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Febbraio, Napoli

Edoardo

Il vibrare insistente di un telefono su un comodino, mi sveglia nel cuore della notte. Il corpo nudo e caldo di Teresa si muove su di me, mugugnando qualcosa di incomprensibile prima di darmi le spalle e tornare a dormire. Prendo il mio telefono notando una chiamata persa da parte di Sasà, guardo l'orario e leggo essere le 3 del mattino, così impreco sotto voce prima di rimettermi i pantaloni ed uscire dalla stanza della mia ragazza. Compongo velocemente il suo numero e lo sento rispondere dopo neanche due squilli

-Qualche problema? -, gli chiedo. La voce ancora roca dal sonno appena interrotto

-No volevo dirti che è tutto ok. Abbiamo caricato e smistato tutto, i ragazzi stanno preparando le cose ed io sto rientrando a casa -, mi dice. La voce un po' bassa, segno che non fosse solo.

-Potevi mandarmi un messaggio -, contesto

-Meglio di no -, dice serio, -tu tutto ok? Nonna ha detto che non sei a casa -, impreco al pensiero di mia nonna che controlla ogni mio minimo spostamento.

-No infatti non sono a casa. Non pensavo neanche di essere ai domiciliari -, mi innervosisco

-È preoccupata. Lo sai chi c'è in giro -, dice, -senti è meglio se tieni un profilo basso. Sanno che sei fuori –

-D'accordo grazie. Ti chiamo domani -, mi passo una mano sul viso prima di chiudere la telefonata. Esco fuori sul terrazzo di Teresa, nonostante il freddo, per prendere un po' d'aria.

Mi accendo una sigaretta presa dalla tasca dei jeans e mi affaccio per ammirare il mare ed il Vesuvio di fronte a me. Mi stavano cercando, i Di Salvo mi stavano cercando per riprendersi il controllo delle piazze. Mi passo una mano tra i capelli, nervoso, non riuscivo neanche a sentire il freddo che mi penetrava nelle ossa. Impreco prima di spegnere la sigaretta con un piede, lanciandola dal balcone e rientrare dentro casa. Controllo l'orario sul telefono e noto che sono già le 4 del mattino, sbuffo, lo spengo e rientro in camera della ragazza cercando di non fare alcun rumore per non svegliarla. Chiudo la porta e la trovo rannicchiata con il mio cuscino tra le sue braccia e la bocca leggermente aperta. Mi tolgo i pantaloni, restando in boxer, e coricandomi di nuovo accanto a lei. Le passo un braccio in vita per stringerla a me e si lamenta aprendo finalmente gli occhi.

-Sei ghiacciato -, mugugna voltandosi verso di me e poggiandosi al mio petto. Con un po' di difficoltà riesco a riprendere possesso del mio cuscino e sistemarlo sotto la mia testa. Un mio braccio adesso la stringe a me mentre lei tira le coperte fin sopra la sua testa quasi.

-Riscaldami tu -, le sussurro all'orecchio e lei mi tira uno schiaffo sul petto facendomi scoppiare a ridere nel silenzio della casa

-Porco -, si lamenta mentre io continuo a ridere. Mi abbasso un po' per baciarla e lei ricambia il mio bacio velocemente aggrappandosi al mio collo mentre con facilità sale su di me

-Non si può dormire con te -, dice sistemandosi meglio su di me, le sue mutandine nere a strofinare sulla mia pelle un po' sotto i miei boxer

-Come se a te non piacesse -, la prendo in giro poi mi avvicino al suo orecchio, -ho le orecchie piene dei tuoi gemiti. È una fortuna non ci sia nessuno in casa -, le dico lasciandole un bacio proprio sotto l'orecchio mentre con una mano salivo lentamente dalle sue gambe.

-Infatti a me piace -, mi risponde passando una sua mano sui miei addominali, -e anche tanto -, la sua mano esile si addentra nei miei boxer rigonfi facendomi mugugnare

-Teresa -, ansimo e lei ridacchia sulle mie labbra

-Credo che questa sia la mia posizione preferita -, mi morde il labbro prendendo in mano la mia erezione e facendomi strizzare gli occhi dal piacere.

'O Mar ForDove le storie prendono vita. Scoprilo ora