Capitolo 7

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Harry

Per un attimo ho davvero avuto paura che capissero, eppure mi sono ritrovato a pensare a quanto fosse strano ciò che stava accadendo: sono gli unici che si sono fermati a pensare davvero a quello che è stato. Nemmeno Daisy lo ha fatto, perché troppo ferita. Non so esattamente come sentirmi al riguardo, ma ora come ora, è un bene che mi abbiano creduto. Manca poco al matrimonio di mia sorella e non sarò certo io a rovinare tutto, anche se non so come reagirò quando arriverà il momento. Devo affrontare una cosa alla volta, adesso è il momento della festa di fidanzamento. Mi viene la nausea al solo pensiero, ma devo esserci, devo mostrarmi forte per me stesso e per la donna che amo. Dunque, senza nessun indugio, apro lo sportello posteriore dell'auto di Liam e mi siedo comodo respirando l'odore di pino di cui è pregno l'abitacolo. Mi ripeto di stare calmo e che andrà tutto bene, spero vivamente che sia così.

Trascorriamo i quindici minuti circa del tragitto chiacchierando di futilità e cantando canzoni che passano alla radio; farei qualsiasi cosa per non pensare, per rallentare il tempo e affrontare il più tardi possibile questa festa diventata da giorni il mio tormento. Arriviamo a South Beach con molta calma, forse, in qualche modo, Liam stesso vuole aiutarmi ad essere più pronto, e Zayn non se ne lamenta. Ci godiamo quei minuti insieme come non facevamo da troppo tempo e, nonostante tutto, ne ho apprezzato ogni attimo.

Dopo aver parcheggiato l'auto, ci ritroviamo davanti ad un basso edificio di mattoni rossi dalle cui alte vetrate moderne è possibile vedere il lussuoso interno. Non ero mai venuto al Seafront Restaurant prima d'ora, un rinomato ristorante di pesce la cui somma finale si dice prosciughi il proprio conto in banca, ma per Charles, ovviamente, non è un problema.

Con il cuore che batte forte, seguo i miei due amici verso l'interno del locale dove un gentile cameriere, racchiuso in una perfetta divisa nera, ci accompagna nella sala riservata alla festa Whittemore-Evans. Sperando ancora di ritardare il momento in cui incontrerò i due futuri sposi, mi guardo intorno con tranquillità notando che, come per l'esterno, anche le pareti interne sono di mattoni rossi; il pavimento, invece, è un semplice parquet marrone che rimanda calore e intimità, esattamente come le luci gialle che risplendono da lampadari moderni. Lo stile del ristorante sembra essere quasi industriale, ma ha qualcosa di lussuoso e contemporaneo che lo allontana da quell'ideale. E la sala in cui si terranno i festeggiamenti non è da meno: tavoli rotondi e coperti da candide tovaglie riempiono lo spazio, le sedie sono di un bellissimo velluto azzurro, la moquette è di un leggero rosso che richiama i mattoncini delle pareti, al soffitto vi è una struttura in legno scuro che sembra riprendere il timone di un vecchio veliero, ma la parte migliore è sicuramente il panorama del Bay Bridge illuminato, al di là delle alte e grandi finestre. L'atmosfera è romantica e intima, rimanda calore e familiarità, e tutto ciò mi irrita profondamente. Mi guardo intorno e penso che tutto questo poteva essere mio, che avrei potuto essere io accanto alla donna che amo; sarei potuto essere io lo sposo. Forse in un'altra vita. Nonostante la consapevolezza che sia impossibile, non posso non essere infastidito dall'aria felice e festosa che si respira nella sala.

Gli invitati ridono e chiacchierano allegri, tra un sorso di champagne e una tartina, contenti di poter partecipare all'inizio della felicità dei futuri sposi. Io, invece, mi sento soffocare e vorrei solamente andare via, e quando ormai sono quasi in mezzo alla sala scorgo Daisy sorridente mano nella mano con Charles e il malessere non fa che aumentare. Resto fermo a guardali, congelato sul posto, per dei lunghissimi minuti. Fisso mia sorella vestita in un corto abito bianco dalle cui spalle scende una mantellina -decorata con piccoli fiori rosa- a coprire le braccia nude, cadente alla stessa lunghezza dell'abito stesso, ed è meravigliosa; quel sorriso radioso le dona particolarmente. Mi chiedo se insieme a me abbia mai sorriso allo stesso modo e mi dico che i miei amici hanno davvero ragione: devo lasciarla andare e ricominciare da zero, anche se è davvero difficile. Il mio cuore non lo accetta e la mente non riesce ad elaborare una cosa tanto complicata, qualcosa che sembra essere molto più grande delle mie stesse capacità.

Endless 2 || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora