Ottobre, IPM
Edoardo
Quelle settimane dal fallimento del piano di Ciro erano state tremende. Filippo continuava a negare ogni suo possibile tradimento, insistendo che l'auto era davvero stata rubata. Sasà l'aveva trovata completamente carbonizzata in un cantiere vicino al porto e, se Ciro apparentemente aveva deciso di calmarsi scusandosi con la sua famiglia ed iniziando a ripagare il carico, io ero sospettoso del ragazzo. Ottobre era volto al termine, il freddo quest'anno era arrivato in largo anticipo riducendo così le ore da passare fuori e facendo passare le giornate in modo estremamente lento.
-Edoà se non vinci non tornare proprio -, dice proprio il mio migliore amico riscuotendomi dai pensieri mentre mi sistema il colletto della camicia e mi lascia un bacio sulla guancia.
-Non farai cazzate vero? -, gli chiedo prendendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi. Lui nega semplicemente con il capo, -allora a stasera Cirù -, lo abbraccio prima di seguire Lino fuori dalla cella verso il cortile dove mi stava aspettando una macchina della polizia.
Era arrivato il giorno della premiazione per il concorso di poesia, alla fine la professoressa mi aveva convinto a partecipare ed ero arrivato in finale. Ricordo ancora il sorriso fiero della direttrice nel comunicarmi, qualche giorno fa, che sarei andato a Posillipo ed ammetto di essermi un po' emozionato in quell'occasione quando tutti i miei compagni si erano alzati in piedi ad applaudirmi sotto tacito ordine di Ciro. E poi ricordo di come avevo pregato Lino di accompagnarmi da Teresa. Le sue amiche che mi guardavano con un sopracciglio alzato mentre entravo di tutta fretta dentro lo stanzino adibito ad ufficio e mi chiudevo la porta alle spalle. Il suo essere contrariata al mio continuo non rispettare le regole ed il suo imbarazzo quando l'avevo presa per i fianchi avvicinandola a me.
-Sei felice oggi -, mi aveva detto guardandomi negli occhi. Aveva scoperto tutto quello che era successo tra Ciro e Filippo quando, il giorno dopo la rissa, il mio amico si era presentato a lezione con la mano completamente fasciata ed io ero un fascio di nervi. Mentre Filippo non si era presentato proprio. L'avevo vista chiacchierare con le sue due amiche e Silvia, la pettegola dell'IPM, e soprattutto avevo visto il suo sguardo impaurirsi e non cercare il mio neanche una volta quel giorno. Dopo tutti i passi avanti fatti verso di me.
-Sono felice perché t'agg vist piccerè -, la prendo in contropiede, riscuotendomi da quei pensieri, e lei ride forte.
-Il solito chiacchierone -, mi dice prendendomi le mani e togliendole dai suoi fianchi
-Come stai? -, le chiedo.
-Sto bene Edoardo -, risponde sbuffando ma so che le fa piacere, -ma non credo tu sia venuto per questo -dice poi guardando la porta.
-Devo andare a Posillipo -, le accarezzo una mano, -ad una premiazione per una mia poesia. Voglio che vieni -, le confesso.
-Una premiazione? -, chiede incredula ed io annuisco, -per le tue poesie? -, continua e stavolta si lascia accarezzare di nuovo i fianchi, forse troppo distratta dalla notizia, mentre io mi beo della sua espressione contenta. -Finalmente le tue chiacchiere avranno un senso -, conclude prendendomi in giro
-Maronn mij t vuliss magnà piccerè -, la stringo di più a me, incastrando le sue gambe tra le mie, -è sabato. Ci vieni si? -, continuo poi
-E tu me la fai leggere questa poesia? -, si morde il labbro inferiore ed io davvero potrei prenderla lì in quello stanzino e al diavolo tutti i freni e tutte le buone maniere.
-No -, strofino il mio naso contro il suo collo e la sento sospirare.
-Se non mi fai leggere la poesia non ti dirò se verrò o meno -, mi minaccia con un sorrisino, -e mo vattenn va -, si allontana con fare serio ed io scoppio a ridere facendole un inchino prima di uscire dalla stanza.
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'O Mar For
Fanfiction-Picceré fino ad ora agg vist'o sul o grig- Pare che gli opposti si attraggano e che c'è sempre qualcuno lì fuori pronto a salvarci. E se fosse proprio una bionda dagli occhi cielo, l'angelo di Edoardo? ATTENZIONE: linguaggio scurrile, scene semi es...