. Non posso nemmeno ribattere che già sono seduto su uno di quei comodissimi divanetti con Minho attaccato alle mie labbra.
Dopo poco mi faccio coraggio e chiedo ingresso con la lingua.
Ingresso consentito. Dopo qualche secondo di insicurezza gli avvolgo le mie braccia intorno al collo e lui si avvicina sempre di più con il suo corpo.
Con delicatezza si sposta dalle labbra al collo, e le mie mani si spostano fino ad arrivare sulla sua nuca e vanno ad intrecciarsi con i suoi capelli.
Non li vedo, ma riesco ad avvertire che mi sta lasciando vari succhiotti, qua e là.
Soddisfatto si stacca per qualche secondo ad ammirarmi. Controlla l'orologio appeso alla parete dietro di me e riprende a dimostrarmi il suo affetto. Dapprima piano mi copre il collo di attenzioni, poi con la sua mano destra prende il colletto della mia maglia bianca e lo strattona verso il basso, in modo da scoprire ancora una piccola porzione di pelle e baciare anche quella. Penso si stia assicurando di non lasciare nemmeno un centimetro senza un paio di baci.

Non so quanto tempo abbiamo passato in queste condizioni, baciandoci, accarezzandoci, toccandoci...
Forse una ventina di minuti, non di più.
-Jisungie?-
-Mmmh?-
-Manca un'ora, che vogliamo fare?- domanda Minho guardando l'orologio.
-Non saprei... te l'ho detto, se vuoi possiamo anticiparlo-
-Nope, non se ne parla. Non hai mai fatto un pigiama party? Si aspetta rigorosamente la mezzanotte-
Con una risata faccio capire che ho capito e mi sdraio sul divanetto.

-Han Jisung, il ragazzo perfetto e timido si sdraia sul divanetto del locale dove lavora, senza alcuna vergogna e alcun ritegno- Dice lui, imitando un giornalista di quelli che si sentono in televisione.
-Maddai Minho!- rido io. A volte non so proprio cosa mi abbia spinto a innamorarmi di lui. Anzi, credo di non saperlo nemmeno adesso, ma non importa.
Tutto quello di cui ho bisogno è qui. Lui, il bar e un po' di biscotti appena sfornati.

-Ma Minho- balzo io mettendomi seduto.

-MINHO'S POV-
Sembra preoccupato.
-Che c'è?-
-Le gatte-
-Cosa?-
-Non si sentono sole?-
-Ma ahahaha ti puoi figurare! Sono più felici senza nessuno in casa. Ho dato loro da mangiare prima di uscire e loro sono molto autonome- sorrido io. Che carino che si preoccupa delle gatte... è decisamente quello giusto!

-Senti Jisungie- lo chiamo e lui si volta
-Mmmh?-
-Com'è che siamo arrivati a questo punto?-
-Spiegati-
-Sai benissimo quello che intendo... qui, ora... insomma, ci siamo baciati e abbracciati, quando fino a qualche mese fa non mi calcolavi nemmeno-
-Nemmeno tu, se è per questo-
Balzo in piedi, quasi indignato.
-C-cosa? Non è assolutamente vero! Anzi, tu mi piaci dal primo anno, se lo vuoi sapere!- mi rimetto a sedere e mentre parlo faccio toccare le punte bianche delle mie Converse tra di loro -Il mio problema è che ero appena uscito da una relazione, e volevo isolarmi dal mondo intero. Sono sempre stato una persona allegra ed estroversa, e ho provato a rimanerlo, nonostante il periodo difficile. Insomma, se c'è da festeggiare io ci sono, o se bisogna fare qualcosa in gruppo, sign me up! Ma tu no, e anche per questo credevo non fosse possibile, perché apparteniamo a due mondi diversi tra loro e separati da un infinito... siamo un po' come il sole e la luna.-

Mi guarda con fare interrogativo, così gli spiego: -Tu saresti la luna, perché mostri sempre solo una faccia, che poi sarebbe il tuo lato timido ed introverso, sei misterioso, tutto da scoprire, ma quando finalmente ti si conosce ci si sente bene, perché si scoprono tutte le cose che hai da offrire. Ovviamente non lo sto dicendo in modo cattivo o cercando di ogget-
-Tu invece sei il sole perché splendi sempre, e aiuti anche me ad illuminare... anche perché i pianeti, che poi sarebbero le altre persone, ti girano intorno, mentre io giro intorno a te, che sei la mia Terra, o se vogliamo, il mio Mondo...-

Rimaniamo in silenzio per un po'.
Questa conversazione è stata strana. Molto. Però credo ci abbia aiutati a capire in che tipo di situazione siamo. È la classica situazione da serie televisiva dove la ragazza timida e il ragazzo popolare si innamorano. Ma qui c'è qualcosa in più, anche se non so definire bene cosa.

Cosa non darei per sapere i suoi pensieri in questo momento, invece si alza e mi fa cenno di sedermi al tavolo. Guardo l'orologio. Mezzanotte e cinque. Quanto tempo abbiamo parlato? E quanto tempo siamo rimasti in silenzio? Non lo so, ma non ha più importanza. Mi alzo e lo seguo. Dopo aver riportato in tavola le tazze con il the riscaldato (ormai era freddo), facciamo il nostro spuntino parlando di argomenti più leggeri, come la danza o la musica... già, argomenti di cui volevamo parlare.

Terminato lo spuntino laviamo ogni cosa che abbiamo usato e usciamo. Lui chiude a chiave e decidiamo di andare a casa mia, così domani ci avrebbe messo di meno ad arrivare.

-JISUNG'S POV-
Arrivati nel suo appartamentino le gatte ci accolgono con dei miagolii compiaciuti, per poi tornare a dormire sul divano, costringendoci a spostarci in camera da letto.

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Parole: 962

𝙸𝚕 𝚂𝚘𝚕𝚎 𝙴 𝙻𝚊 𝙻𝚞𝚗𝚊 || 𝙼𝚒𝚗𝚜𝚞𝚗𝚐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora