𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 7

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Le zampe pelose delle gatte mi camminano su tutto il corpo, costringendomi a svegliarmi e a dare loro il cibo. Che carine, sembrano già apprezzarsi a vicenda!

Ho mal di testa da tutto l'alcool che ho bevuto ieri. Non mi sento più niente. Barcollando mi alzo a riempire le loro ciotole con i croccantini. Vado in bagno a fare la doccia, perché ne ho un assoluto bisogno. Mentre mi sto avvolgendo l'asciugamano intorno al corpo, sento la mia suoneria squillare, e ancora un po' stordito, rispondo.
-Ehi, Lix- dico con voce strascicata
-Ehi! Ieri hai bevuto e non mi hai invitato... Bell'amico che sei-
-Oh, andiamo-
-Just kidding-
Io sbuffo. Spesso non riesco a capire quando scherza.
-Mi hai chiamato solo per questo? Sono appena uscito dalla doccia, e mi devo vestire, altrimenti prendo freddo. Poi gradirei avere del tempo per me-
-Oh no, tranquillo. Ti ho chiamato anche per dirti che io, mentre tu eri occupato a bere chissà quale superalcolico, sono andato avanti con il mio progetto, e l'ho quasi ultimato. Oggi non posso uscire, perché ho un torneo importante, ma domani pomeriggio io e te ci troviamo al solito bar, e ne parliamo. Va bene? Augurami buona fortuna, ora devo andare a spaccare il culo a quei poveri quattordicenni che giocano dall'altra parte dello schermo. Bye!-
Mi chiude la chiamata in faccia. Fa sempre così. In effetti è un bel po' che non ci troviamo in quel bar... di solito ci andavamo finite le lezioni, ma siccome questi sono gli ultimi esami che devo dare, preferisco stare a casa a studiare, cosa che non sto affatto facendo, ma che oggi mi costringerò a fare.
Quindi mi preparo. Prendo i libri, i quaderni e l'astuccio e li poso sul tavolo. Metto il cellulare in modalità aereo e lo poso sotto la TV, alla quale metto un po' di musica classica. Imposto il timer di 1 ora, e comincio a studiare. Faccio mezz'ora di pausa ogni ora di studio, e vado avanti così fino a ora di pranzo dopo 3 sessioni bene o male riuscite. Pranzo e continuo così fino a sera.

Quando sono le 23:17 segnate dall'orologio elettronico che porto al polso, decido che è ora di cominciare a raccogliere e andare a letto.
Prendo il cellulare, mi reco in camera e tolgo la modalità aereo...
Inutile dire che arrivano molte notifiche...
Social, messaggi vari e... 16 chiamate perse.

TUTTE DA MIA MADRE

Le scrivo un messaggio dicendo che sono stato occupato tutto il giorno e che l'avrei richiamata domani.
Rispondo ad altri messaggi meno rilevanti e dopo essermi preparato ed essermi preso cura delle gatte, mi metto a dormire. Che giornata stancante...

- JISUNG'S POV -

Sono seduto al tavolo e guardo il mio cellulare, posato al centro di esso, in attesa di una chiamata di mio padre.

Alle 17:00 in punto, comincia a vibrare, e dopo aver letto il nome "Papi <3" scritto, rispondo.
-Ehi pa'-
-Ehi, figliolo! Come stai?-
-Bene dai... voi?-
-Non c'è male. Stiamo tornando. Saremo lì tra un'ora. Potresti preparare la cena? Qualcosa di leggero... abbiamo già fatto un aperitivo abbondante. Grazie! A dopo! Ciao, ti voglio bene!-
-Ciao papi! Anche io ve ne voglio!-
Dopo aver messo giù la chiamata, comincio a preparare un'insalatina leggera, con pomodori, carote, ed ovviamente, insalata.

Mi metto su un po' di musica su Spotify, passando da Bring me the Horizon, a Queen, a Day 6 (sotto pressione del mio amico Seungmin) e devo ammettere che mi piacciono parecchio. In questi ultimi giorni ho fatto tutto quello che non posso fare con i miei a casa. Ovvero vivere, basicamente. E ne ho approfittato per cercare in giro un po' di appartamenti per due, così da poterci andare con mio padre e lasciare qui mia madre. Ne ho trovati due o tre sempre qui in questa zona, che sono i più vicini alla scuola, così ci posso andare a piedi.

Finisco di apparecchiare per tre e sento bussare alla porta.
Apro ed entrano i miei genitori.
-Prego, accomodatevi- dico io.
Mia madre si siede ubriaca, come al solito a capotavola, vestita esattamente come l'ho vista vestita l'ultima volta.
Mangiamo velocemente e in silenzio e dopodiché mio padre porta mia madre in camera, che in men che non si dica, si addormenta. Lui torna giù e si siede accanto a me. Io poso il cellulare e gli presto attenzione.

-Allora ometto? Com'è stata l'ennesima settimana senza di noi?-
-Mi siete mancato-
-Anche tu piccolo-
-Padre?-
-Mhmm?-
-Ho cercato degli appartamenti per noi due, e li ho trovati. Ne ho trovati un paio qui, vicino alla scuola, così posso camminare la mattina. Mi devo solo trovare un lavoretto, anche part-time, ma non sarà difficile. Non voglio che paghiate tutto voi e...-
-Jisungie, ehi- mi interrompe lui
Lo guardo con due occhi grandi grandi, aspettando che mi parli, ma non lo fa. Rimaniamo in silenzio qualche minuto, poi si decide a dire qualcosa.
-Non c'è bisogno che vivi con me-
-Lo so, ma non voglio che voi stiate da solo con la mamma. Voi siete l'unico motivo per il quale non me ne sono ancora andato da casa. So che la mamma vi ascolta e vi rispetta, quasi vi teme, se mi permettete di dirlo, ma so che è anche un problema. Io voglio andare via da quando sono piccolo, ma crescendo ho visto che non potrò mai andarmene senza di voi. Siete voi, padre, che mi date il coraggio di andare avanti ogni giorno e di sopportare tutte le manie di quella donna. Mi avete sempre fatto rimanere, non vi volevo abbandonare-
Lui mi sembra senza parole.
-Io,- comincia -io davvero non so che dire. Sai bene che io riesco a gestirla, quella donna. Ti chiedo scusa, il problema di fondo sono io. Lo sono sempre stato... Se non la amassi così, se non ti amassi così... se solo non mi fossi così affezionato a te... ma sei mio figlio, e darei la vita per vederti felice-
-Io ho cercato, ho trovato e ore vi sto chiedendo di venire con me. È una scelta che spetta a voi. Capisco tutte le motivazioni. Se venite, ci divideremo il costo. Se non venite, faccio tutto da solo-.
Finito di dire questo, mi alzo e faccio per andarmene.
-Siediti- mi dice lui con una voce dolce e affettuosa.
Lo faccio, e guardandomi con un po' di senso di colpa negli occhi, mi mostra una brochure. Leggo ad alta voce:
-Centro disintossicazione da droghe ed alcool Fiori di Campo-
Lo guardo con uno sguardo interrogativo.
-Jisung, io la amo, e lo sai quanto me. La devo aiutare in qualche modo e questa è la soluzione più concreta e plausibile che ho trovato fino ad ora. Me lo ha consigliato un collega al lavoro, che ci ha mandato il figlio e ha detto che sta migliorando. Ho pensato di fare almeno un tentativo. Prova a capirmi, Jisung. È la donna che amo, e vederla così fa male anche a me. Quella settimana al mese che passiamo fuori casa, è per passare del tempo insieme, sperando di tornare quelli di una volta. Sono solo un uomo. Sono solo uno stupido uomo che è fallito nel suo stesso matrimonio, che miracolosamente è riuscito a crescere un figlio meraviglioso, anche con una moglie che ha la presenza che ha. Ti ricordi quando eri piccolo, quanti bei momenti? Probabilmente sono patetico ai tuoi occhi, in questo istante, ma mi aspetto che tu capisca. Puoi andare-.
Mi alzo, e in silenzio lo abbraccio da dietro: -Buonanotte, padre-
Appena poso il piede sul primo gradino della scalinata, mi volto:
-Io e Claudia abbiamo rotto. Buonanotte- e salgo.

Metto la sveglia per domani, preparo lo zaino, vado in bagno e mi preparo per dormire. Dopodiché mi butto sul letto e riflettendo su tutto quello che mi ha detto mio padre, mi addormento.

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Parole: 1256

𝙸𝚕 𝚂𝚘𝚕𝚎 𝙴 𝙻𝚊 𝙻𝚞𝚗𝚊 || 𝙼𝚒𝚗𝚜𝚞𝚗𝚐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora