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Dicembre, Napoli

Teresa

Il periodo più bello dell'anno era finalmente arrivato, il Natale era forse l'unica festività che aspettavo con impazienza tutto l'anno. Maglioni pesanti, albero in soggiorno, cioccolata calda e marshmallow ma soprattutto l'unico periodo dell'anno in cui potevamo stare tutti insieme come una famiglia, beh non proprio il giorno di Natale ma almeno in quel periodo i miei genitori evitavano di viaggiare e passavano più tempo con me e mia sorella. Mia sorella che magicamente aveva ripreso ad occupare il suo letto e farsi vedere in giro per casa.
Quella mattina mi ero svegliata con il forte rumore della pioggia che sbatteva contro le mie finestre, ma nonostante fossero a malapena le 7 del mattino e fuori fosse ancora buio, ero felice e rilassata. Volto il capo verso il mio comodino per prendere il telefono e rispondere a qualche messaggio di auguri prima di prendere il solito libro dove nascondevo tutti i bigliettini di Edo e rileggere l'ultimo, sbattendo i piedi sul letto come una ragazzina qualunque mentre stringevo a me quel pezzetto di carta ormai consumato, neanche fosse Edoardo in persona. Qualche giorno era passato da quando era entrato per la prima volta in casa mia, da quando l'avevo visto curiosare interessato tra le mie foto e soprattutto da quando mi ero addormentata sul suo petto. Ero davvero arrabbiata quella sera, mi ero preparata per la nostra uscita tutto il giorno avevo chiamato anche le ragazze magari per fargli passare una serata con le mie amiche e invece mi aveva lasciata sola, senza neanche un sms, senza neanche rispondere alle mie telefonate. Salvo poi presentarsi sotto casa mia, con quel suo solito sorriso sghembo e quelle scuse che ormai aveva perennemente sulla lingua. Ed io non mi ero neanche preoccupata di sistemarmi talmente ero arrabbiata e triste, ma lui era salito, mi aveva guardata, ed io mi ero fatta fregare di nuovo. Mi ero resa conto solo adesso di non avergli mostrato niente di casa mia, del mio mondo, della mia stanza mio porto sicuro. L'avevo solo trascinato dentro, mi ero chiusa la porta alle spalle come se avessi paura potesse entrare qualcuno da un momento all'altro e poi mi ero semplicemente addormentata sul suo petto con la sua mano che carezzava delicatamente i miei capelli.
Lo squillare del mio telefono mi distoglie dai miei pensieri, sorrido nell'accettare la telefonata e vedere i volti delle mie migliori amiche.

-Buongiorno, buon Natale -, rispondo alle mie migliori amiche dopo solo uno squillo. Marina mi risponde dalle montagne innevate della Val D'Aosta, Laura invece mi risponde da casa sua dove fervevano i preparativi per l'annuale gala di Natale al quale partecipavano tutti gli adulti della Napoli bene, ragazzi non ammessi. Laura ogni anno quindi preparava di pari passo il suo consueto party di Natale, per noi, nella sua casa di Posillipo meta di tutte le nostre feste organizzate da lei.

-Come stai Mari? -, chiedo alla mia migliore amica dal viso rosso dal sole invernale.

-Qui si sta da Dio -, risponde lei, -l'ho sempre detto che la montagna è il mio elemento -, ridacchio prima di guardare Laura con le sue maschere in viso

-Tu sembri un po' stressata -, le dico ridendo

-Ma dai -, mi dice, - non stai mica organizzando tu la festa dell'anno -, continua la bionda

-Neanche tu a quanto pare -, le rispondo facendole la linguaccia, - sei nella mia stessa posizione -, la prendo in giro

-Non credo -, mi risponde spostando un po' la telecamera verso il resto del letto mostrando un Sasà addormentato a petto nudo.
-Da quando dorme a casa tua? -, le chiedo e lei alza le spalle.
Marina si mette una mano sulla bocca con l'espressione più sconvolta che le avessi mai visto fare in diciotto anni di amicizia, mentre io mi limito ad alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa. Sasà ed i suoi amici erano diventati ormai parte integrante del nostro gruppo, sapevo che lui fosse invitato alla festa e sapevo anche che suo fratello quest'anno non ci sarebbe stato, preferendo passare Natale e Capodanno in montagna con alcuni nostri amici in una baita. Nico mi aveva invitata ma, nonostante sapessi che non aveva alcun doppio fine il suo invito, avevo rifiutato per rispetto di Edoardo. Edoardo il quale non sapevo neanche se fosse uscito di prigione per Natale. Non capivo come mai lui avesse così tanti permessi, chiedere a Sasà si era rivelato più volte inutile ed Edoardo sviava sempre il discorso dicendo che era per buona condotta. Da quando lui ed il suo amichetto però avevano messo in scena quella sceneggiata pensavo che gli riducessero le uscite invece le sue erano rimaste invariate, non che mi dispiacesse, semplicemente era una delle tante cose di Edoardo che non capivo.

'O Mar ForDove le storie prendono vita. Scoprilo ora