Ottobre, Napoli
Teresa
Ottobre era arrivato con le sue nuvole e le sue foglie che cadevano leggere su quell'erba ancora verde dei giardini. Quel sabato mattina mi aveva trovata pigra, dopo una settimana stancante tra compiti in classe il pomeriggio, danza la sera e IPM al mattino. Prendo il mio telefono dal comodino e trovo parecchi messaggi da parte delle ragazze, decido di chiamarle piuttosto che leggere tutta la conversazione
-Buongiorno principessa -, risponde Marina, -come stai? Che si fa oggi? –
-Andiamo alla Mela stasera? -, chiede Laura senza neanche lasciarmi il tempo di salutare la mia amica ed io sbuffo
-Dai vi prego odio quel posto -, mi lamento stiracchiandomi tra i cuscini, -non possiamo stare in zona? Non ho molta voglia di uscire –
-Ma tecnicamente siamo in zona -, precisa Marina, -e poi anche io voglio andare a ballare. Dai Tere non usciamo da tantissimo –
-Va bene -, acconsento, -ma dovrete venire a prendermi. Ho il motorino a riparare –
-Perfetto lamentosa -, ride Laura, -chiamo Luca per il tavolo allora –
-Ceniamo insieme? -, chiedo, -Sono sola a casa per il fine settimana potete venire qui e prepararci tutte insieme. –
-Si ma ti prego ordiniamo qualcosa -, ride Marina ed io annuisco immediatamente, non avrei cucinato per niente al mondo.
-Dormite da me poi? –
-Io torno a casa, scendo a Castellammare domani -, risponde Marina mentre Laura evita la domanda inutilmente. So già che probabilmente a metà serata ci mollerà per andare chissà dove con Sasà. Da quando quel gioco non era più un gioco, la mia migliore amica passava ogni suo momento libero con il ragazzo, a meno che lui non fosse impegnato, e così quel suo gruppetto strambo era diventato un po' il nostro gruppo. Inutile dire che suo fratello le aveva fatto una mega sfuriata appena saputo della relazione di Laura, non parlandole per giorni. Adesso semplicemente se li vede per strada fa finta che Sasà non esista, e sinceramente al ragazzo non dispiace anzi.
Saluto le mie amiche dopo esserci messe d'accordo per la serata e mi volto dall'altro lato del letto per prendere i bigliettini, ormai tutti stropicciati, accanto alla mia lampada e guardarli per l'ennesima volta. Li avevo nascosti bene dentro un libro in modo che nessuno potesse mai trovarli. Non volevo che la mia famiglia fraintendesse o peggio ancora che li trovasse Nico. La nostra storia era arrivata ormai ad un punto un po' critico, litigavamo spesso ed io, per non far pesare la cosa alla mia migliore amica, tacevo facendomi andare bene tutto. Per tutti eravamo la coppia perfetta e forse era solo un momento così che avremmo superato. La mia relazione con Nico era anche l'unica cosa di cui mia madre andava fiera, nonostante fossi praticamente brava in tutto.
"Piccerè sei la più bella", il primo biglietto diceva semplicemente e la mia mente vola al giorno in cui lo avevo ricevuto. Ero appena uscita dall'IPM e mi stavo dirigendo al mio motorino, quando un gruppo di ragazzi aveva iniziato ad urlare il mio nome. Erano gli amici di Edoardo così mi ero fermata per sentire cosa avevano da dire, avevo alzato loro il dito medio parecchio divertita quando avevano iniziato a prendere in giro me ed il ragazzo, che però non riuscivo a vedere tra tutti quei volti. Poi lui aveva urlato il mio nome e mi aveva lanciato un biglietto, avevo alzato gli occhi al cielo per quel gesto così teatrale, prima di piegarmi a prenderlo per leggerlo. Mi ero messa a ridere imbarazzata a quel messaggio, annuendo impercettibilmente come per ringraziarlo, prima di andar via. Avevo passato tutto quel fine settimana a pensare a quel bigliettino come una stupida e ad aspettare che arrivasse di nuovo lunedì per rivederlo, ma quando avevo rimesso piede all'IPM avevo scoperto amaramente che Edoardo si era fatto mettere in isolamento per rissa, così quella settimana non l'avevo visto per niente. Avevo ripetuto a me stessa che non ci avrei pensato, sarebbe stato meglio così, infondo ero lì solo per lavorare e portare a termine il progetto. E poi ero fidanzata, non avrei neanche dovuto pensare ad Edoardo come un qualcosa in più di niente. Stavo anche mantenendo questo proposito, passando le mie lezioni a chiacchierare con le ragazze o scherzare con Totò e Filippo, ma poi proprio ieri si era avvicinata una guardia con un bigliettino per me da parte di Edoardo. "Ti manco almeno un po'? Tu mi manchi assai", leggo sottovoce, faccio per posare il bigliettino ma la guardia mi dice gentilmente che avrei dovuto rispondere ed io lo guardo sconvolta, negando con il capo. Gli dico che quella persona avrebbe continuato a vivere anche senza una mia risposta e vedo la guardia ridere scuotendo la testa, prima di tornare al suo posto.
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'O Mar For
Fanfiction-Picceré fino ad ora agg vist'o sul o grig- Pare che gli opposti si attraggano e che c'è sempre qualcuno lì fuori pronto a salvarci. E se fosse proprio una bionda dagli occhi cielo, l'angelo di Edoardo? ATTENZIONE: linguaggio scurrile, scene semi es...