Capitolo 4

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Daisy

Il tempo trascorre così velocemente e lentamente al contempo da frastornarmi. Manca poco al mio matrimonio ed io mi sento soffocare; c'è sempre qualcuno che mi ricorda dell'evento. Mi sento emozionata e triste insieme, e so per certo che quest'ultima emozione non è dovuta al dispiacere di crescere o di lasciare il nido familiare - ormai quella fase l'ho superata da molto. C'è altro e ho paura.

Non sono completamente me stessa, mi sembra di provare emozioni a metà e questa consapevolezza mi uccide. Ci provo ad andare avanti, a distrarmi con il lavoro, gli amici, la famiglia e funziona per un po', ma dopo quel vuoto ricompare, nello stomaco e nel petto, e sento di essere ritornata sul fondo di quel baratro da cui sono risalita con fatica. O forse è sempre stata solo un'illusione, non mi sono mai ripresa.

Sospiro profondamente ricacciando le lacrime che, traditrici, hanno cominciato a bruciare. Mi concentro sulla strada. C'è il semaforo rosso, mi fermo. Sospiro ancora una volta chiudendo gli occhi, cercando di scacciare questo groviglio di sentimenti che ostruisce la gola.

"Tre settimane", mi ripeto ispirando ed espirando. "Solo tre settimane e tutta quest'ansia sparirà".

Ho la nausea. Ingoio il fiotto di saliva così da mandar giù quella sensazione di amaro alla bocca. Sono così in ansia, così stressata da non riconoscermi più.

Il suono ripetuto di un clacson mi risveglia. Scuoto la testa e mi ricompongo, premo sull'acceleratore e mi immetto nel traffico di fine giornata. Con le mani strette sul volante, mi impongo di non rimuginare troppo, di affrontare la questione quando mi si presenterà davanti. L'unica cosa che conta è arrivare sana e salva a casa dei miei genitori per recuperare quei meravigliosi orecchini di diamanti che mia madre ha indossato proprio il giorno del suo matrimonio.

Come da tradizione, indosserò qualcosa di blu, ovvero il nastro di raso di cui è composta la giarrettiera; qualcosa di regalato, cioè il vestito che mamma e papà hanno voluto comprarmi; qualcosa di vecchio, metterò un intimo seducente ma che ho acquistato tempo fa. È già tutto pianificato, manca solamente il "qualcosa di prestato". Sorrido al pensiero che alle nozze porterò all'altare un pezzetto di mia madre e di mia nonna prima ancora, in quanto quegli orecchini sono come un cimelio per la nostra famiglia. Penso a questo mentre parcheggio di fronte casa, un po' più serena di prima; si è sciolto quel poco di ghiaccio che sentivo dentro. Tuttavia, so che il momento sarà effimero e che quel freddo e quel vuoto ritorneranno, ma mi ripeto che è solamente la paura di affrontare un momento così importante a scatenare emozioni tanto confuse.

Afferro la borsa dal sedile del passeggero, esco dall'abitacolo e chiudo lo sportello, con gli occhi sempre puntati sulla porta di casa. So benissimo che lui non è in casa e non ci sarà almeno fino al mio matrimonio - almeno spero-, però il cuore mi batte forte ugualmente al solo ricordare il nostro incontro dopo quasi un anno in cui nessuno dei due ha cercato l'altro. Non so cosa mi aspettassi da Harry, d'altronde è un ragazzo imprevedibile; lui arriva e va via all'improvviso, scombussolando la vita degli altri.

Mi do della stupida, ripetendomi di smetterla di pensare a quello che è stato. Abbiamo messo fine ad una storia che stava diventando troppo per entrambi; abbiamo detto addio agli Harry e Daisy amanti sperando di ritrovare quel rapporto andato perso col passare del tempo. Dunque, scuoto la testa così da scacciare ogni tipo di riflessione e suono al campanello di casa sorridendo nella maniera più convincente possibile - non voglio che i miei genitori si preoccupino per me.

Ad aprire la porta è mia madre, in abbigliamento totalmente diverso da come sono abituata a vederla durante la settimana quando lavora. Per indossare una tuta comoda, una felpa di cotone e le pantofole, significa che oggi è il suo giorno libero e, come fa spesso, avrà poltrito tutto la giornata. Sorrido per davvero di fronte questa versione casual, inaspettata, della mamma - di solito non salta il lavoro di martedì.

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